Grillo (2014) e Renzi (2015) al Parlamento Europeo

Un confronto tra le informazioni discutibili trasmesse in modo implicito

Nel suo discorso, Renzi ricorre a presupposizioni e topicalizzazioni soprattutto per la codifica di auto-elogi ed esortazioni. Le implicature, sebbene meno impattanti, correlano più frequentemente con contenuti di critica.

La tendenziosità nel discorso di Grillo è espressa principalmente dall’impatto di strategie presupposizionali, che appiono talvolta  associate a contenuti di auto-elogio, talvolta a contenuti di critica. L’impatto di topicalizzazioni e implicature è simile e il loro uso è il più delle volte associato a contenuti di critica e attacco.

Impatto delle singole categorie di implicito nel discorso di Matteo Renzi
Impatto delle singole categorie di implicito nel discorso di Beppe Grillo

Discorso di Matteo Renzi

Parlamento Europeo a Strasburgo – 13 gennaio 2015

Puoi vedere l’intervento qui.

  1. Signor Presidente Schultz,
  2. Onorevoli Deputati al Parlamento Europeo. Faccio mie le parole che lei, Presidente, ha
  3. rivolto a quest’aula in occasione del ricordo di ciò che è avvenuto settant’anni fa ad
  4. Auschwitz, e assicuro l’impegno del governo e del popolo italiano[ppp] per combattere
  5. quella terribile infamia che ha caratterizzato l’Europa decenni orsono mantenendo alta la
  6. tensione oggi per un debito che noi abbiamo nei confronti del passato[ppp] ma anche per un
  7. grande investimento che dobbiamo fare sulle nuove generazioni. E credo che il suo saluto, il
  8. suo speech, signor Presidente, ci consenta di entrare nel merito del bilancio del semestre di
  9. Presidenza italiana ricordando da dove noi eravamo partiti. Prendendo spunto dalla figura di
  10. Telemaco, anche in continuità con la Presidenza greca, ci eravamo chiesti se oggi queste
  11. istituzioni, questi politici, questi rappresentanti dei territori che compongono il grande sogno
  12. dell’Unione Europea[ppp+top] fossero in grado assumere il diritto di essere eredi[ppp].
  13. Cosa vuol dire essere eredi? Vuol dire poter pensare che l’Europa per noi non è soltanto il
  14. ricordo. L’Europa è innanzitutto una speranza. Si declina al futuro, non soltanto al passato.
  15. Ha il calore e il colore della opportunità[ppp], prima ancora che della preoccupazione[impl].
  16. Siamo stati in grado, in questi sei mesi, di essere all’altezza di questa sfida[ppp]? Certo,
  17. sono consapevole che la stampa, che gli operatori, che gli addetti ai lavori, prima di
  18. affrontare questo grande tema, sottolineano, evidenziano “Bè, però, prima parlaci dei
  19. risultati, raccontaci se sei soddisfatto di ciò che hai fatto in Europa per l’Italia”. È una
  20. domanda mal posta, Signor Presidente. Perché, chi fa politica non è mai soddisfatto[impl].
  21. Se è soddisfatto è bene che cambi mestiere. Ma anche perché non si guida un semestre
  22. pensando all’interesse del proprio Paese. Si guida un semestre pensando a come l’Europa
  23. può avere una chance per il futuro[ppp]. Noi italiani, di qualunque colore politico, sappiamo
  24. perfettamente che la nostra sfida non è qui, è a casa nostra[ppp+top]. Non si tratta
  25. semplicemente di evocare il cliché delle riforme strutturali[ppp]. Significa dire che l’Italia,
  26. se vuole stare nella competizione globale[top], deve cambiare; e, in questi sei mesi abbiamo
  27. fatto molto nel nostro Paese. Ciò che serve all’Italia lo fanno i cittadini italiani, non le
  28. istituzioni europee[impl]. E i cittadini italiani devono avere molta più consapevolezza del
  29. fatto che in questi anni, in questi anni noi abbiamo provveduto a dare all’Europa molte più
  30. risorse di quelle che abbiamo preso[ppp]. Ogni anno, l’Italia dà alle istituzioni europee circa
  31. 20 miliardi di euro ricevendone non più della metà. L’Italia in questi anni ha concorso a
  32. salvare non soltanto stati amici, ma anche le banche e gli istituti di credito di altri Paesi. E lo
  33. ha fatto non per un atto di generosità ma perché crede nelle istituzioni europee. Lo ha fatto
  34. senza mettere un centesimo dei denari delle istituzioni europee a beneficio dei propri istituti
  35. di credito. Anzi, dopo gli stress test sono stati costretti ad aumenti di capitale. Lo ha fatto
  36. perché crede nell’Europa. L’Italia è un Paese che non viene nelle istituzioni europee per
  37. chiedere un aiuto, viene per offrire una grande storia, iniziata nella Roma della firma del
  38. trattato, ma forse, possiamo dire, iniziata molto prima. Iniziata nei valori che hanno fatto
  39. grande il nostro Paese, che hanno fatto grande il nostro continente[ppp]. Noi abbiamo questa
  40. idea di Europa. L’idea di un grande luogo di speranza per le prossime generazioni; e
  41. sappiamo che i nostri problemi li dobbiamo affrontare a casa nostra, come stiamo facendo
  42. con la riforma della Costituzione, della legge elettorale, della giustizia, della pubblica
  43. amministrazione[ppp]. Tutte realtà che in questi sei mesi il Parlamento italiano ha mandato
  44. avanti. Ma lo abbiamo fatto animati da una visione europea-europeista che ha tanti
  45. autorevoli rappresentanti nella storia del nostro Paese. E mi permetterà, Signor Presidente,
  46. mi permetteranno i membri del Parlamento Europeo di ricordarne uno per tutti, che è stato
  47. ed ha rappresentato, anche in questi sei mesi, la guida per il nostro Paese. Vorrei che oggi,
  48. da qui, il Parlamento Europeo portasse il proprio saluto al Presidente della Repubblica
  49. italiana, Giorgio Napolitano, convinto europeista, che proprio in queste ore lascerà il proprio
  50. incarico avendo compiuto un lungo percorso di cambiamento, e avendo affrontato le
  51. difficoltà in Italia con l’intelligenza, la saggezza che molti di voi gli hanno
  52. riconosciuto[ppp] lavorandoci a fianco anche in quest’aula negli anni passati. Bene, in
  53. questo semestre, l’Italia ha utilizzato due grandi obiettivi. Il primo, quello di dare valore
  54. politico al vostro lavoro, Signori Parlamentari. Il 2 luglio, quando siamo venuti qui a
  55. cominciare il semestre non c’era ancora la nuova commissione. Noi siamo stati co-
  56. protagonisti, insieme a tutti gli altri governi, di una scelta che giudico storica. Si è scelto di
  57. dare valore politico al risultato delle elezioni del 25 maggio. La designazione di Jean-Claude
  58. Junker come Presidente della Commissione non nasce semplicemente dal riconoscimento di
  59. un risultato che di per sé non sarebbe stato sufficiente. Perché, il partito che ha presentato
  60. Jean-Claude non aveva ottenuto la maggioranza dei membri necessari a ottenere un voto di
  61. fiducia. Ma di un accordo politico con la P maiuscola in cui, valorizzando la scelta popolare
  62. nei confronti del Presidente Juncker[top], si è scelto di dare significato profondo al voto dei
  63. cittadini legando alla commissione Junker un pacchetto di riforme, un progetto politico per i
  64. prossimi anni. È la prima volta che questo accade nella storia delle istituzioni europee. Io
  65. credo che non dovrà essere l’ultima e che dovrà essere, in qualche misura, codificata dalla
  66. consuetudine politica. Ma è un passo in avanti di grande significato. E accanto a questo
  67. l’Italia ha proposto un cambiamento del paradigma economico che ha caratterizzato il nostro
  68. dibattito continentale. Io credo che o l’Europa cambia marcia sull’economia[top+impl],
  69. oppure noi diventiamo il fanalino di coda di un mondo che cambia molto rapidamente. Il
  70. Presidente Junker ha fatto proprio questo ragionamento, lo ha allargato con i membri del suo
  71. collegio e trovo simbolico che oggi, nella riunione del suo collegio, il Presidente Junker
  72. presenterà la comunicazione sulla flessibilità e il fondo[ppp+top], architrave strategica per il
  73. piano degli investimenti. Due operazioni su cui il nostro giudizio è un giudizio positivo,
  74. riconosciamo che stiamo andando nella giusta direzione. A nostro giudizio si deve fare
  75. ancora di più, e siamo pronti a fare la nostra parte, e siamo pronti ad essere generosi con il
  76. fondo e siamo pronti a credere profondamente nell’investimento sulla flessibilità. Anche
  77. perché, se non ci fosse stata flessibilità, tanti dei Paesi da cui proveniamo e provenite non
  78. avrebbero oggi le condizioni economiche che hanno. Se non ci fosse stata la flessibilità, la
  79. ricostruzione in Germania non sarebbe stata così semplice. Se non ci fosse stata la
  80. flessibilità, la politica sarebbe oggi cancellata da quest’aula. Ma quello che voglio dire è
  81. che, in questi sei mesi, ci pare di aver visto un cambiamento profondo nella direzione,
  82. ancora non nei fatti[ppp]. Io ricordo il vertice di Hip. Ricordo la discussione molto dura con
  83. i miei amici e capi di governo, quando sottolineavamo l’importanza di investire sulla
  84. crescita[ppp], quando sottolineavamo l’importanza di investire in modo diverso sul rapporto
  85. tra economia e flessibilità[ppp]. Quanto tempo sembra essere cambiato, eppure sono
  86. trascorsi solo sei mesi. Questi sono i due risultati che penso stiano insieme. Investimento in
  87. politica con la politica della commissione che sceglie una direzione. Naturalmente, potrei
  88. discutere a lungo dei risultati. Il clima, l’accordo sul clima e sull’energia, la politica di
  89. passaggio da Mare Nostrum a Triton, la transizione istituzionale svolta a dispetto degli
  90. auspici negativi[ppp] in un clima di positiva cooperazione, i meccanismi automatici di lotta
  91. all’evasione, l’investimento su una diversa politica di cooperazione internazionale, la
  92. declassificazione – che tanto sta, e stava e sta a cuore a questo Parlamento – per il t-keep(?),
  93. gli OGM, anche con alcune sconfitte. Ritengo, Presidente Schultz, che sia una sconfitta che
  94. sul “made in” gli impegni che questo Parlamento – inteso come istituzione perché fu
  95. nell’aprile dello scorso anno, ma comunque questo Parlamento inteso come istituzione – ha
  96. assunto, chiedendo al Consiglio e alla Commissione di farsi promotori, non sono stati portati
  97. a un risultato positivo[top]. Sul “made in” è incomprensibile la resistenza che alcuni Paesi
  98. stanno facendo[ppp+top]. Per comodità, abbiamo presentato questo documento. È un
  99. documento che presenta tutti i risultati di questo semestre; e mi consentirete allora, di
  100. passare immediatamente alla seconda e conclusiva parte del mio ragionamento. Ritornare,
  101. cioè, alla domanda di fondo. Siamo riusciti, in questi mesi, a ridare un’anima
  102. all’Europa[ppp]? È difficile affrontare questo dibattito in un momento in cui la discussione
  103. sul significato profondo dell’Europa vede oggi contrapposta una demagogia
  104. imbarazzante[impl] contro quell’idea di luoghi della speranza e della politica
  105. dell’Europa[ppp] che, per esempio, sua santità Papa Francesco, che ha voluto portare il suo
  106. intervento in questa assise, proprio durante questo semestre, ha spiegato con questa
  107. chiarezza e con questa bellezza. L’idea dell’Europa come un qualcosa che serve al mondo.
  108. E dall’altro il tentativo di investire sulla demagogia, sulla paura. Il tentativo di bloccare e
  109. rannicchiare i nostri valori dentro una piccola cornice e dentro una fortezza. Il luogo
  110. dell’Europa non è la fortezza, è la piazza. Il luogo dell’Europa non è la trincea, è il museo,
  111. è la scuola. Il luogo dell’Europa, o meglio, la parola chiave dell’Europa, non è conflitto e
  112. scontro, è dialogo e incontro. E allora, da questo punto di vista, mi permetta signor
  113. Presidente, di essere molto chiaro. Noi in questa stessa sede abbiamo aperto il semestre
  114. ricordando una giovane donna, Miriam, che stava in Sudan in quel momento, in catene per
  115. la sua fede religiosa; e sono orgoglioso e ho i brividi nel dire che l’Europa è che in questi
  116. sei mesi abbiamo permesso a quella donna di tornare alla libertà e di portare il suo
  117. bambino, nato in un carcere, a vivere libero[ppp+top]. Perché per noi Europa è innanzitutto
  118. libertà. E sono, Presidente, mi permetta di dire, che sono emozionato, pensando a quando,
  119. il 20 di agosto, ho avuto a nome, anche vostro, la drammatica bellezza e la difficile
  120. situazione di entrare in un campo profughi, a Erbille. Io me la ricordo la reazione di un
  121. giovane ventenne, di tanti giovani ventenni, quando a Srebrenicz l’Europa, di fronte al
  122. genocidio, non ebbe il coraggio di aprire bocca[ppp]. Anzi, persino i caschi blu assistettero
  123. attoniti e squallidi di fronte alla violenza e al genocidio[ppp]. Oggi abbiamo di fronte a noi
  124. tanti luoghi in cui si perpetrano situazioni di dolore, terrore e orrore. Credo che l’Europa
  125. debba essere lì, e lo sanno bene, amici del Parlamento Europeo, quei cittadini che sono
  126. scesi in piazza a Parigi. Lo sanno bene perché alcuni commentatori hanno detto “ la foto
  127. storica è la foto dei leader”. No, non è la foto dei leader che camminano insieme. La foto
  128. storica è la foto di un popolo, innanzitutto del popolo francese, alla cui storia di lumi e
  129. cattedrali, di ragione e di bellezza, io pongo – entrando a Strasburgo, in una sede europea,
  130. ma anche in una città francese – un omaggio. L’omaggio di tutte le italiane e di tutti gli
  131. italiani, dopo quello che è accaduto, ma è anche – me lo lasci dire, Signor Presidente,
  132. quella idea profonda, quella straordinaria esperienza che abbiamo fatto[ppp], sentendo i
  133. canti della Marsigliese mentre camminavamo, vedendo le immagini di donne e uomini che
  134. non si rassegnavano all’idea del terrore e della paura, e che dicevano, con la loro presenza,
  135. in quelle piazze, che l’Europa è più grande delle minacce, che i nostri valori sono più forti
  136. dei loro attentati. E che ciascuno di noi, se vuole essere davvero fedele all’idea di Unione
  137. Europea e di unità europea[top], oggi ha il compito – certo – di identificare un nemico.
  138. Perché il nemico c’è. Guai a chi finge di sapere che il nemico non ci sia. Certo che c’è il
  139. nemico! Ma quelli che dicono che il nemico è la religione[ppp+top], invito ad andare a
  140. rileggere un grandissimo discorso, fatto dal Presidente egiziano. Tra i tanti appuntamenti di
  141. questo semestre, vorrei sottolineare come il bilaterale che abbiamo fatto sia al Cairo e poi a
  142. Roma con gli egiziani, credo che sia uno dei punti fondamentali di svolta per il
  143. Mediterraneo. Ma quel discorso che Al-Sīsī ha tenuto il primo giorno dell’anno in una
  144. università, al Cairo, in una università, dove ha spiegato che il nemico non è la religione, ma
  145. è quell’ideologia che punta ad uccidere anche l’idea stessa di religione, che persone e
  146. leader come Al-Sīsī cercano di portare avanti quotidianamente. Il nemico c’è, è l’ideologia,
  147. è il fanatismo, ma il rischio grande che noi abbiamo[ppp+top] non è quello di non vedere il
  148. nemico, è quello di pensare che la paura ci possa fermare, ci possa immobilizzare, ci possa
  149. bloccare. Allora, io credo che rinchiudersi, isolarsi, alzare limiti, alzare muri[top+impl]
  150. significhi non essere europei. Signor Presidente, qualcuno[vag] in queste ore sta andando
  151. oltre, nel dibattito politico ma anche in quello culturale, e arriva a dire che noi dobbiamo,
  152. in nome della nostra sicurezza vivere impauriti e rannicchiati. Siamo arrise noivati a dire che la
  153. parola identità è in contrasto con la parola integrazione. Da uomo di governo, da uomo
  154. italiano, lasciatemelo dire, da uomo di Sinistra, io voglio dire con forza che non lasceremo
  155. mai la parola identità a chi grida più forte. Perché la parola identità è una parola bella, che
  156. ci appartiene, che ci riguarda. La parola identità è una parola che esprime il senso profondo
  157. dell’essere europei. Io sono fiero delle mie radici. Io sono fiero delle strade in cui ho
  158. giocato a calcio. Io sono fiero delle scuole dove sono cresciuto. Io appartengo alla mia
  159. terra. Sono orgoglioso di essere europeo, italiano, fiorentino. Sono orgoglioso di ciò che
  160. rappresenta la mia piccola storia personale, perché la mia identità è un tratto fondamentale.
  161. Il contrario di identità non è integrazione. Il contrario di identità è anonimato. Il contrario
  162. di integrazione è disintegrazione, è rottura è distruzione. E allora noi, oggi, dobbiamo
  163. avere la forza di dire, con grande chiarezza, con grande determinazione che quando,
  164. all’interno delle istituzioni europee e fuori, si pensa di difendere la nostra identità
  165. rinchiudendoci in fortezze in nome della sicurezza[ppp+impl], dobbiamo sempre ridire a
  166. noi stessi che libertà e responsabilità sono le pre-condizioni della sicurezza[ppp]. Che non
  167. c’è sicurezza possibile senza libertà in Europa. E che in questo mondo, i nostri nemici, non
  168. potendo ucciderci[top], puntano a cambiare il nostro modo di vivere. Noi non possiamo
  169. consentire a nessuno di cambiare il nostro modo di vivere. Se volete, chiamatela con le
  170. parole che ritenete più opportune. Volete chiamarla guerra? Volete chiamarla conflitto?
  171. Volete chiamarla come vi pare. Lo spauracchio della demagogia[ppp+top] può portare un
  172. decimale di voto in più. Ma se qui noi saremo classe dirigente[top], se qui noi saremo
  173. leader e uomini capaci di guidare le istituzioni[top], la sfida di oggi[ppp+top] è far tornare
  174. l’Europa a fare il proprio mestiere[ppp]. E questo passaggio, e questo passaggio, mi porta a
  175. dire, mi porta a dire una cosa molto semplice per chiudere. Se stiamo vedendo tornare la
  176. politica, oggi, in Europa[top] è perché in questi mesi e in questi anni, noi abbiamo visto
  177. che il mondo reclama più Europa, non meno Europa. Però dobbiamo dire la verità,
  178. dobbiamo dire la verità. Questo tipo di Europa, che abbiamo costruito in questi anni, ha
  179. dato l’impressione di essere troppo spesso un modello basato soltanto sull’economia, sui
  180. parametri, sui vincoli, sull’austerità. Credo, Signor Presidente che, al termine di questi sei
  181. mesi, possiamo dirci che questo atteggiamento è stato un errore, e che quel cambiamento
  182. che la commissione Junker sta portando in questi sei mesi è un cambiamento che
  183. probabilmente andava immaginato negli ultimi sei anni, non negli ultimi sei mesi. Oggi il
  184. mondo cambia, il mondo sta cercando di investire sul futuro, l’Europa no. Noi siamo stati a
  185. Brisbane, insieme, al G20. E le parole di crescita, investimento e innovazione sono parole
  186. che sono risuonate ovunque. Noi dobbiamo essere alla guida di questo fenomeno di
  187. cambiamento, non in fondo. Lo saremo soltanto se l’Europa tornerà a guardarsi negli occhi
  188. con la consapevolezza di chi rappresenta una superpotenza[ppp]. Non economica. Una
  189. superpotenza valoriale. La stessa superpotenza di valori che certa parte di demagogia[vag]
  190. vorrebbe cancellare. Nel lasciare il testimone alla Presidenza della Lettonia, ricordo a me
  191. stesso che quando questo Parlamento fu chiamato all’elezione diretta, fu sotto la
  192. Presidenza italiana. Era il 1975. Sotto la Presidenza italiana si fece l’accordo perché si
  193. passasse al voto diretto e all’elezione diretta dei parlamentari europei. Fu un momento
  194. molto importante, molto bello, molto significativo. Quarant’anni fa, la Lettonia non
  195. soltanto non faceva parte dell’Unione Europea, ma stava in una storia totalmente diversa.
  196. Oggi dimostriamo che l’Europa è in grado di cambiare. Dobbiamo anche pensare, però,
  197. che questo cambiamento deve innanzitutto farci guardare, da un lato, alla politica di
  198. vicinato in modo diverso, e questo è il lascito che noi diamo innanzitutto alla nuova
  199. Presidenza. Politica di vicinato significa attenzione diversa al Mediterraneo, significa
  200. attenzione diversa all’allargamento dell’Unione Europea. Perché noi non possiamo fare a
  201. meno di Albania, Serbia, Montenegro. E non possiamo permettere che questa discussione
  202. sull’allargamento sia dettata e viziata dalla paura[top+ppp+impl]. E certo, riguarda anche il
  203. rapporto tra Ucraina e Russia, che è stato un tema tra i più delicati in questo semestre, e
  204. che io temo continuerà ad attraversare la stagione che stiamo vivendo. Allora, nel darvi
  205. appuntamento, ai prossimi appuntamenti internazionali dell’Italia, a partire dall’Expo, che
  206. il 1° maggio affronterà un grande tema, per chi crede nella politica. Nutrire il pianeta,
  207. cambiare la vita degli uomini. Questo significa fare un grande investimento sullo stile di
  208. vita, certo! Ma anche di lotta alla fame. Io vorrei lasciarvi non con un pensiero su
  209. Telemaco, ma con un pensiero su Ulisse. Perché, è difficile, leggere più di due libri è difficile per
  210. alcuni di voi[ppp+impl+top], lo capisco, però, ho imparato che cosa fosse l’Europa non nei
  211. corridoi delle istituzioni. Ho imparato che cosa fosse l’Europa, Signor Presidente, nello
  212. studiare la storia della mia città. E nella mia città c’è un grande personaggio, che è Dante
  213. Alighieri che, quando mette in bocca una piccola orazione a Ulisse fa un riferimento che
  214. trovo straordinariamente efficace oggi, nel momento in cui vorrebbero[vag] rintanarci in
  215. casa impauriti e sconvolti. Dice, Dante, facendo parlare Ulisse, “fatti non foste, per vivere
  216. come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”. Credo che sia un grande messaggio per
  217. ciascuno di noi, oggi. Il Parlamento Europeo è un bivio. Scelga se immaginare di vivere
  218. come dei bruti, inseguendo un messaggio demagogico che forse potrà portare qualche
  219. mezzo punto in più ma che non consentirà di governare l’Europa, e dall’altro c’è la
  220. possibilità di seguire virtù e conoscenza, cioè di essere europei. E noi, emozionati e
  221. responsabili, crediamo che oggi l’Europa sia il vero luogo della sfida di domani. Con
  222. questo spirito, ringrazio le istituzioni per la cooperazione e dico al Presidente del
  223. Parlamento Europeo che sempre l’Italia, fedele al suo messaggio di civiltà, di valori e di
  224. ideali continuerà a lavorare per un’Europa che sia sempre più dei popoli e sempre meno
  225. della burocrazia[ppp+impl].      

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Discorso di Beppe Grillo

Parlamento Europeo a Strasburgo – 1 luglio 2014

Puoi vedere l’intervento qui.

  1. La mia presenza già dimostra un fatto sconcertante, che in un’aula così ci sia lui che è un politico di
  2. professione ma, la cosa sensazionale[ppp+top] è che ci sia io, che sono un comedian. Provengo dal
  3. mondo dell’arte, un teatrante che ha avuto la fortuna o l’intuizione di fondare un movimento di
  4. cittadini[ppp], di cui ne avete adesso 17 rappresentanti qua. Di cittadini che facevano tutt’altro,
  5. perché faccio tutt’altro io. Quindi, parlare seriamente – perché adesso siamo in streaming, io ho una
  6. funzione di capo politico, quindi non posso neanche fare delle battute. Cioè, l’unica battuta che mi
  7. posso concedere è questa – e io sono d’accordo. Lui quando parla di un’Europa di mosaici, un
  8. mosaico, perché siamo diversi uno dall’altro, è chiaro. Io vi guardo già in faccia, non ho niente da
  9. condividere con….assolutamente anche fisicamente siamo diversi. Dunque, io innanzitutto volevo
  10. ringraziare i miei connazionali e tutti voi perché siamo arrivati qua da una campagna di stampa e di
  11. informazione vergognosa[vag], vergognosa su di lui, per esempio, sui nostri giornali, dove veniva
  12. dipinto come un uomo terribile, come un omofobo, come un razzista, come uno che c’ha giri strani,
  13. un ubriacone, una roba incredibile. Uno che rubava le figurine, quand’era a scuola, dei
  14. calciatori…cioè, un uomo orrendo, e io lo stesso. Sui miei giornali[vag], sui giornali esteri[vag] io
  15. ero una settimana Hitler[ppp], una settimana passavo di là come Stalin[ppp], omofobo, quasi
  16. stupratore, quasi stupratore, almeno hanno usato “quasi stupratore”. Con una campagna così[vag]
  17. siamo riusciti a sopravvivere[ppp], specialmente in Italia, in una maniera direi quasi…con degli
  18. anticorpi straordinari. Siamo riusciti ad avere un risultato così alle elezioni[ppp+vag], abbiamo
  19. messo 2.000 persone per bene dentro le istituzioni, abbiamo messo 11 sindaci, abbiamo messo 17
  20. persone al Parlamento Europeo. Quindi entriamo in una struttura che è nuova per tutti, per voi, non
  21. so come fate, perché io già arrivare qua, da Milano, in macchina, c’ho messo 12 ore, con i limiti –
  22. attraversi la Svizzera che c’ha tutti i divieti del mondo. Arrivare che non c’è un aereo. Io non
  23. pensavo fosse possibile che non c’è un aereo Strasburgo-Roma, non c’è! E allora devi andare a
  24. Londra, passare da Londra. Vado a Tangeri; c’è un volo a Tangeri, Tangeri-Milano. Cioè, una
  25. roba…già come fate a essere qua? Lo dicevo prima…una struttura fatta apposta per complicare,
  26. per non far capire a 500 milioni di persone europee che cos’è questa roba qua. C’è scritto davanti a
  27. questo edificio che per raggiungere l’ingresso sono diventato matto perché…comunque c’è scritto
  28. “500 milioni di europei, un Parlamento”. Questo è una parte del Parlamento. Dov’è il Parlamento,
  29. che cos’è il Parlamento? Chi c’è nel Parlamento? Non sappiamo nulla! Se voi parlate a un polacco,
  30. parlate a un rumeno, parlate a un inglese normale, a un italiano normale, non sanno la differenza tra
  31. un consiglio, tra una commissione, “adesso andiamo nella Presidenza italiana”. Son tutti gasati in
  32. Italia perché prendiamo la presidenza del Consiglio Europeo che è quello che fa l’agenda, che dice
  33. “mercoledì….no, facciamo giovedì mattina”. E allora, i poteri dove sono? Chi sono queste
  34. persone nominate, non elette da nessuno[vag]? Noi per lo meno usciamo da una situazione di
  35. elezioni, di votazioni. Queste persone sono state votate da cittadini. Questi qui[vag] sono messi lì,
  36. Io conosco, adesso, lui ci è abituato, io no, Von Rumpu-puy….non so neanche
  37. Questo Schultz, Schultz, che è venuto in Italia a farsi la campagna con i soldi europei,
  38. quindi pubblici. Ha fatto una compagna contro di me! Contro di me, che io non lo conosco neanche!
  39. Dicendo che io ero un venticello che passava così. Un venticello che – stai attento Schultz, adesso
  40. sono qua! Sono qua, Schultz! Siamo qua in 17, più io in 18! Quindi, chi sono queste persone[vag]
  41. messe lì con 400 voti che comandano i destini di milioni di persone? Noi vogliamo fare un’Europa,
  42. ce la metteremo tutta. Faremo un’Europa e diremo che tipo di Europa vorremmo. Vorremmo anche
  43. un’Europa diversa[impl], di cittadini, un’Europa che non sia una roba di banche e di
  44. finanziaria[impl]. Questo si chiama EFDD. Noi abbiamo aggiunto una D, che è la democrazia
  45. diretta, perché crediamo nella partecipazione dei cittadini a qualsiasi tipo di elezione. Qualsiasi tipo:
  46. con referendum partecipativi, con bilanci partecipativi. Cioè, far conoscere questa complessità
  47. enorme[ppp] che è questa Europa qua. Dicevo prima, nel 1999 avevamo tredici tipi di moneta. Oggi
  48. ne abbiamo 12 tipi, di cui uno è l’euro. Che tipo di unione monetaria abbiamo fatto? Io non lo so!
  49. Che tipo di unione economica è questa? Se l’unione economica è fatta dal commercio mondiale, se
  50. sono le multinazionali private che gestiscono il commercio del mondo. Che cos’è questa Unione
  51. Europa, economia europea, qual è l’economia? Allora i significati di queste parole è che ci serve più
  52. Europa, servono più soldi alle banche, serve più rigore. Questa è un’Europa che è fallita, e lo
  53. sanno[vag] che è fallita, lo sanno[vag]! Si sono coalizzati tutti[vag]! Contro me, contro lui, contro i
  54. gruppi[vag]. Ci danno[vag] del terrorismo politico, ci dicono[vag] che siamo razzisti perché
  55. vogliamo controllare dei flussi. Io son venuto qui a imparare. I flussi vanno controllati. Quant’è che
  56. si parla di controllare i flussi delle immigrazioni da parte dell’Europa[top]? Anni, che si parla di
  57. questo! E continuiamo ad averci situazioni ormai impossibili da gestire[ppp]. Allora, se noi
  58. dobbiamo ricevere delle persone che scappano da una guerra, io vorrei sapere chi è che ha causato la
  59. Perché se i siriani vengono e approdano in Italia, noi dobbiamo accoglierli – e dobbiamo
  60. accogliergli – io voglio sapere CHI si deve accollare il peso di questa accoglienza[ppp]: la
  61. Finmeccanica? (Una nostra grande azienda che vende armi alla Siria. Bè, se vendi armi alla Siria ti
  62. accolli i costi di gestione di un flusso di immigrati che vengono in Italia.) Allora, arrivano
  63. dall’Africa? Andiamo a vedere chi è e le ragioni per cui arrivano dall’Africa. Allora, con i
  64. finanziamenti, con le sovvenzioni della carne, del frumento e del riso, noi con le eccedenze portiamo
  65. carne in Africa, rovinando il bestiame del mercato africano. Poi questa gente muore di fame e viene
  66. di qua. Allora, diamo nomi e cognomi a questa gente[impl]. Noi siamo qua perché vogliamo
  67. cambiare ma, vorremmo dire che i trattati che sono stati fatti da Maastricht, da Amsterdam, io me li
  68. sono andati a leggere. Il trattato di Lisbona. Non sono stati rispettati. Sono stati cambiati con dei
  69. regolamenti[vag]. Questi…c’è stato un golpe, vergognoso, criminale, fatto da persone, dal 1999 a
  70. oggi che sono i ministri delle finanze di tutti gli stati, il ministro delle finanze tedesco, il nostro
  71. Ciampi che per primo ha iniziato questa stortura[ppp] e questo cambiamento dei trattati[ppp],
  72. perché nel trattato c’è scritto anche – nel trattato di Lisbona che un paese, se è in difficoltà, se ne può
  73. andare, può uscire. E allora noi andiamo lì e veniamo a cosa ci obbliga questa Europa[ppp]. Ci
  74. obbliga magari a fare un fiscal compact? Questi nomi, queste sigle di cui la gente non sa
  75. assolutamente nulla[ppp]. Quando cercavo di spiegare vedevo già che la gente, dalla parola, diceva
  76. “non mi dire queste cose, non le capirò mai!”. Ma le subirai, se non le capisci, le subirai! Le subirà
  77. la tua famiglia, il tuo lavoro! Da noi hanno chiuso 300.000 imprese. Chiudono migliaia di imprese in
  78. un mese! Ogni negozio che apre ne chiudono due! Abbiamo il costo del lavoro più alto
  79. d’Europa[vag]. Abbiamo la disoccupazione giovanile al 60%. Vi dò qualche dato, sulle nostre
  80. cose, ecco, perché in Italia, rispetto ai livelli pre-crisi, ci sono 3 milioni di poveri in più di qualche
  81. anno fa[top]. 3 milioni in più vuol dire 93,9% in più! 3 milioni e 700 mila persone disoccupate in
  82. più, il 122%. Il Pil è crollato del 9%. Ma quale? Quale soluzione c’è[impl]? Che crescita c’è[impl]?
  83. Il 3% all’anno[impl]? Perché, il fiscal compact dice che devi crescere, la crescita, il famoso mito
  84. della crescita! Il lavoro è scomparso, te lo devi re-inventare! E pensare di un mondo che cresce,
  85. cresce, cresce e cresce sono ragionamenti vecchi, vecchi, ormai di cariatidi, vecchi, di concepire
  86. l’economia così. Bisogna fare un salto di immaginazione, immaginarci dove vogliamo vivere e in
  87. che mondo vogliamo vivere. Io, in questo mondo, i miei figli non ce li voglio far vivere. Ecco perché
  88. sono qua, e ho cambiato il mio lavoro, ho cambiato la mia struttura mentale[ppp] per venire qua e
  89. non far più ridere, non fare battute. Son venuto qua a parlarvi seriamente. E allora, fiscal compact
  90. che noi abbiamo messo come numero uno da abolire, neanche da dire….perché è la risultanza di una
  91. vergognosa stortura di un trattato[ppp]. Scusate, voglio far capire alla gente che abbiamo questi
  92. meccanismi[ppp]…le parole! La truffa delle parole[ppp]! Questi[vag] usano ancora le parole[ppp]:
  93. truffa, meccanismo, di stabilità. Usano il patto di stabilità, che è una parola buona ma nasconde
  94. questo tipo di cose. Il pareggio in bilancio che – la nostra politica fiscale – non ci permette di
  95. indebitarci per investire. Se io investo nei miei figli ho diritto di indebitarmi. Non è un debito, è un
  96. Abbiamo delegato sovranità monetaria, sovranità alimentare, sovranità culturale! Non
  97. pensiamo più! Non pensiamo più, la gente[vag] ha paura di pensare! Di pensare questi meccanismi.
  98. Ma, scusate, allora, se noi dobbiamo ridurre il debito, il rapporto debito-Pil per arrivare al 60%[top],
  99. dovremmo tagliare 50 miliardi all’anno! È poco se io vi dico 50 miliardi. Ma, se lo dico io, in
  100. televisione vanno i grandi economisti[impl] a dire “un pagliaccio va a dire queste cose”. Io sono il
  101. pagliaccio, non ho nessun titolo in merito, ce l’hanno i bocconiani, i grandi economisti che non ne
  102. hanno azzeccata una in vent’anni. Nessuno[vag] ha previsto la crisi del 2008, nessuno[vag] ha
  103. previsto la crisi del 2008. Il giorno prima tutti gli economisti, sui grandi settimanali, i grandi
  104. giornali economici, incitavano a investire nelle banche. Qui bisogna sedersi e ricominciare a
  105. ragionare[ppp]. Io voglio capire, dobbiamo far capire che cos’è questo sistema[ppp]. Vogliamo far
  106. capire che tipo di mondo vogliamo[ppp]. Io voglio un mondo dove l’economia sia reale[impl]. Noi
  107. abbiamo oggi 200 triliardi di dollari di soldi virtuali. 200 triliardi, e il Pil del mondo è 70 miliardi!
  108. Quindi abbiamo il triplo di soldi che girano, virtuali, e l’economia reale è un terzo. Quando si
  109. scaricherà questa bolla[ppp+top] è finita. Noi non abbiamo più nessun tipo di speranza in Italia,
  110. con questi meccanismi[ppp+top], di uscire dalla benché minima crisi. Non c’è! Non ci sarà mai una
  111. crescita del 3% all’anno per 20 anni! E stanno già cominciando a svendersi il Paese[impl+vag], cari
  112. Arrivano i fondi americani, i black rock americani, oppure gli anglo-americani. Rudens,
  113. oppure l’Allianz, che stanno comprando i nostri 7 mila chilometri di spiagge. Vanno già nei
  114. musei[im.convn], nei nostri musei, i ragionieri dell’Europa. Vanno già a catalogare i nostri
  115. capolavori[im.covnv], sotto gli Uffizi, vanno a Pompei. Si stanno svendendo tutto. Stiamo
  116. svendendo tutto quello che abbiamo. Come se avessimo un’enorme Equitalia, che arriva a
  117. riscuotere, perché noi non facciamo un adeguamento strutturale. Ora, io spiegavo l’adeguamento
  118. strutturale ai bambini, a scuola, alle elementari. L’adeguamento strutturale. Io ti dò questo se tu fai
  119. un adeguamento strutturale. L’adeguamento strutturale è far coincidere la domanda con l’offerta,
  120. dove la domanda è un piccolissimo buchino di culo di un bambino piccolo, e l’offerta è una
  121. supposta grossa come un dirigibile. L’inserimento si chiama adeguamento strutturale, ed è quello
  122. che sta succedendo. Ci stiamo vendendo acqua, ci stiamo svendendo gas, ci stiamo svendendo
  123. qualsiasi cosa! Ci stiamo svendendo l’oro! La Banca d’Italia, 2.500 tonnellate d’oro. E così, senza
  124. che la gente possa….si è ritirata, non protesta neanche più[ppp], non si protesta neanche più[ppp].
  125. Le proteste vengono prese come singolarità, come pazzi che dicono uscire dall’euro. Il problema
  126. non è tanto l’euro, il problema è che non abbiamo un piano B! Non c’è un piano B. Entro cinque
  127. anni, noi dobbiamo capire dove andiamo a finire perché così[vag] non c’è assolutamente nessun
  128. tipo di speranza. I dati che c’ho io…poi oltre il fiscal compact c’è il Mes…anche queste sigle! Il
  129. Mes! Ma, il Mes è meccanismo europeo di stabilità, un meccanismo – bè, lo sapete meglio di me.
  130. Io parlo per chi ci sta ascoltando fuori, non certo per fare una lezione a voi, le sapete, le cose, no? Il
  131. meccanismo, il Mes. Il Mes è una cosa straordinaria. Ci vuole uno psichiatra per capire queste
  132. cose[impl]. Dal punto di vista neurologico le devi analizzare. Non serve più un economista. Serve
  133. uno che sia studioso di comportamenti, di coscienze, di cognizione! Perché il Mes è qualcosa di
  134. incredibile! Noi mettiamo 750 miliardi per salvare gli Stati. 125 li mettiamo noi come Italia, no? A
  135. debito, ovviamente. In caso, in caso – e io me lo sono andato a leggere il trattato – non è in caso di
  136. crisi economica. In caso, se la crisi economica può mettere in crisi l’euro[top], allora io ti salvo e ti
  137. presto i soldi, cioè io ti do dei soldi che metti lì, gestiti da gente che non si sa chi siano[vag], non
  138. c’hanno referenze, una specie di clan che non pagano tasse[vag]…il Lussemburgo. Investono
  139. questi soldi in tripla A, magari in fondi della Germania. Io ti do i soldi e poi tu questi soldi che io ti
  140. ho dato, se sono in crisi me li presti. Ma è fantastico[impl]! Ma è straordinario[impl]! È come se io
  141. avessi un’assicurazione, sulla macchina, una casco totale, ho un incidente – io ho sempre pagato il
  142. premio dell’assicurazione – ho un incidente, e l’assicurazione cosa fa? Mi presta i soldi da dare al
  143. carrozziere per ripararli. E noi vediamo questa circolazione che è, che è, ormai, incredibile! Cioè, il
  144. debito che…ci passiamo il debito un po’ uno con l’altro. Ti do il debito, lo gestisci un po’ poi me lo
  145. ridai indietro. È un’economia che non sta più in piedi, ma sta causando migliaia di vittime. Cioè,
  146. 000 persone in Grecia, in due anni si sono suicidate. Penso che siano 7.000. Eh, in Italia sono due
  147. o tre mila. Comincia, la gente ad ammazzarsi[ppp]. Aziende che chiudono. Città che si svuotano.
  148. Continuiamo ad aprire supermercati fatti da multinazionali che vengono lì[ppp]. Patti Europa-
  149. America per dire “venite, il libero mercato”. Il libero mercato. Il libero mercato, signori, è il libero
  150. mercato! E allora, dov’è l’unione? Cos’è l’unione, la solidarietà? Dov’è? La Grecia si poteva
  151. salvare, era al 2% del Pil, la Grecia, non era nulla, l’Europa unita. Ecco perché lui si alza, e ha fatto
  152. benissimo a voltare le spalle all’inno della gioia[top], perché partiamo già dall’inno della gioia,
  153. perché non è gioia più per nessuno[ppp]. L’inno della gioia l’ha usato Hitler per i compleanni,
  154. Mao, l’ha usato Smith in Rhodesia per l’apartheid, l’hanno usato i più grandi killer della storia,
  155. l’inno della gioia. Qui bisogna sedersi, ripensare in che mondo vogliamo vivere[ppp]. Il
  156. Movimento non è un partito politico, è una visione di mondo, che non appartiene più alla crescita,
  157. al lavoro. Io voglio una famiglia, che i miei figli vengano su senza il ricatto totale del lavoro e della
  158. crescita[ppp+impl]. Fare qualsiasi lavoro! I capitali girano, e dove vanno? Dove il lavoro costa
  159. meno, dove ci sono gli schiavi. Oggi abbiamo gli schiavi. Ma forse era meglio avere uno schiavo,
  160. che lo pagavi; e costava 200.000 mila euro, una volta, uno schiavo, nell’ ‘800, negli Stati Uniti.
  161. Però ne avevi cura! Perché non potevi affamarlo, non potevi farlo ammalare, ne avevi cura perché
  162. era un investimento, allora, un schiavo. Adesso è ancora peggio[ppp]. Abbiamo tolto qualsiasi
  163. diritto alle persone. Si schiaccia il mercato verso il basso, si schiacciano i salari verso il basso.
  164. Facciamo fare guerra ai poveri nelle periferie. Ecco perché lui vuol controllare i flussi[top], e
  165. abbiamo un camionista, un camionista svedese, eccolo lì. Allora è chiaro che lui abbia i problemi di
  166. equiparare i flussi che ha in Svezia con quelli della Finlandia, della Danimarca, vuole equiparare!
  167. Perché sa benissimo che arrivano i camionisti rumeni che lavorano a metà del suo
  168. stipendio[ppp+top]. È quello che succede da noi! Non siamo diversi. Siamo diversi fisicamente,
  169. come, magari, di faccia, di cose ma, i problemi sono sempre gli stessi. Allora, siamo qua per
  170. cambiarla[ppp], ‘ste Europa, e la cambiamo[ppp]! Noi abbiamo delle persone straordinarie, qua. Io
  171. non vi conosco, ma conosco quelli che abbiamo mandato qua, che sono persone che facevano un
  172. altro lavoro ma hanno la volontà e l’impegno di creare una roba trasparente[ppp+impl]. La
  173. prima[ppp+top] è la trasparenza! Bisogna far conoscere cosa succede nelle commissioni, dove
  174. agisce un politico e sette missionari delle multinazionali[impl]. Bisogna capire dove vanno i
  175. Io ho guardato i finanziamenti che arrivano. Io son già venuto due o tre volte, qui, in
  176. Sono venuto per dire “ragazzi, non date più finanziamenti all’Italia perché, se date dei
  177. finanziamenti scompaiono in tre regioni!” Calabria, Sicilia…quindi mafia, andrangheta e camorra!
  178. Non dateli più! Allora, controlliamo i flussi, io voglio controllare i flussi dei soldi; non sappiamo
  179. dove vanno! Se andate a vedere i progetti, in Italia, ci sono cinque, sei grandi aziende statali o
  180. parastatali che si dividono i soldi. Poi, il 5%, piccoli imprenditori che magari hanno difficoltà a
  181. prendere un finanziamento, magari con dei bei progetti. E vai a vedere che progetti sono! Un
  182. milione di euro dato a chi? A società di ingegneristica finanziaria. Chi sono? Nomi, cognomi, non
  183. c’è niente, S.p.A. Il progetto come si chiama? Jessica. Progetto Jessica, S.p.A, società anonima.
  184. Allora, dobbiamo tirare fuori[ppp]. Loro[vag] hanno paura di questo! Hanno una gran paura che
  185. noi tiriamo fuori perché noi abbiamo cambiato il Parlamento italiano[ppp], abbiamo cambiato la
  186. politica italiana[ppp], l’abbiamo già cambiata[imp. convn.+ppp], abbiamo già fatto la
  187. rivoluzione[imp. convn.+ppp]. Abbiamo costretto la gente a diminuirsi lo stipendio[ppp], a fare a
  188. meno delle auto blu. Abbiamo cominciato a fare una grandissima opposizione[ppp]. Non l’avevano
  189. mai vista un’opposizione. E anche lì la stessa cosa! La loro forza era la complessità delle
  190. leggi[ppp]. Le leggi non le capisce nessuno. Si vota perché il capo-bastone ti dice “vota sì o vota
  191. no”. Non vai a leggere il comma 7, del comma 9, che modifica il comma 5, del paragrafo 7. Non
  192. interessa a nessuno perché è incapibile. È la loro forza[ppp], non farci capire[top]. Noi siamo qua
  193. per capire, per semplificare[ppp], per portare fuori[ppp] e dire “Signori, l’Europa che vogliamo non
  194. è questa. È un’Europa di cittadini, solidale, che coopera nell’immigrazione, nella religione,
  195. coopera! Vuol dire stare insieme su certi problemi. Questa gente[vag] qua è…dilettanti! E poi
  196. hanno questo atteggiamento criminogeno, criminogeno! Perché loro[vag], con le loro regole[vag],
  197. hanno cambiato i trattati! I trattati firmati da galantuomini. Perché questa è un’idea che sarebbe
  198. nell’intento di chi ha inventato l’Europa. Era una cosa meravigliosa! Io sono il più europeista di
  199. tutti! Non contro l’Europa! Io sono contro questo tipo di meccanismo[vag], di gente che non ha
  200. emozione[vag]. Io amo le persone come lui. Perché ci siamo incontrati subito? Perché lui
  201. emotivamente è una persona! Prima di essere un politico, lo vedi, è un persona! Non c’è uno di
  202. questi qui che ho visto, neanche nel nostro Parlamento, che hanno più emozioni. Fanno due+due,
  203. Arrivano dalle università, fanno quattro calcoli sbagliati e non hanno minimamente nessun
  204. ritegno che quel calcolo lì porta alla disperazione centinaia di migliaia di famiglie, centinaia di
  205. migliaia di piccole e medie imprese[top]. Quindi siamo qua, per cambiare da qua la nostra
  206. situazione[ppp], come lui vuole cambiare la sua situazione a Londra[ppp]. Se mi va male a
  207. me, vengo stare a Londra a casa sua. Quindi devi cominciare a organizzarti come casa, come tutto,
  208. un paradiso fiscale. Se ci sono i paradisi fiscali vuol dire che ci sono gli inferni fiscali. Anche una
  209. politica in comune l’hanno mai presa sul serio[impl+vag]? Una politica in comune fiscale? Hanno
  210. mai preso sul serio una politica dell’informazione[impl+vag]? Noi non abbiamo un’informazione
  211. in Italia, siamo al 54° posto nella scaletta della libertà di stampa. Siamo considerati Paese semi-
  212. Non abbiamo la stampa, la stampa si è coalizzata totalmente, da Destra a Sinistra, dal
  213. Centro, da sopra, da sotto, per fermare questo movimento di cittadini liberi. E la libertà è nella
  214. conoscenza, io non riconosco altro. Noi nasciamo dalla rete, noi vogliamo potenziare la rete, e
  215. guardate un po’. E vogliamo tornare alle economie reali[ppp]. L’economia reale significa
  216. l’economia reale. Significa quella delle piccole e medie imprese. Noi abbiamo una realtà
  217. completamente diversa dalla Svezia, dal camionista, magari dalla Lituania. Io non conosco bene il
  218. vostro contesto, ma conosco bene il mio. L’ho girata tutta la mia nazione! Abbiamo delle piccole e
  219. medie imprese, produciamo delle cose meravigliose. Dobbiamo tutelare il made in Italy, dobbiamo
  220. farlo da qua! I finanziamenti devono arrivare all’agricoltore, non alla multinazionale
  221. dell’alimentare[impl]. I finanziamenti devono arrivare al pescatore, non alla multinazionale della
  222. pesca[impl]. Allora, io li ho girati tutti. Ho visto, ho proprio toccato con mano i problemi della mia
  223. gente[ppp] così e sono….Questi problemi cercheremo di risolverli da qua, insieme a lui, insieme a
  224. gente come voi, di buona volontà. Ci daranno dei nazisti, ci diranno degli omofobi, ci diranno che
  225. siamo….eh veramente, non hanno argomenti, non hanno più argomenti. Io ho cercato di parlare
  226. con chiunque e parlo con chiunque. Mi attaccano solo per dirmi che sono un comico, che sono un
  227. Non entrano mail nel merito delle cose. Io ho girato mezzo mondo, perché sono un curioso.
  228. Sono andato a vedermi perché c’è un rifiuto[ppp]. Vuol dire che dietro a un rifiuto c’è la
  229. progettazione di una cosa che è sbagliata[impl]. Abbiamo bisogno di nuovi ingegneri[ppp], di
  230. nuovi design[ppp]. Bisogna parlare, partire dal fatto che dovremmo parlare, invece di crescita,
  231. parl….un passaggio epocale, di mente! Passare dal manager al service manager. Cioè non abbiamo
  232. più bisogno di possedere le cose, dobbiamo usarle, le cose! Non siamo una società da 300 all’ora
  233. per le merci. L’alta velocità, a tutti i costi! La Svizzera e la Svezia non hanno l’alta velocità. Hanno
  234. le stesse medie, però dell’alta velocità. 160 chilometri all’ora, usando un treno che però faceva la
  235. FIAT, che si chiamava pendolino che andava sul binario normale. La Svezia ha gli X2000 con un
  236. treno normale. Le stesse medie dell’alta velocità senza avere l’alta velocità, come? Con gli orari
  237. perfetti e con un locomotore che faceva i 220 ad assetto variabile senza fare una linea! Siamo una
  238. società a 200 all’ora, non a 300! Io voglio riprendermi il tempo mio[ppp], della mia famiglia!
  239. Voglio che non ci sia un ricatto del lavoro[impl]. Se perdi il lavoro perché chiude l’azienda. Chiude
  240. l’azienda. Bene, io ti voglio garantire almeno un reddito di sopravvivenza per due o tre anni. Un
  241. reddito di cittadinanza, che tu avrai in cambio di piccoli lavori per la tua comunità, avrai in cambio
  242. di far studiare i tuoi figli a scuola, avrai in cambio di altre cose. Lo stato che noi vorremmo
  243. rifare[ppp+top], lo Stato, mettendoci dentro dei cittadini, lo Stato avrà questa forma straordinaria di
  244. aiutare le persone che avranno bisogno, piuttosto che far chiudere le persone che non ce la fanno
  245. più[impl]. Quindi io vi do, veramente col cuore, il benvenuto. Non so se mi sono dimenticato
  246. qualcosa, non credo. Sì, ci sono, ci sono, i cittadini al centro, ci sono un po’ di cose. Io vi ringrazio!
  247. Vi ringrazio e statemi vicino.

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Commento all’analisi del discorso di Matteo Renzi

Nel discorso di Renzi, l’uso di presupposizioni è talvolta associato all’espressione dielogi, riconoscimenti verso il proprio partito, l’Europa o la politica europea del Partito Democratico, talvolta a contenuti di attacco o critica.

In 11-12, la descrizione definita il grande sogno dell’Unione Europea presuppone che l’Unione Europea sia un grande sogno da realizzare, mentre l’occorrenza in 12 (il diritto di essere eredi), in riferimento ai cittadini europei, presenta come già nota l’esistenza di un “diritto di essere eredi” di una identità e, più segnatamente, di un’identità Europea. La persuasività di queste due presupposizioni risiede nell’assunto, presentato come condiviso dall’interlocutore, che ai cittadini europei spetti un diritto da parte dell’Europa. Altre presupposizioni con finalità persuasiva sono quelle veicolate da subordinate modali come l’occorrenza in 22-23 (come l’Europa può avere una chance per il futuro) che presuppone che l’Europa può avere una chance per il futuro. La frase relativa in 38-39 (nei valori che hanno fatto grande il nostro Paese, che hanno fatto grande il nostro continente) presuppone che vi siano dei valori che hanno reso grande il nostro Paese e il nostro continente, mentre nella relativa in 51 e 52 (l’intelligenza, la saggezza che molti di voi gli hanno riconosciuto) sono presentate come note e indiscusse l’intelligenza e la saggezza di Giorgio Napolitano, oltre al fatto che tali qualità gli siano state riconosciute da buona parte dei destinatari cui Renzi si rivolge. Vi sono poi subordinate temporali, come quella in 83-84 (quando sottolineavamo l’importanza di investire sulla crescita), che presuppone che Renzi e il suo partito abbiano sottolineato in precedenza l’importanza di investire sulla crescita, e lo stesso vale per la subordinata in 84-85 (quando sottolineavamo l’importanza di investire in modo diverso sul rapporto tra economia e flessibilità).

Meno diffuso è il ricorso ad implicature conversazionali, principalmente impiegate per esprimere critiche o rimarcare una determinata posizione ideologica. Ad esempio in 27-28 (non le istituzioni europee), l’uso enfatico della negazione implica che si sia talvolta ritenuto che ciò che serve ai cittadini italiani lo abbiano realizzato le istituzioni europee e non l’Italia. Con l’implicatura in 103-104 (una demagogia imbarazzante), invece, Renzi lascia intendere che il dibattito europeo sia stato caratterizzato da una demagogia imbarazzante.

Più diffuso è invece il ricorso a strategie di topicalizzazione, molto spesso realizzate da clausole ipotetiche anteposte, come l’occorrenza in 26 (se vuole stare nella competizione globale) in cui è veicolato come informazione data e presente all’attenzione del ricevente che l’Italia voglia stare nella competizione globale, o l’occorrenza in 136-137 (se vuole essere davvero fedele all’idea di Unione Europea e di unità europea) in cui, analogamente al caso precedente, è presentato come già introdotto nell’universo di discorso che l’Italia vuole essere fedele all’Unione Europea e all’unità europea. Dello stesso tipo sono l’occorrenza in 172 (se qui noi saremo classe dirigente) e quella in 172-173 (se qui noi saremo leader e uomini capaci di guidare le istituzioni).  

Le strategie di vaghezza sono limitate all’uso di pronomi indefiniti come qualcuno in 150, con cui Renzi lascia indeterminata l’identità di colui che sta dicendo che si debba vivere impauriti e rannicchiati. Anche in 189, l’espressione certa parte di demagogia non determina esaustivamente “quale” parte di demagogia vorrebbe cancellare i valori di cui Renzi parla.  

Commento all’analisi del discorso di Beppe Grillo

Nel discorso di Grillo, la presupposizione è spesso associata a contenuti elogiativi, rivolti talvolta al Movimento Cinque Stelle, talvolta all’emittente stesso. Di questo tipo sono l’occorrenza in 18 (siamo riusciti ad avere un risultato così alle elezioni) in cui il verbo di cambiamento di stato riuscire presuppone che il Movimento Cinque Stelle abbia tentato di ottenere un risultato positivo alle elezioni, e quella in 57 (continuiamo ad averci situazioni ormai impossibili da gestire), in cui il verbo continuare presuppone che le situazioni legate alla politica immigratoria in Italia fossero, anche in precedenza, difficili da gestire. La descrizione definita in 71 (questa stortura) presuppone – senza averlo asserito altrove nel testo – che la modifica del trattato di Lisbona sia una stortura, mentre in 92 (La truffa delle parole), è presentato come noto che le istituzioni europee abbiano usato le parole in modo truffaldino. Altre descrizioni definite associate a contenuti di attacco o critica sono esemplificate dall’occorrenza in 189-190 (la complessità delle leggi) in cui Grillo presenta come già condiviso che le leggi siano complesse, e da quella in 222-223 (i problemi della mia gente) in cui è comunicato come parte delle conoscenze condivise che gli italiani abbiano problemi. Interessanti sono inoltre gli usi in 238 (riprendermi il tempo mio) in cui è presupposto che qualcuno abbia rubato il suo tempo, e quello in 242-243 (Lo Stato che noi vorremmo rifare) in cui, mediante una frase relativa, è dato per scontato che il Movimento Cinque Stelle voglia “rifare” lo Stato.

Contenuti di attacco o critica sono altresì associati a strategie implicaturali, come esemplificato dall’occorrenza in 43-44 (che non sia una roba di banche e di finanziaria) dove, mediante lo sfruttamento della massima di relazione, è implicato – cioè, lasciato inferire solo indirettamente – che attualmente l’Europa sia solo una “roba” di banche e di finanziaria. Altre implicature conversazionali sono associate all’uso di atti linguistici indiretti. Ad esempio, in 82, i due enunciati interrogativi Quale soluzione c’è? e Che crescita c’è? celano in realtà atti assertivi volti ad esprimere opinioni contrarie all’idea che vi sia una soluzione alla crisi economica dell’Italia e che vi sia crescita. Il successivo enunciato interrogativo in 83 (Il 3% all’anno?) poggia in realtà sull’intento ironico di sottolineare che la crescita sia stata piuttosto esigua, e che in questi casi sia persino inopportuno parlare di crescita. Dello stesso tipo sono le implicature in 140 (Ma è fantastico! e Ma è straordinario!) in cui Grillo maschera attraverso esclamazioni encomiastiche la negatività delle politiche messe in atto dalla Comunità Europea. Anche nel discorso di Grillo, implicature di tipo conversazionale sono talvolta generate dall’uso enfatico della negazione. Ad esempio in 220 (non alla multinazionale dell’alimentare) e in 221-222 (non alla multinazionale della pesca) è implicato che i finanziamenti all’agricoltura arrivino alla multinazionale dell’alimentare e non direttamente all’agricoltore, e che non sia il pescatore ad essere finanziato bensì la multinazionale della pesca. 

Meno diffuso è il ricorso a topicalizzazioni, associate principalmente a contenuti di attacco o critica. In 80-81, l’occorrenza ci sono 3 milioni di poveri in più di qualche anno fa costituisce un topic (post-focale) mediante il quale è presentato come già introdotto nel discorso precedente che in Italia vi siano 3 milioni di poveri in più rispetto a un anno fa. Altre topicalizzazioni sono codificate da frasi ipotetiche, come quella in 98 (se noi dobbiamo ridurre il debito, il rapporto debito-Pil per arrivare al 60%), che presenta come informazione già data e appartenente all’universo di discorso che si debba ridurre il debito, il rapporto debito-Pil, per arrivare al 60%, e quella in 136 (se la crisi economica può mettere in crisi l’euro) dove l’ipotesi che la crisi economica possa mettere in crisi l’euro è offerta al lettore come informazione già disponibile, e pertanto già vagliata dall’interlocutore. Infine, la topicalizzazione post-focale in 192 (non farci capire) presenta come informazione data che coloro che guidano le istituzioni europee non intendano far capire nulla delle politiche che mettono in atto.      

 La vaghezza trova espressione soprattutto nell’utilizzo di sintagmi indefiniti come gente che non si sa chi siano in 137, una specie di clan che non pagano tasse in 138, questa gente in 195, le loro regole in 196, questo tipo di meccanismo in 199. Nell’occorrenza in 137, Grillo lascia sotto-determinata la referenza associata al sostantivo gente, e lo stesso vale per l’occorrenza in 195. In 196 non è specificato di che tipo di regole si stia parlando e, soprattutto, chi ne sia il fautore. Allo stesso modo, in 199 non è specificato a quale tipo di meccanismo Grillo stia alludendo.

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Informazioni utili alla lettura

Ogni contenuto discutibile è evidenziato con un colore diverso che corrisponde al tipo di implicito linguistico usato dal parlante in quell’occasione. Il tipo di implicito è indicato nell’etichetta che compare al passaggio, e che ne esplicita anche la funzione comunicativa.

Ogni contenuto implicito serve a realizzare un certo obbiettivo nella comunicazione: cioè, è dotato di una Funzione comunicativa. Ad esempio: Autoelogio, Elogio di altri, Attacco, Difesa e Opinione personale. 

La Presupposizione è un contenuto presentato come se i destinatari ne fossero già al corrente: in questo modo non sono indotti a metterlo in discussione.

L’Implicatura è un contenuto che non è detto esplicitamente, ma è lasciato intuire. Poiché lo implica lui, il destinatario si accorge di meno che gli è stato trasmesso dall’emittente. 

Un’Espressione vaga è compatibile con molti diversi contenuti concreti, per cui è difficile accorgersi se essa sia falsa o esagerata.

Un Topic, per i linguisti, è un’informazione presentata come se se ne stesse già parlando, quindi come se fosse già abbastanza accettata nel discorso.