Discorso di Matteo Salvini
Comizio elettorale in Piazza Duomo, Milano, il 18 maggio 2019
Qui puoi vedere il video del discorso per la chiusura della campagna elettorale della Lega per le elezioni europee.
- Innanzitutto grazie.
- E fatemi dire che questa è una giornata eccezionale.
- E vi dico grazie per essere qua a cambiare la storia insieme a noi.
- Ragazzi non voglio nessuno, ok? Una rispostina, e poi parleremo di vita, di futuro, di speranza. In questa
- piazza c’è gente che ama, in questa piazza c’è gente che rispetta[impl]. A Milano oggi c’è gente che
- vive con passione, che non si rassegna a un futuro di povertà, di precarietà, di paura e di
- schiavitù[ppp+impl]. Come, come diceva Gilbert Chesterton – e questo l’ho pensato stanotte, quando mi sono
- addormentato a casa abbracciato a mia figlia di sei anni, pensando che quello che sto e che stiamo
- facendo[vag] non lo stiamo facendo per noi, ma lo stiamo facendo per i nostri figli e le nostre figlie – e questo
- Chesterton scriveva che il vero soldato combatte non perché odia ciò che c’è di fronte a lui, ma perché ama ciò
- che c’è dietro di lui. E noi amiamo la nostra terra, amiamo i nostri figli, amiamo i nostri valori, amiamo la
- Madonnina che ci protegge dall’alto e ci accompagna e ci accompagnerà[ppp]. In questa Piazza
- non ci sono estremisti, non ci sono razzisti, non ci sono fascisti[impl]. Semmai in Italia e in Europa,
- la differenza è fra chi guarda avanti, fra chi parla di futuro, fra chi costruisce un sogno, fra chi
- parla di lavoro[ppp] e chi invece fa i processi ai fantasmi del passato che non tornano[ppp].
- Parlano di passato perché non hanno un’idea di futuro[vag]. Lasciamo agli altri volentieri le paure e
- i fantasmi del passato[ppp+vag]. Noi insieme stiamo costruendo il futuro[ppp]. Qua non c’è
- l’ultradestra[impl+ppp], qua c’è la politica del buon senso[ppp+vag]. Gli estremisti sono quelli che
- hanno governato l’Europa per vent’anni nel nome della precarietà e della povertà[ppp+vag].
- Questi sono gli estremisti. Qua c’è l’Europa originaria[ppp+vag], l’Europa di cui parlava colui che oggi
- compierebbe 99 anni ed è uno dei più grandi uomini, non della storia della Chiesa ma della storia dell’umanità
- e penso a San Giovanni Paolo II, che nacque proprio un 18 maggio di tanti anni fa. E che parlava di vocazione
- dell’Europa alla fraternità, alla solidarietà di tutti i popoli che la compongono, dall’Atlantico agli Urali. Che
- parlava di nazioni, parlava di popoli, parlava di unità nelle differenze e non parlava della Turchia in
- Europa[impl], perché la Turchia non è e non sarà mai Europa. Parlava di orgoglio. E quello che diceva…
- Fatemi dire che di solito io non faccio mai un foglietto, però fra stanotte e stamattina, per rispetto nei vostri
- confronti, mi son messo giù a penna con correzioni e cancellazioni, cinque o sei pagine, perché stiamo vivendo
- un momento storico talmente importante che dobbiamo fare ogni cosa giusta per liberare questo Paese e
- questo continente dall’occupazione abusiva organizzata a Bruxelles in questi anni[ppp]. E quindi
- grazie per essere qua, perché la risposta alle polemiche[ppp+vag] siete voi, siete voi. Lo stesso Giovanni
- Paolo II parlava di vecchia Europa invitandola a ritrovare se stessa, a riscoprire le sue origini e le sue radici.
- Chi ha tradito l’Europa?[ppp] Chi ha tradito uno dei più bei sogni ipotizzati dai padri
- fondatori[ppp]? L’Europa dei popoli e delle Nazioni di cui parlavano De Gasperi, De Gaulle, Margaret
- Thatcher. L’hanno tradita le élites e i poteri forti che hanno occupato questa Europa nel nome della
- finanza, delle multinazionali, del Dio denaro e dell’immigrazione fuori controllo[ppp]. Le Merkel,
- i Macron, i Soros, gli Junker. Mentre noi oggi siamo in questa piazza, sotto l’acqua, sotto la pioggia
- purificatrice, ci sono uomini del Partito Democratico che fanno convegni al chiuso[vag] con alcuni
- di quei commissari europei[vag] che hanno distrutto il sogno europeo. La scelta del 26 maggio è fra il
- futuro e il passato, fra le piazze e i comitati d’affari che si trovano nelle stanze a decidere del
- nostro futuro, fra il lavoro e la disoccupazione[impl]. E io sono orgoglioso, perché insieme stiamo
- costruendo il futuro, alla luce del sole, a testa alta, col sorriso. L’Europa…Grazie amici. Se serve per voi, per
- l’Italia e per i miei figli, io do la vita. Non mi fermo davanti a niente e nessuno, davanti a niente e nessuno. É un
- impegno d’onore, d’onore. Qualcuno ogni tanto mi dice rallenta, stai attento, non combattere la mafia, la
- camorra, la ‘ndrangheta, i poteri forti, spacciatori e scafisti. Più mi dicono rallenta, più vado avanti come un
- treno per difendere il mio Paese. E per difendere il diritto alla vita di un intero continente[ppp], col
- sorriso e la consapevolezza di essere nel giusto[ppp]. L’Europa di cui parlava Benedetto XVI, un’ Europa
- che nasce dall’incontro di diverse civiltà e di cui qualcuno ha perfino negato le radici giudaico-
- cristiane[ppp+vag]. Chi nega le sue radici è un traditore e non costruisce nessun futuro. Questo siamo,
- orgogliosamente. Altrimenti rischieremmo di spalancare le porte a quella Eurabia di cui parlava una
- grande donna come Oriana Fallaci[ppp], una delle madri fondatrici di questa Europa che sta
- risorgendo e che sta rinascendo[ppp]. Non possiamo accogliere il diverso, se dimentichiamo quello
- che siamo[top]. Questo è quello che vogliamo fare. E ovviamente per accogliere chi arriva da lontano,
- dobbiamo poterlo fare[impl]. Questo insegna anche il catechismo della Chiesa Cattolica. E questo dice un
- grande cardinale, Robert Sarah, un cardinale africano e quindi esperto delle cose di cui stiamo parlando, che ha
- scritto poco tempo fa: “Bisogna fare di tutto perché gli uomini, tutti gli uomini, possano restare nel Paese dove
- sono nati”. E son contento, con la mia azione di governo, di aver dato una risposta nei fatti e non con le
- parole[ppp+impl]. De Gasperi diceva: “un politico deve fare, non deve parlare”[impl]. Anche a sua
- Santità Papa Francesco, che oggi ha detto che bisogna ridurre i morti nel Mediterraneo. La politica e questo
- governo sta azzerando i morti nel Mar Mediterraneo. Questo stiamo facendo, con orgoglio e spirito cristiano. E
- i numeri – perché la politica è passione, ma sono numeri – dicono che la politica delle porte aperte e dei
- porti aperti[ppp] fra il 2015 e il 2018 ha causato, secondo i dati dell’ONU, quasi 15 mila fra morti e dispersi.
- La nostra politica di rigore e solidarietà per chi merita[ppp+top] da 15000 morti è scesa a meno di
- 1000 vittime sul fondo del Mar Mediterraneo. Stiamo salvando vite. Diciamolo con orgoglio domani, andando
- a messa, a qualcuno – pochi per fortuna – che fanno politica dal pulpito[vag] che l’unico modo per
- salvare quelle donne e quei bambini è combattere gli scafisti e i trafficanti e aiutare l’Africa a crescere nel suo
- continente. Noi non vogliamo schiavi, non vogliamo deportazioni di massa, non vogliamo ghetti,
- non vogliamo sfruttamento[impl]. Anche perché con quei barconi comprano armi e droga. E siccome voi
- stasera tornando a casa, guardando i telegiornali, non so che immagini daranno di questa piazza, però vista da
- qua è una piazza emozionante, ve lo posso garantire. Per cui vi ringrazio finché vivo, grazie fino là in fondo,
- grazie fino là in cima, grazie. È una piazza ricca d’amore e di proposte[vag]. E da Ministro dell’Interno sono
- orgoglioso di dire che queste migliaia e migliaia e migliaia di persone sono qua, mentre poliziotti
- e carabinieri sono tranquilli e disarmati, perché ovunque noi andiamo portiamo il sorriso e
- lasciamo le città più pulite e ordinate di come le abbiamo trovate[ppp]. Questa è democrazia. Questo
- è rispetto. Questa è educazione. E vi dicevo che stasera, tornando a casa, faranno vedere l’ennesima nave di una
- ONG, che sta disubbidendo alle indicazioni della Capitaneria di Porto, della Guardia di Finanza. Noi abbiamo
- fatto scendere neonati e malati, perché mai, mai, io dirò a qualcuno “voltati dall’altra parte” mentre
- un bambino rischia la vita[impl]. La vita è sacra, la vita è sacra. E quindi bimbi, ustionati e malati da quella
- nave sono scesi. Però quella nave, fino a che il Ministro dell’Interno sono io, in un porto italiano non entra. Non
- può uno Stato, non può un continente farsi dettare le regole dai complici degli scafisti[ppp] e dei
- trafficanti di esseri umani[ppp], pagati dai Soros di turno[impl]. No, non nel mio Paese, non nel mio
- nome. Anche perché se riaprissimo i porti – come vuole qualcuno in Parlamento[vag] e spero non al
- Governo – tornerebbero a morire migliaia di persone. In Italia e in Europa si arriva col permesso e chi vota
- Lega il 26 maggio, se ci aiuterete a portare la Lega da primo partito italiano a primo partito
- europeo[top], il presidio e la difesa dei Confini dal livello nazionale, lo portiamo in tutta Europa. E qua non
- entra più nessuno senza permesso[impl]. È questo che vi chiediamo. E se un’immigrazione può essere
- facilitata e agevolata, penso semmai, più che all’immigrazione dai Paesi islamici, all’immigrazione di Paese a
- noi più culturalmente vicini e penso ai discendenti dei milioni di italiani che sono emigrati nel resto del mondo
- e che sono i benvenuti qualora volessero tornare nelle loro città e nei loro Paesi. Questa è l’immigrazione
- su cui eventualmente siamo disponibili a lavorare[ppp+impl], perché qualcun altro, che oggi si
- finge pacifico e dialogante[top], non aspetta che il momento di essere maggioranza per poi
- imporre la sua legge che non è compatibile con le nostre libertà[vag]. Perché una religione che
- dice che la donna vale meno dell’uomo[ppp], non sarà mai padrona in casa mia, mai, mai. Andrei avanti
- per ore, però abbiamo bisogno, in questa ultima settimana di campagna elettorale, di gente non influenzata e
- non infreddolita, perché abbiamo bisogno di voi – visto che abbiamo contro quasi tutto il sistema
- dell’informazione[top] – per scaldare i cuori e scaldare le menti del popolo italiano, perché la libertà e la
- vittoria sono a portata di mano[impl]. E quindi grazie per quello che farete, per l’entusiasmo e i
- sorrisi che ci metterete in questi giorni[ppp]. Europa delle Nazioni, dicevamo, Europa della democrazia,
- dove dovrà tornare centrale il Parlamento Europeo[ppp], che è l’unico organismo liberamente eletto.
- Basta con le decisioni prese in qualche ufficio di nascosto a Bruxelles o in
- Lussemburgo[ppp+impl]! Il tempio della democrazia[ppp+top] è il Parlamento Europeo e noi lì, vi
- chiedo e vi prego, potremo essere in maggioranza, lasciando a casa la sinistra, finalmente, dopo anni
- di disastri[impl]. È questo, quello…Le élites[vag] contro i popoli. I comitati d’affari[vag] contro i
- lavoratori. I banchieri da una parte e i risparmiatori, dall’altra. I grandi, i pochi che guadagnano tanto
- con queste regole europee[ppp], dai tanti che stanno perdendo tutto[ppp]. È vero che siamo Davide
- contro Golia. Ma la storia insegna: a volte i piccoli, se sono determinati e motivati[impl], sconfiggono i
- poteri forti, anche se sono pieni di soldi e di arroganza. È questo che
- stiamo facendo. La rivoluzione dei piccoli, delle province, dei territori, delle campagne, dei villaggi, delle città.
- L’Europa non sono Macron e Junker[impl]. L’Europa è Leonardo Da Vinci. L’Europa sono i nostri
- agricoltori e i nostri pescatori, massacrati dalle regole europee[impl]. Rimettiamolo al centro, il
- lavoro[ppp]. E la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America – 300 parole, non di più, non
- migliaia e migliaia di pagine, 300 parole – ricordava come i diritti fondamentali di qualunque donna e di
- qualunque uomo, il diritto alla vita, il diritto alla libertà e il diritto alla felicità e invitava qualora un governo,
- come quello dell’Unione Europea, negasse questo diritto alla vita, alla libertà e alla felicità, a cambiare questo
- governo, a mandarlo a casa e a riprendere il potere. Il 26 maggio andiamo a prenderci l’Europa[ppp],
- andiamo a cambiarla questa Europa, da cima a fondo. Usciamo dalla gabbia[ppp+impl]. Il dibattito delle
- televisioni italiane è piccolino! E il 3% e il 2% e lo spread, e il deficit e i mercati…Noi abbiamo 5 milioni di
- poveri in Italia, 20 milioni di disoccupati in Europa. Hanno provato ad abituarci alla fame, alla
- precarietà, alla povertà spiegandoci che non c’è un mondo diverso[vag]. Come provare un affare
- con Galileo, che provò a dire “no la Terra non è piatta, la Terra è tonda ed è la Terra che gira intorno al Sole”.
- Lo incarcerarono, perché era un matto, che metteva in discussione l’ordine costituito. Grazie perché siamo
- come Galileo, un pacifico esercito di matti che sta salvando il futuro dei nostri figli[impl], che hanno
- diritto al lavoro, alla vita, alla salute. Questa Europa ci imporrebbe di aumentare le tasse, di aumentare l’IVA,
- di tassare la casa, di tassare i conti correnti. Mai! La Lega al Governo è garanzia che non aumenterà di un
- centesimo di euro neanche una di queste tasse. Questa è la garanzia che dà la Lega. Al Governo sì, ma per
- gli italiani[impl]. Non un pericoloso sovversivo, ma Winston Churchill diceva che una nazione che si
- tassa, nella speranza di diventare più ricca[ppp], è come un uomo in piedi in un secchio che cerca di
- sollevarsi tirando il manico. Non ci riesci. Ecco perché questi 15. Il referendum del 26 maggio, io non prendo
- 20 impegni, ne prendo uno: di cambiare l’Europa da cima a fondo. Ma se date alla Lega di essere prima
- forza in Italia e in Europa[top], io non mollerò fino a che chiunque in Italia – imprenditore, artigiano,
- lavoratore dipendente, operaio, insegnante o pensionato – non pagherà il 15% di tasse. Il 15% di tasse, non una
- lira di più. Con coraggio. È un momento che richiede coraggio. È un momento che richiede visione. Guardate
- che cosa sta facendo Donald Trump per l’economia americana. Con coraggio, abbassando le tasse. Sta
- ripartendo l’economia[impl]! Anche qua, non solo non vogliamo aumentarle, ma l’unico modo per
- rilanciare il lavoro e combattere l’evasione fiscale[ppp] non è aumentare le tasse, ma è di diminuirle. E
- questo faremo al 15%. Dateci la forza, dateci il coraggio, dateci i numeri. Dateci la possibilità di farlo, perché
- volere è potere. Domani su qualche giornale[vag] ci sarà la discussione: “ma tanto non riesce, è una
- promessa elettorale”. Me l’avevano detto anche sulla legge Fornero[vag] e la stiamo smontando pezzo
- per pezzo e andremo avanti fino in fondo, fino a quota 41. Mi avevano detto che non saremmo mai
- riusciti ad approvare la legittima difesa[vag] ed è legge dello Stato, la legittima difesa. Mi avevano
- detto che non saremmo mai riusciti a bloccare barchini e barconi[vag] e abbiamo ridotto del 90%
- gli sbarchi in questo paese. Volere è potere, se il popolo vuole. Avete anche fatto smettere di piovere, va che
- roba! Fatemi vedere un po’ di bandiere, da tutta Italia da tutta Europa. Guarda che spettacolo! Ragazzi, siete
- una cosa emozionante. Io vi ringrazio perché quello che stiamo facendo, col sorriso e
- democraticamente[top], è possibile grazie a voi. Ringrazio anche gli undici leader europei. Fategli un
- enorme applauso che sono qua in Italia, che sono qua a Milano, a scrivere una pagina di storia. E li ringrazio. E
- fatemi dire che sono orgoglioso di essere italiano, perché di solito erano i politici italiani ad andare all’estero, a
- farsi spiegare come cambiare l’Europa. Adesso il cambiamento dell’Europa passa da Milano, passa dall’Italia.
- Mai più col cappello in mano[impl], come Renzi o come Monti[ppp]. A testa alta, con orgoglio, col
- sorriso, con le idee chiare e con la coscienza di essere nel giusto. Oggi sarebbe il compleanno, l’ottantesimo
- compleanno di un altro grande italiano, anzi di un’altro grande europeo: Giovanni Falcone. Giovanni Falcone,
- che la mafia l’ha combattuta col coi fatti, lasciandoci la vita. Onore a lui, alla sua scorta e a tutte le vittime
- dell’antimafia in Italia, in Europa e nel mondo. E spero di onorare il loro sacrificio perseguitando, paese per
- paese, mafiosi camorristi e ‘ndranghetisti e cancellandoli dalla faccia della Terra. E Falcone ci insegnava che la
- mafia non è invincibile, si può sconfiggere. E Falcone ricordava che ognuno di noi deve essere giudicato per ciò
- che ha fatto. Contano le azioni, non le parole[impl]. E io, dopo questi mesi di governo, porto in dote ai
- milioni di italiani che ci stanno seguendo – via internet, via social e via televisione – un Paese più moderno
- e più sicuro[ppp]. Aiutateci a trasformare anche l’Europa in un continente più moderno e più
- sicuro[ppp], dove ritorni il sogno[ppp]. Aiutateci a restituire ai nostri figli il sogno, il sorriso, la
- speranza di rimanere qua a fare i medici, a fare gli insegnanti, a fare gli imprenditori[ppp]. E io
- chiarisco che governo un Paese – e grazie a voi andremo a governare in Europa[top] – dove ci sono 60
- milioni di persone perbene che chiedono solo di avere un po’ meno tasse e un po’ meno
- burocrazia[ppp], perché abbiamo gli imprenditori e gli operai migliori al mondo. Non abbiamo niente da
- invidiare a nessuno. Dobbiamo solo liberare energie[ppp]. Aprire, aprire porti e finestre. Gli estremisti
- sono quelli della speculazione[vag]. Gli estremisti sono quelli della disoccupazione[vag]. Gli estremisti
- sono quelli che hanno provato a spiegarci che non c’è un’alternativa alla precarietà, al
- mondo robotizzato[ppp+vag]. Tutti a casa la sera a rimbecillirsi davanti allo stesso programma e poi –
- invece di andare in negozio o in bottega a fare la spesa o da uno dei nostri artigiani – sul computer a fare clic,
- ordinando un prodotto che arriva dall’altra parte del mondo, magari confezionato da un bambino sfruttato nei
- campi. Alla faccia del diritto alla salute e della tutela dell’ambiente[impl]. Io mi ribello a un futuro
- fondato sullo sfruttamento, sulla precarietà e sulla povertà[ppp]. Il 26 maggio possiamo terminare
- la rivoluzione del buon senso e del sorriso[ppp]. Dipende da voi, dipende da ciascuno di voi. Noi
- abbiamo preparato – siccome ci sono norme su tutto quello che riguarda il Dio denaro, il business,
- la finanza, le banche[top] – una Carta dei Diritti dei Popoli Europei, che sarà il primo documento che la
- Lega e l’Alleanza dei Popoli e delle Nazioni, di cui facciamo orgogliosamente parte, presenterà
- al Parlamento Europeo[ppp]. Al posto del Dio denaro, il diritto al lavoro, alla vita, alla felicità e alla salute,
- per noi e per i nostri figli. Torniamo a parlare di diritti, di futuro, di speranza[ppp]. E permettetemi di
- dire grazie, perché sto incontrando centinaia di migliaia di uomini liberi in tutta Italia, da Nord a Sud e da
- ministro e da leghista, aver unito la parte migliore di questo Paese[ppp+vag] è quello che mi riempie di
- maggiore e orgoglio. Grazie. Qua ci sono sindaci lombardi e sindaci siciliani, sindaci veneti e sindaci emiliani.
- In tutta Italia le persone perbene stanno riprendendo in mano il loro futuro[ppp+vag]. Lo faremo in
- tutta Europa. Noi manteniamo la parola[impl]. Noi siamo persone leali[impl]. Questo Governo ha fatto
- tante cose buone e ne farà ancora tante altre di cose buone, perché la Lega è garanzia di stabilità, di futuro e di
- lealtà. La nostra parola vale[impl]. Non abbiamo tempo per beghe o litigi, le lasciamo agli
- altri[impl]. La nostra parola vale. E c’è un continente a cui dare un futuro[ppp] e quindi ci affidiamo a
- voi, alle donne e agli uomini di buona volontà. Ci affidiamo ai sei patroni di questa Europa: a San Benedetto da
- Norcia, a Santa Brigida di Svezia, a Santa Caterina da Siena, ai Santi Cirillo e Metodio, a Santa Teresa
- Benedetta della Croce. Ci affidiamo a loro. Affidiamo a loro il destino, il futuro, la pace e la prosperità dei nostri
- popoli. E io personalmente affido l’Italia, la mia e la vostra vita, al cuore immacolato di Maria, che sono sicuro
- ci porterà alla vittoria. Perché questa piazza, questa Italia e questa Europa è il simbolo di mamme, papà,
- uomini e donne che col sorriso, con coraggio, con determinazione, vogliono una convivenza pacifica, danno
- rispetto ma chiedono rispetto. E io vi ringrazio amici e fratelli dal profondo del cuore, perché stiamo scrivendo
- la storia. Prima ci hanno ignorato, poi ci hanno deriso, poi ci hanno combattuto[vag] e il 26 maggio
- vinciamo noi. Viva l’Italia, viva la libertà, viva l’Europa dei popoli, dei giovani e delle Nazioni[ppp].
- Grazie, grazie, grazie, grazie!
Discorso di Nicola Zingaretti
Manifestazione all’Arco della Pace, Milano, il 24 maggio 2019
Qui puoi vedere il video del discorso alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale per le elezioni europee 2019 del Partito Democratico.
- Grazie, grazie.
- Innanzitutto grazie bellissima Milano, non solo per questo pomeriggio. Grazie per quello che siete stati in
- questi undici mesi difficili per tutta l’Italia[top+ppp]. I mesi difficili nei quali sembrava che
- l’unico faro acceso fosse quello dell’odio, del rancore, quello dell‘insulto, della ricerca del capro
- espiatorio[ppp+vag]. Grazie a voi bellissima Milano perché avete dimostrato, invece, che in questo paese
- un’alternativa c’è, ed è quella che unisce sviluppo, crescita, solidarietà, amore per il prossimo,
- benessere per il futuro[impl+vag] e ci avete dato ogni giorno l’esempio e il coraggio di
- combattere[vag]. Grazie alle donne, agli uomini, ai militanti, ai simpatizzanti, a quelle cittadine e cittadini
- che ci stanno guardando in questo momento in tutta Italia. E grazie per questi mesi, durissimi, nei quali
- insieme, abbiamo combattuto per ricostruire una speranza[ppp+vag]. Io non dimentico la storia degli
- ultimi mesi: mesi complessi, a volte drammatici[top+vag], ma noi abbiamo avuto fiducia nell’idea che la
- storia scritta nei libri è fatta dalle donne e dagli uomini. E se il 5 di marzo del 2018 in questo paese in
- troppi speravano, si auguravano, prevedevano la fine di una storia dei democratici
- italiani[top+vag], insieme, tutti quanti e tutte quante, abbiamo combattuto per riscrivere e condizionare
- la storia[ppp+vag]. E un anno dopo, il 3 marzo 2019 insieme abbiamo portato un milione 600.000
- italiani ai gazebo in tutta Italia dicendo: la storia la scrivono le persone quando combattono,
- quando hai ragione Beppe, non si rinchiudono nelle proprie stanze ma cercano di capire, di
- lottare, di guardare agli altri, di immergersi nella vita[impl+vag]. E oggi noi siamo in un altro
- passaggio simile. Questa campagna elettorale dipenderà da come nelle prossime ore, tutte noi e tutti noi ci
- sentiremo parte di una grande battaglia culturale, civile, democratica[vag+impl], per riportare
- questo paese sui giusti binari[ppp+vag]. E io lo voglio dire, noi non lottiamo per noi, non lottiamo per
- questo simbolo, non lottiamo semplicemente per un leader, per dei candidati[impl]. No: noi
- lottiamo e ci battiamo innanzitutto perché amiamo l’Italia e ci battiamo con un’idea[impl],
- sull’idea che siamo curiosi di sapere cosa troverà, tra vent’anni, quel bambino o quella bambina che in questo
- istante sta nascendo a Milano, in una clinica, in un ospedale. Cosa troverà fra vent’anni un bambino e una
- bambina che in questo istante alle 19 e un quarto sta nascendo a Palermo, o a Torino, o a Roma, in qualsiasi
- angolo del nostro paese. Quella bambina o quel bambino ventenne, fra vent’anni troverà l’Europa e l’Italia,
- figlia delle scelte che si faranno domenica, perché i prossimi cinque anni non saranno solo un confronto tra
- programmi diversi, ma sarà una battaglia politica, culturale, etica, programmatica, tra chi non avendo idee
- per il futuro, vuole riportare indietro l’Europa[ppp+topic+vag], e chi invece vuole e scommette su
- una nuova Europa del lavoro, del benessere, della scienza, della storia, ci deve accompagnare a
- costruire[impl+ppp+vag]. Se l’Italia continua ad essere il paese dell‘odio e del
- rancore[impl+top+ppp+vag], raccontatelo nelle prossime ore a chi incontrerete. Se l’Italia continua ad
- essere il paese dell’odio e del rancore, della politica del tweet senza nessuna visione, senza
- nessun programma[top+ppp+impl]. Se l’Italia continuerà ad essere quella che non investe
- sull‘innovazione, quella che umilia la scuola, quella che umilia la scienza, quella che non
- aumenta gli investimenti, ma aumenta irresponsabilmente i debiti per una nuova
- generazione[top+ppp+impl+vag]. Se l’Europa dei prossimi cinque anni, scegliesse di tornare
- indietro, puntasse di nuovo alla disgregazione, ai nazionalismi, se l’Europa dei prossimi cinque
- anni, cancellasse quel bellissimo nome di quel grande uomo che ha dato il nome al Parlamento
- Europeo e che si chiama Altiero Spinelli[top+impl+vag], allora la vita di quei ventenni sarà una vita
- drammatica. Noi per questo combattiamo, perché allora quel ventenne, quella donna, quella ragazza, quel
- ragazzo o i ventenni di oggi si troveranno a vivere da soli nel mondo. Vivranno in un‘Italia, sì non più
- europea, ma paese-satellite di qualche grande superpotenza economica del pianeta[impl+vag]. E
- io capisco perché personaggi inquietanti come Putin, vogliono far saltare questo nostro
- sogno[top+ppp]. Non capisco perché chi governa questo paese ha lo stesso obiettivo dei nemici
- dell’Europa e dei nemici dell’Italia[top+impl+ppp+vag]. Io so, che se noi non combatteremo in
- queste ore, la ragazza o il ragazzo, fra vent’anni, sarà più ignorante dei suoi colleghi di
- Shanghai, dei suoi colleghi di Washington, dei suoi colleghi che in tutte le università del mondo
- stanno studiando perché insieme hanno investito nella scuola, nell’università e nella
- formazione[impl]. E io so che se noi non combatteremo in queste ore, quel ragazzo, quella
- ragazza di vent’anni non saranno più la generazione-Erasmus che incontra i suoi colleghi di
- Parigi, di Madrid, di Barcellona su un treno, che si amano, che si incontrano, che
- studiano[impl]: no! Perché l’Europa dei nazionalisti è stata anche quella che rischia di far
- reincontrare quei ventenni fra vent’anni come qualcuno vuole o addirittura
- irresponsabilmente evoca con un mitra in mano[top+impl], individuando nei nostri fratelli, dei nemici
- e non più delle persone con le quali costruire un destino comune. E questo si decide nelle prossime ore, nei
- prossimi giorni. Non è il nostro destino! E allora occorre battersi, con passione, con coraggio, con visione, con
- la capacità di andare oltre noi stessi[vag], perché oggi quello che è in gioco sono due possibili idee di
- futuro, diverse e alternative. Per questo dobbiamo batterci, domandandoci: ma cosa sarà l’Italia tra vent’anni?
- E ve lo chiedo con il cuore: se noi permettiamo ancora che una professoressa di Palermo, solo
- perché invita i suoi studenti ad essere liberi, ad essere critici, viene sospesa per quindici giorni
- perché i ragazzi e le ragazze hanno espresso un pensiero[ppp+top+impl], cosa sarà l’Italia, se noi
- accettassimo questa deriva[impl+ppp]? Ricordiamo a chi lo ha dimenticato che in Italia esiste un
- reato, ma si chiama apologia di fascismo non apologia di antifascismo[impl+ppp+vag]. E se lo
- ricordi, chi mette in discussione la libertà dei docenti, della scuola pubblica italiana[impl+ppp]
- che difenderemo con tutte le nostre forze. Io so cosa sarà l’Italia, la nostra Europa, la nostra vita se
- permetteremo ancora che il Parlamento della Repubblica permetta di andare avanti a progetti
- che anche qui affondano le proprie radici in un ritorno al passato[impl+ppp+vag]. So cosa
- diventeranno fra vent’anni i diritti delle donne, se ancora saremo costretti a discutere sulle
- follie di quel decreto legge Pillon[impl+ppp], che rimette indietro le radici, le lancette dell’orologio sui
- diritti, la convivenza, la salvaguardia dei bambini, il diritto della famiglia. La famiglia è unita dall’amore,
- non dalle leggi dello stato[impl]. Questo è un principio irrinunciabile, di una conquista per la quale
- dobbiamo batterci. A chi ci diceva: “scioglietevi perché avete perso“, noi rispondiamo: “combatteremo
- perché invece vogliamo combattere per queste idee e per questa Italia nella quale
- crediamo[impl+ppp+vag]“! E lo faremo perché noi sappiamo e abbiamo paura[vag], sì, che ci porta a
- combattere. Cosa sarà l’Italia e l’Europa se la politica – ha ragione Franz – continua ad ignorare il
- grido di dolore, di denuncia, di ribellione di quelle ragazze e ragazzi che nel mondo con Fridays
- For Future chiedono la rivoluzione verde e di voltare pagina sul modello di sviluppo[ppp]. E sono
- orgoglioso di poter dire che tre giorni fa, sono stati i democratici italiani che hanno depositato nelle sedi
- parlamentari, una mozione affinché sia l’Italia il secondo paese europeo a dichiarare l’emergenza climatica e ad
- inserire nella Costituzione repubblicana, la sostenibilità ambientale. Le leggi che inquinano[ppp+vag] sono
- anticostituzionali! Così si è degni di una nuova generazione che ci richiama ad essere coerenti con l’idea
- di salvaguardare il pianeta[ppp] per creare futuro e lavoro. E allora il messaggio unico che ho voluto
- lanciare in questi due mesi intensi, girando per questa nostra bellissima Italia, che ha cominciato a
- combattere dal nord al sud, che comincia a comprendere che qualcosa non va[top+ppp+impl], che
- ha riempito, dopo poche ore a Forlì quella piazza bellissima dalla quale si era affacciato il
- Ministro degli Interni per la prima volta dopo il ventennio[impl], o ieri al fianco di coloro che a
- Palermo non dimenticano l’importanza della lotta alla mafia. Ma il messaggio unico che lancio e che lancio
- anche qui da questa piazza a chi ci ascolta: mobilitiamoci tutte e tutti, non tra di noi, nelle prossime ore perché
- è tornato il tempo di combattere, di combattere per le nostre idee, di difendere e salvare
- l’Italia[ppp+vag]. E mi permetto di dire due cose: hai ragione Beppe, noi per combattere dobbiamo
- innanzitutto fare due cose. La prima, vi prego, vi scongiuro, la prima cosa da fare è guardare negli occhi le
- persone, guardare negli occhi chi abbiamo davanti[vag]. Noi non dobbiamo far finta di
- niente[impl+vag]. In questo nostro paese, milioni e milioni di italiane e di italiani è stata catturata da un
- messaggio violento, populista, irrazionale[vag] che viene usato, ora, per portare avanti i messaggi
- drammatici[ppp+vag]. E le radici della conquista di questo consenso sono nella paura delle persone,
- nel timore[vag], nella fragilità, nel non percepire che qualcosa in futuro potrà essere migliore[vag]. Io
- lo racconto sempre: sarà stato così anche a Milano. Il mio padre mi dice sempre, lui era delle Marche, che in
- quella casa, in quella cucina c’era un cassetto e nel cassetto del chiodo, dove con il martello mio nonno faceva il
- buco per stringere la cinta, perché l’Italia del dopoguerra aveva anche il problema, milioni di italiani, la sera, di
- non avere nulla, sul tavolo, da mangiare. Eppure, è stata un’Italia povera ma combattiva, povera ma
- lanciata verso il futuro, povera ma che non ha mai perso la speranza, povera ma che ha sempre
- guardato il domani con la certezza che sarebbe stato meglio del giorno prima[impl+vag]. Ecco
- perché noi ora dobbiamo intercettare quella paura del nostro popolo che avverte quanto è stato pesante in
- questo ventennio nel quale ci raccontavano, le destre di tutto il mondo, che il lavoro era finito,
- che bastava affidarsi alla Finanza[ppp] e dopo il crollo delle banche è stato devastato da una crisi sociale,
- economica e finanziaria che ha messo in ginocchio milioni di famiglie. No, è una paura fondata su questo crollo
- della ricchezza e sull’insopportabile osceno aumento delle disuguaglianze sociali[ppp], anche perché
- ha ragione Franz: l’Europa che abbiamo alle nostre spalle è l’Europa delle destre europee che non hanno
- mai voluto l’integrazione Europea, le scelte sociali della crescita, del lavoro[ppp+vag]. Non
- facessero a noi la lezione sul come difendere questa Europa[impl+vag]. E quindi è vero: c’è, chi ha
- rappresentato i problemi, chi li ha declamati, chi li ha usati come clava, chi ha usato la rabbia
- delle persone per colpire gli avversari, i fondamenti della democrazia[vag]. C’è chi ancora parla
- a queste paure e a queste fragilità[vag]. Ma c’è una novità: ecco perché dobbiamo combattere. Perché se
- dobbiamo guardare negli occhi le persone, l’altra grande cosa che possiamo fare[ppp+impl] dopo undici
- mesi di governo giallo-verde, e dobbiamo fare, è raccontare a questo paese e a tutta l’Europa la verità del
- disastro che hanno compiuto questi governi o questo governo[ppp]. Il primo governo populista
- d’Europa[ppp] di un grande paese, in undici mesi ha iniziato a distruggere l’economia di questo
- grande paese[ppp]. Hanno perso il famoso contratto presentato come una grande
- innovazione[impl]. Ha distrutto i fatturati delle nostre aziende[vag]. Ha fatto fermare la crescita del
- nostro paese[ppp], aumentato la disoccupazione. Dato drammatico, ha fatto crescere come non mai nella
- storia degli ultimi decenni il numero di cassa integrazione a zero ore: oltre il 78 per cento di aumento in un
- anno della cassa integrazione straordinaria, che vuol dire che le aziende, tutte, ma soprattutto quelle del nord,
- vedono i propri fatturati crollare e iniziano a mettere in cassa integrazione gli operai, le operaie, i lavoratori, le
- lavoratrici, e questo aumenta le paure. Questa è stato il governo, sono gli esponenti di un pensiero politico sì,
- che ha catturato le paure delle persone, ma se vi chiedono anche nelle prossime ore, nei prossimi minuti
- quando telefonerete agli amici, ai parenti, a chi non conoscete, a coloro che vivono nei quartieri: ma che
- differenza c’è tra voi e loro[vag]? Beh, la differenza è chiara e urlatela: loro[vag] sono coloro che cavalcano i
- problemi[vag], che creano le paure alle persone, noi siamo coloro che vogliono risolvere i problemi che
- creano le paure alle persone, perché crediamo nella democrazia incontentabile e al servizio
- dell’individuo[impl]. E noi sappiamo il perché di questo fallimento delle teorie, delle teorie
- populiste[ppp+vag]. Il fallimento è chiaro perché non si fondano queste teorie su una voglia di
- riscatto, su un progetto di sviluppo, su un’idea di crescita, su una visione unica di benessere per
- la nostra comunità[impl+vag]. Sono teorie che si fondano solo ed esclusivamente per catturare la rabbia
- sull’odio, sulla ricerca del capro espiatorio, sulla ricerca del nemico, sull’indicazione del più debole da colpire.
- E questo non solo è immorale eticamente[top], è anche inutile per la settima potenza industriale del
- pianeta. È immorale, certo, è immorale dal punto di vista etico che ci si possa permettere, nella
- Repubblica italiana, di presentare un decreto chiamato “sicurezza“, dove non c’è una parola
- sulla sicurezza urbana dei nostri quartieri[ppp+impl]. Noi vogliamo sicurezza, ma vogliamo che
- nei nostri quartieri ci sia più presidio, che si investa sulle forze dell’ordine, che con i sindaci si
- riapra la stagione dei patti per le città sicure, e soprattutto vogliamo nei nostri quartieri, nelle
- nostre città, più investimenti nella cultura, nello sport, nell’associazionismo[impl] per togliere
- queste aree alla solitudine all’illegalità. Vogliamo più lavoro contro la sicurezza, non armi per
- chiudersi in casa aspettando qualcuno che sfondi la porta[impl]. Ma dentro quel decreto c’è qualcosa
- di più odioso, di più pericoloso che è un messaggio culturale che noi dobbiamo leggere per la sua
- gravità[ppp]. Non solo non c’è nulla sulla sicurezza[top], ma c’è un messaggio perverso. Quell’idea
- irrealizzabile ma che hanno voluto mettere[ppp+vag] per puntare a una regressione culturale
- del nostro paese[ppp+top], per cui se un essere umano su una barca, vede un altro essere umano
- in mare che rischia di morire, uomo, donna, bambino, prima di decidere se salvarlo, si deve
- porre il problema di pagare una multa di cinque mila euro[impl]. Noi diciamo “vergogna” perché
- non solo è un provvedimento inutile[top] ma dentro quella proposta, c’è la rimozione della civiltà
- europea che del dopoguerra abbiamo costruito[ppp]. Noi vogliamo l’Europa della democrazia, non
- quella di Auschwitz che ripropone il disprezzo della vita[impl], perché tutto nasce da lì: dall’idea che
- un uomo può decidere sulla vita o la morte di un altro essere umano. Eccola la battaglia che dobbiamo fare,
- ovviamente mettendo in campo idee, mettendo in campo un’alternativa, idee e un’alternativa fatta di
- progetti[vag]. Idee le abbiamo[vag], vedete? E le abbiamo messe in campo, e le metteremo in campo.
- Abbiamo detto un piano per l’Italia perché il loro piano[ppp+impl] è fallito. E se ora, nel paese, l’Italia ha il
- più alto tasso di disuguaglianza sociale[top+vag], proprio oggi hanno ribadito la follia della tassazione
- unica[ppp]. La chiamano la “Flat Tax” per cui un ricchissimo industriale deve pagare lo stesso livello di tasse
- dell’operaio appena entrato, noi ci permettiamo di ricordargli, visto che in maniera impropria
- addirittura sui palchi si presentano con il rosario, che noi siamo coloro che vogliono ricordare
- le parole di Don Milani[impl+top]: “non c’è nulla di più ingiusto, quando succede di dividere in
- parti uguali tra diseguali[impl]. Chi più ha, più paghi”! Lo dice la Costituzione della Repubblica
- italiana[impl]. E noi crediamo nell’idea che se c’è un’ingiustizia in questo momento, e se guardiamo a quella
- sfiducia dei commercianti, degli industriali, degli artigiani[ppp], di coloro che avvertono che
- qualcosa non va[ppp], o di quelle famiglie che anche con un lavoro, avvertono di non arrivare a fine mese in
- forma serena e vogliamo, guardando negli occhi, catturare la loro paura, beh, rispetto alla Flat Tax,
- della tassa unica, noi diciamo: se ci sono quindici miliardi, bene[vag+impl]! I democratici sono
- coloro che dicono: vadano tutti a tagliare le tasse sui redditi più bassi per alzare gli stipendi di
- venti milioni di italiani che non ce la fanno più ad arrivare a fine mese[impl]. Noi metteremo in
- campo e abbiamo messo in campo un piano per l’Italia fatto dalle nostre priorità, perché crediamo che siano
- più vicine ai bisogni degli italiani[impl]. Sono quelle priorità diverse da questo osceno balletto dei
- tweet, dei maccheroni alle otto di sera, dei broccoletti per distrarre le persone, o delle
- sceneggiate dei litigi tra Di Maio e Salvini che dalle nove di mattina alle quattro del pomeriggio
- litigano, e dalle quattro del pomeriggio alle nove di sera dicono: “governeremo insieme per
- altri quattro anni”[ppp+vag+impl]! No: noi abbiamo altre priorità[impl] e tra queste non possiamo
- non vedere che un grande paese come il nostro, non può andare avanti con tassi di evasione
- scolastica e dispersione scolastica ormai vicino al quindici per cento, con un numero di laureati
- dentro i quali si ripropone una vergognosa elemento di classi sociali, perché quello che sta
- accadendo è che in un’Italia impoverita[impl], ancora una volta come non mai nella Repubblica
- del dopoguerra[impl], sempre di più, le famiglie che non ce la fanno, tolgono i propri figli dal ciclo
- formativo. Bene, e allora noi siamo i democratici, coloro che si battono, che se ci sono veramente questi
- famosi cinque miliardi che provengono dai risparmi di bilancio, di provvedimenti come quota
- cento, noi siamo coloro che vogliono rimettere in discussione l’idea stessa del diritto allo studio
- come lo abbiamo conosciuto nel dopoguerra e della scuola dell’obbligo[impl]. Se c’è un’espulsione
- scolastica, e sappiamo come sappiamo, che il problema non è che i figli degli operai o dei poveri
- sono degli stupidi, ma se vengono espulsi dal ciclo formativo è perché le famiglie non ce la
- fanno[top+impl], noi diciamo che per sette milioni di famiglie, redditi più bassi, dall’asilo nido fino alla
- laurea, per loro, per le loro famiglie, l’istruzione deve essere gratuita al cento per cento. Uno stato
- democratico non può uccidere la speranza a vent’anni in una democrazia che si rispetti[impl].
- Ne hanno bisogno loro: i ragazzi di vent’anni. Ma guardate che ne ha bisogno l’Italia, perché noi dobbiamo
- far crescere una generazione che sulla scienza, la ricerca, l’innovazione, lo sviluppo, il
- trasferimento tecnologico, l’aiuto alle imprese fondi un nuovo modello di sviluppo fondato
- sulla sostenibilità[impl]. Basta, basta con questa follia per cui non investiamo sulla ricerca,
- limitiamo gli investimenti sull’università, non mettiamo cento euro in più[ppp+top] e poi i nostri
- ragazzi e le nostre ragazze precarie se ne vanno dall’Italia con un esodo inarrestabile a brevettare, a creare
- prodotti che ricompreremo cento volte più cari del nostro investimento. Ecco chi sono i democratici: quelli che
- con Timmermans lotteranno finalmente, dopo tanti anni, per avere la leadership di un’Europa nuova che
- rimette al centro il lavoro, lo sviluppo, la rivoluzione verde[ppp]. Il più grande piano mai
- pensato e realizzato nella storia del dopoguerra, di investimenti sulla conoscenza, il sapere, la
- scuola, l’università[impl], per trasformare il nostro modello produttivo e per trasformare l’Europa,
- grande gigante economico e produttivo, in un grande gigante politico e attore nel mondo, senza
- subalternità nei confronti di nessuno[ppp]. E per questo combatteremo: per una nuova democrazia
- europea! Fatemelo dire: anche con più coraggio dall’Italia[impl]! Perché noi dovremmo aver paura,
- anche se è difficile, di costruire però un orizzonte nuovo?[impl+vag]. Ma non è forse stato proprio il
- coraggio e la passione di Altiero Spinelli che dall’esilio fascista ha scritto quel manifesto, in un tempo buio, a
- doverci spingere ora per aprire una grande battaglia in tutta Europa per gli Stati Uniti d’Europa
- e l’elezione diretta del presidente degli Stati Uniti d’Europa, di una nuova democrazia
- europea[top]? Ecco perché combattiamo, perché altrimenti la politica sarà sempre debole,
- frammentata, sarà sempre più fragile e più fragili saranno le persone[ppp]. Ecco perché dobbiamo
- combattere unite e uniti nelle prossime ore, e lo possiamo fare, vedete, anche perché abbiamo capito e
- abbiamo iniziato a cambiare[vag]. Io vi prego di battervi, anche perché questa volta, dopo un periodo
- complesso e grazie a tutte e a tutti abbiamo fatto insieme un grande passo in avanti[vag]. Il congresso
- ha deciso[vag]. E io vi dico: combattiamo, perché questo simbolo, questo logo, domenica deve vincere per
- due grandi motivi. Il primo risponde a una grande domanda dell’Italia[vag]. Io ho girato dalla
- Lombardia alla Sicilia per un anno, e in tutte le città che ho visitato, in ogni assemblea, incontro, al bar, al
- ristorante, in un teatro, in una piazza, tante e tanti, potrei dire centinaia di migliaia di donne e di uomini del
- nostro popolo, si avvicinavano e mi dicevano: “sì, torno, torno ai gazebo. Non ho votato negli ultimi anni, ma
- torno. Ho votato 5 stelle, ma torno[impl]“. Sì io sono, anche in televisione lo avrete visto, sono un
- operaio, mi definisco addirittura comunista. Ma io ho votato Lega, io sono disponibile a
- tornare[impl]. Ma vi chiedo una cosa, a tutte e a tutti: ora basta con le divisioni[ppp+top]! Unità, unità,
- ricostruite un campo di forze nuovo, unito per combattere[ppp], perché gli avversari sono
- dall’altra parte e stiamo pagando un prezzo drammatico e l’Italia non può permetterselo[vag]! E
- allora la lista unitaria è l’inizio di quello che manca in questo paese, il primo tassello dell’alternativa a
- questo tragico presente[ppp] che noi vogliamo ritorni indietro. E combattiamo allora, perché se chiudete
- gli occhi e solo per un minuto guardate a quella scheda elettorale, beh troverete una grande novità: che questo
- simbolo, questo simbolo che abbiamo voluto insieme coinvolgendo tante e tante donne, tanti e tanti uomini del
- Partito Democratico ma anche lontane dal Partito Democratico, è l’unico simbolo che può parlare,
- Franz, a quelle famiglie che mettono fuori gli striscioni. È quel simbolo che può parlare a questa straordinaria
- novità bellissima che sta portando i sindacati finalmente dopo quindici anni in tutte le piazze a lottare uniti per
- un’altra Italia[ppp+vag+impl], scioperando e riempiendo le piazze. E io vedo che ci sono tanti
- imprenditori, imprenditrici che cominciano a guardare al futuro[ppp] e vedono preoccupati che le
- cose non vanno. O agli studenti, le studentesse, i docenti che lottano per la libertà[vag]: sono tutti
- accomunati da una cosa: la comprensione che qualcosa non va ma la difficoltà a vedere come poter cambiare il
- tempo presente. Ecco perché dobbiamo combattere: perché se chiudete gli occhi e ci pensate bene, questo
- simbolo è l’unico simbolo sulla scheda che se domenica vince le elezioni europee, il 27 manda a
- casa questo governo[ppp] e Matteo Salvini non sarà più il Ministro degli Interni della Repubblica Italiana!
- Questo dipende da noi, da come combatteremo perché la lista unitaria del Partito Democratico è nata per
- unire l’Italia che vuole cambiare[ppp] e aprire una nuova stagione della democrazia italiana! Grazie!