Discorso di Luigi Di Maio
Manifestazione a Roma, 2 maggio 2019
Qui puoi vedere il video del discorso in cui Di Maio presenta il programma del M5S per le prossime elezioni europee.
- Buongiorno, buongiorno a tutti. Allora grazie, grazie a tutti per essere qui.
- Un grande saluto va ai nostri candidati, ai giornalisti per essere a questa presentazione dei dieci punti per
- l’Europa del MoVimento 5 Stelle. Dieci punti che servono a continuare per cambiare. Voglio dirlo chiaramente:
- quello che presenterò oggi non sono, non è soltanto un elenco di cose che vogliamo fare[impl].
- Non è questo il tema. Abbassate i telefoni, così loro non si arrabbiano. Non è questo il tema. Qui non stiamo
- parlando di dieci punti, algidi, che devono rappresentare un semplice programma[impl]. Quello
- di cui oggi parleremo – e quello che racconteremo in questa campagna per le europee – sono questioni legate
- alla nostra identità. E per essere nostra identità, non devono essere solo un programma in punti, ma
- devono essere necessariamente fatti concreti[impl]. Per avere un’identità devi avere una credibilità. E
- per avere una credibilità, non puoi venire in una campagna per le europee solo a dire quello
- che vuoi fare, ma devi spiegare bene che cosa hai fatto[impl]. Perché la credibilità è questo. È: “se lo
- dici, poi lo fai”. Ebbene, siamo ancora in un momento, sia europeo che italiano, in cui si dice: ci
- sono le forze politiche di sinistra, ci sono le forze politiche di destra e poi non si sa che cos’è il
- MoVimento 5 Stelle[impl + vag]. Siamo un unicum a livello europeo[impl]. Però possiamo dirci che ci
- sono dei temi che, se li hai a cuore, se credi che siano dei temi su cui si debba intervenire, se
- credi come cittadino italiano che ci siano delle questioni da affrontare in maniera prioritaria, e
- allora puoi votare solo il MoVimento 5 Stelle[impl + vag]. E sicuramente uno di questi temi è il lavoro.
- Se pensi che sul lavoro in Italia si debba fare molto di più per i diritti dei lavoratori, per i diritti
- degli imprenditori che lavorano ogni giorno, c’è una sola forza da votare: il MoVimento 5 Stelle.
- Se pensi che sull’ambiente si debba fare molto di più, se pensi che l’ambiente sia un tema
- fondamentale alla sopravvivenza dell‘individuo e per la sopravvivenza del cittadino, puoi
- votare solo una forza politica che ha la credibilità nell‘affrontare questo tema ed è il
- MoVimento 5 Stelle. Se pensi, in questo momento, che la legalità sia al centro dell‘azione di
- qualsiasi governo per riuscire a far bene, sia il presupposto necessario per far lavorare bene un
- paese, per farlo crescere economicamente e dal punto di vista sociale, c’è una sola forza politica
- che puoi votare in Italia ed è il Movimento 5 Stelle[impl + vag]. E questo vale per tanti altri temi:
- per il tema della meritocrazia, per il tema degli aiuti alle famiglie che fanno figli, per la crescita
- demografica[impl]. Vale per il tema dei tagli ai privilegi. E vale per gli aiuti alle imprese del
- Made in Italy, la tutela delle imprese del Made in Italy[impl]. Questi temi che oggi vi presenterò e che
- sono la nostra fase due “Continuare per cambiare”, la nostra fase due per l’Italia e per l’Europa, rappresentano
- tante battaglie che abbiamo portato avanti in questi anni, sia dall’opposizione e, in questi mesi dal governo del
- paese in questi undici mesi dal governo del paese. E vorrei continuare presentandovi il primo punto: il salario
- minimo europeo. Per noi è fondamentale dirci una cosa, che è alla base di tutto quello che facciamo qui come
- governo: c’è da tutelare il diritto e i diritti di chi lavora. E per farlo non basta soltanto andare avanti con quello
- che stiamo facendo in Italia. Dobbiamo farlo a livello europeo[impl]. C’è stata una fase uno sulla tutela
- dei diritti di chi lavora, qui in Italia, ed è stato il decreto dignità. Ce l’hanno massacrato – me l’hanno
- massacrato[impl + vag]. Hanno detto chiaramente che quel decreto non stava in piedi e avrebbe
- fatto perdere i posti di lavoro[impl + vag]. E sono tanto contento del fatto che ieri abbiamo festeggiato la
- festa dei lavoratori il primo maggio con un dato certificato dall’Istat che dice che, solo nei primi tre mesi di
- quest’anno, ci sono 208.000 contratti a tempo indeterminato in più rispetto all’anno scorso,
- cioè l’82% di contratti stabili in più[impl]. Un grande abbraccio a quei ragazzi che oggi hanno un
- contratto a tempo indeterminato[impl]. E lo stesso vale sul salario minimo garantito. L’Italia è uno dei
- pochi paesi che in Europa non ha questo strumento[impl]. Significa che ci sono persone che vengono
- definite “lavoratori” anche – e “lavoratrici” – anche guadagnando €2 all’ora, anche guadagnando €1 all’ora.
- Quelli non sono lavoratori. Quelli sono sfruttati. E non stiamo parlando solo della paga, non stiamo parlando
- solo dello stipendio. Stiamo parlando anche di tutti i diritti che ruotano intorno e le garanzie che ruotano
- intorno ad una persona che lavora. Ma se veramente vogliamo contrastare le delocalizzazioni, se
- veramente vogliamo contrastare quel fenomeno di aziende che lasciano l’Italia e se ne vanno in
- altri paesi europei[impl], il salario minimo non lo dobbiamo fare solo in Italia, lo dobbiamo fare a livello
- europeo, in modo tale che scompaia il dumping salariale, cioè quel fenomeno per cui, siccome si pagano di
- meno dei lavoratori in altri paesi europei, le aziende se ne vanno lì. Io vi dico: la fase uno l’abbiamo fatta
- col decreto dignità e abbiamo avuto ragione di quei numeri[impl]. Adesso stanno iniziando a
- criticare il salario minimo orario italiano[impl + vag]. Ben venga, porta bene[impl]. Noi lo faremo,
- lo faremo in Italia. Il 6 maggio o l’8 maggio scadono gli emendamenti in commissione al Senato. Io mi aspetto –
- il prima possibile – una approvazione al Senato del salario minimo, per poi passare alla Camera. E spero che nei
- prossimi mesi tutti i cittadini italiani possono avere uno stipendio dignitoso per essere definiti lavoratori. E i
- primi che mi stanno chiedendo il salario minimo[ppp] in Italia sono gli imprenditori. Perché la
- maggioranza degli imprenditori di questo paese paga dignitosamente i propri dipendenti, ma si vede
- sorpassato da quelle imprese furbette – che sono la minoranza – che sottopagano i propri
- dipendenti e fanno concorrenza sleale a chi paga lealmente e dignitosamente le persone[vag].
- Anzi, a volte ci sono imprenditori Italia che pagano prima i dipendenti e poi, se avanza qualcosa, si prendono lo
- stipendio per se stessi e per portare avanti la propria famiglia. Bene fase uno: decreto dignità. Fase due: salario
- minimo in Italia e a livello europeo. È un tema da contratto. È un tema che è nel contratto di governo. Ma dico
- ancor di più: è un tema che era nel programma elettorale delle ultime politiche in Italia – prima
- del 4 marzo – della Lega, del MoVimento 5 Stelle e del PD[impl]. Quindi queste due forze
- politiche – sia il PD sia la Lega – mi devono spiegare perché non vogliono votare il salario
- minimo[impl + ppp]. Io non credo che arriveranno a tanto[impl], anche perché saremo in grado di
- convincere – soprattutto la Lega[impl] – del fatto che bisogna rispettare i punti del contratto [ppp],
- soprattutto sull’aumentare gli stipendi[impl] dei giovani e dei meno giovani in Italia, che hanno grandi
- difficoltà. Perché vedete: noi ci siamo occupati, nella prima parte di questo governo, di coloro che erano più in
- difficoltà, quelli che un lavoro non ce l’avevano. Ma c’è tanta gente che lavora e non arriva a fine mese. Salario
- minimo significa avere uno stipendio per arrivare alla fine del mese e allo stesso tempo delle tutele minime,
- come la norma che stiamo per approvare sui riders. Andando avanti, l’altro tema è lo stop all’austerity, gli
- investimenti per la crescita sostenibile e la piena occupazione. Voglio dirlo con molta chiarezza: io non mi
- accontento di quello 0,2% di PIL che ieri è stato – anzi l’altro ieri – è stato certificato
- dall’Istat[impl]. Però possiamo dirci che tutte quelle previsioni che dicevano che l’Italia nel 2019
- sarebbe entrata in recessione e che stava arrivando la catastrofe[ppp + vag] sono state
- smentite[vag] e forse qualcuno dovrebbe imparare a mettere un po’ in dubbio le proprie
- convinzioni quando parla delle nostre azioni di governo[impl + vag]. E c’è un dato incoraggiante: che
- in questi primi tre mesi del 2019, è vero che c’è stato un +0,2%, ma ancora devono avere un impatto sui
- dati il reddito di cittadinanza, quota 100 e i 2 miliardi di euro che inietteremo per le start up
- innovative nell’economia nei prossimi giorni, il decreto crescita e il decreto Sblocca
- Cantieri[impl]. Nessuno di questi provvedimenti ha ancora dispiegato effetti
- nell’economia[impl]. Nei primi tre mesi, gli effetti ci sono stati sulle partite IVA e il regime dei minimi, che
- abbiamo aumentato. Nei primi tre mesi, c’è stato l’abbassamento dell’IMU sui capannoni industriali per le
- aziende. Io giravo l’Italia e mi trovavo aziende che dicevano: «quelli sono beni che ci servono per lavorare, non
- sono beni di godimento e da Monti in giù ci hanno fatto pagare l’IMU». Oggi siamo arrivati ad una detrazione
- sull’IMU, sui capannoni industriali, del 60%. Significa che un imprenditore paga il 60% in meno dell’IMU sui
- propri capannoni e, nei prossimi due anni, glielo azzereremo. Però, quando noi parliamo di stop all’austerity,
- parliamo di tutti quei numerini con i quali ci hanno convinto in questi anni che bisognava
- tagliare dalla sanità, dall’istruzione, dalle infrastrutture, per obbedire a delle regole europee
- che dovevano rimettere a posto l’economia europea[impl+vag+ppp]. La prima a pagarne le
- conseguenze, quando siamo entrati in difficoltà con la guerra dei dazi Stati Uniti e Cina, non è
- stata l’Italia, è stata la Germania: una delle più grandi fautrici dell’austerity che oggi segna
- meno 2 di produzione industriale – meno 2% – con l’Italia invece che è il primo paese per
- produzione industriale in Europa[impl+ppp+top]. È vero che è +0,8, ma con una Germania che era la
- locomotiva d’Europa che segna meno 2, significa che le nostre politiche espansive stanno producendo effetti
- nell’economia italiana. E se l’Europa ci segue e si convince del fatto che nei momenti di crisi
- bisogna investire, non tagliare, investire miliardi[ppp+vag] come abbiamo scritto – non tagliare
- miliardi, probabilmente cominceranno avere degli effetti positivi in tutti i paesi europei. Ma, ma… è difficile
- dire che vuoi combattere l’austerity se poi ti allei con quelle forze politiche che stanno al
- governo di quei paesi che ci fanno la guerra, quando vogliamo fare politiche espansive[impl+
- ppp+vag]. Io non smetterò mai di dirlo: non ha senso che vieni qui in Italia – come fa la Lega[ppp+top] – a
- dire «ah, abbassiamo l’austerity, contrastiamo l’austerity, servono più soldi» e poi si vanno ad alleare con
- Orbán o con quei governi dell’est dell’Europa, che quando stavamo facendo quota 100 e reddito
- di cittadinanza chiamavano Junker e gli dicevano «dovete fare la guerra all’Italia, dovete
- bloccarli perché ci deve essere più austerity in Italia»[ppp]. E lo stesso è valso sui migranti. Noi
- faremo un gruppo parlamentare in Parlamento Europeo, che non sarà né di destra né di sinistra e vi posso
- assicurare che, per come si stanno mettendo le cose[impl] – come è successo il 4 marzo che PD e Forza
- Italia non hanno fatto 51% e noi siamo stati determinanti per la creazione del governo – allo stesso modo
- succederà in Europa il 27 Maggio, quando PPE e PSE non faranno 51% e il nuovo gruppo parlamentare, in cui
- la delegazione più grande sarà quella del MoVimento 5 Stelle, sarà determinante per il salario minimo, per
- bloccare l’austerity e per cominciare a fare gli investimenti lì dove servono. Perché…Permettiamoci,
- permettiamoci pure un momento di orgoglio. Qui ci dicono sempre che siamo quelli che con le nostre
- politiche porteranno l’Italia allo sfascio[impl+vag]. Ma la verità è che quando siamo entrati in
- recessione negli ultimi mesi del 2019 è perché stavamo scontando le folli iniziative di una legge
- di bilancio che era stata fatta dal governo Gentiloni[impl+ppp+vag]. E adesso, dopo che ci hanno
- lasciato un‘Italia in recessione[ppp+vag], noi, un po’ alla volta, la stiamo rimettendo in
- carreggiata[ppp] con politiche espansive e investendo sulla stabilità della vita delle persone[vag].
- Perché i contratti a tempo indeterminato non significa soltanto la possibilità per una persona
- di avere un contratto di lavoro più stabile e più tranquillo[impl]. Non è questo soltanto. Significa
- più gettito per lo stato[impl], perché quelle persone hanno un contratto più stabile che paga più contributi.
- Significa possibilità di farsi una famiglia e quindi investire in una casa, investire nella
- possibilità di poter fare dei figli. Significa dare un nuovo orizzonte all’Italia[impl]. E sapere che,
- nonostante si stiano convertendo i contratti a tempo determinato a tempo indeterminato,
- aumenti addirittura l’occupazione – e siamo ai minimi dal 2011[top+impl+ppp] – questa è una
- risposta a tutti coloro che fecero terrorismo mediatico a capo degli istituti pubblici italiani
- [impl+ppp+vag], dicendo che il decreto dignità avrebbe fatto perdere 80.000 posti di lavoro. Ricordiamocele
- queste cose, perché noi siamo sempre in quel mood per il quale abbiamo un fuoco di fila da parte
- di tutti i grandi esperti – giornalisti e altro[top+ppp+impl]– che ci dicono «voi farete arrivare andare
- l’Italia allo sfascio» e poi, quando arrivano questi numeri, sembra quasi che siano un atto dovuto,
- sembra quasi che sia una cosa normale[impl]. E allora, se da una parte si racconta del pericolo delle
- nostre azioni di governo[vag], quando però arrivano i dati positivi[ppp], con la stessa enfasi,
- bisogna dire che qualcuno ha sbagliato, ha sbagliato le previsioni[vag]. E voglio dirvi su questo che
- c’è un altro tema importante – ve lo dicevo prima – che è l’aiuto alle famiglie: il cosiddetto ceto medio. Usiamo
- questa parola. Magari non piace a tutti, però è un ragionamento che dobbiamo fare e lo dobbiamo raccontare i
- cittadini. Noi, nella prima parte del governo, ci siamo occupati della parte più povera del paese. Abbiamo fatto
- il reddito di cittadinanza. Questi sono giorni in cui tanti cittadini stanno ricevendo la card dalle Poste. Io
- ringrazio Poste, i Caf, l’Inps, il lavoro che hanno fatto: non una coda agli sportelli, tutto sincronizzato e
- organizzato per ordine alfabetico. Siamo arrivati a oltre un milione di richieste per le card. E stanno
- aumentando. Man mano che arrivano le carte alle persone, aumentano le richieste, perché non tutti credevano
- fosse vero. Perché veniamo da anni di truffe politiche[top+vag+ppp] e invece tanti cittadini si stanno
- accorgendo che è vero e quindi stanno andando a richiederlo. E sono tanto contento perché sono stati
- descritti questi cittadini come cittadini furbi[impl+vag], invece tante persone, tanti commercianti mi
- stanno chiamando. Oggi, me l’ha detto anche Giuseppe Conte che un suo amico commerciante oculista lo ha
- chiamato e gli ha detto: «Guarda, in un negozio di ottica un mio cliente è andato a comprare gli
- occhiali che non poteva permettersi, è andato con la card del reddito di cittadinanza, gli
- occhiali da vista che non si poteva permettere[impl]». Perché tanta gente ha sottovalutato il
- livello di difficoltà in cui erano, in cui sono gli italiani[impl+vag+ppp]. Però non è finita qui:
- attenzione, la nostra funzione non si esaurisce col reddito di cittadinanza. Noi dobbiamo guardare a quella
- parte adesso del paese che è quella che paga lo scotto più alto quando c’è una crisi[ppp+impl] – e
- siamo in un momento di difficoltà europea[top] – che si chiama come lo volete chiamare. Io lo chiamo il
- ceto medio, cioè le persone che lavorano dalla mattina alla sera e o non hanno uno stipendio per
- arrivare a fine mese – e quindi il salario minimo – oppure hanno figli, ma non riescono ad
- affrontare i problemi economici ogni giorno, perché l’Europa ha continuato con politiche di
- austerity che li hanno impoveriti o che hanno difficoltà a comprare una casa o a pagare
- l’affitto[impl+vag+ppp]. Perché questa è, a volte, la condizione del cosiddetto ceto medio. E allora, per
- questo, c’è stata una fase uno, che è stata quella del reddito. Adesso c’è una fase due, perché dovete sapere che
- dal reddito di cittadinanza avanzerà un miliardo di euro, perché ci sono delle persone che ne hanno fatto
- richiesta ma che non ne hanno diritto. A testimonianza del fatto che stiamo controllando bene tutto
- quello che ci arriva come richiesta[impl+ppp]. E ci sono delle persone che non ne avranno diritto. Questo
- miliardo di euro, che avanzerà dai soldi del reddito ogni anno, lo sposteremo sugli aiuti alle famiglie che fanno
- figli, sul modello francese. Che significa che, quando ti nasce un figlio in Italia, deve avere lo stesso
- tipo di aiuti di un bambino che nasce in Germania, di un bambino che nasce in Francia, di un
- bambino che nasce in tutti gli altri paesi europei[impl+vag]. E voglio dirvi…Voglio dirvi su questo che
- noi abbiamo visto il grafico degli aiuti familiari che si danno in Italia. Ed è proprio oltre i €25.000-30000 di
- reddito annuo che precipita il grafico e va sotto tutti i paesi europei[implCONV+vag]. Quindi è lì che
- dobbiamo andare ad agire[implCONV+vag]. E con questo miliardo inizieremo da lì e lo faremo
- nei prossimi mesi, con un lavoro che ci prepara alla nuova legge di bilancio di fine anno[vag].
- Voglio dirvi: i dati sull’economia, i dati sull’occupazione sono dati che ci incoraggiano ad andare avanti. E a fine
- anno, a fine di quest’anno, faremo una legge di bilancio ancora più efficace, ancor migliore di
- quella che abbiamo fatto l’anno scorso[ppp]. E sarà in grado di dare nuove risposte a tante
- persone[vag+ppp]. Il quarto punto sono gli incentivi alle imprese per inquinare di meno. C’è stata una fase
- uno sull’inquinamento: abbiamo tolto i soldi agli inceneritori in Italia. L’ultima legge europea approvata in
- Parlamento in questi giorni – che hanno portato avanti persone come Vilma Moronese, come Alberto Zolezzi,
- come tutti gli altri nostri parlamentari che seguono questi temi in Italia – ha tolto la possibilità di dare
- finanziamenti agli inceneritori. Perché visto che dicono che producevano energia e quindi
- ricaricavano i propri costi grazie alla produzione di energia…[vag+impl]. Adesso vediamo. Abbiamo
- bloccato le trivelle in mare, le offshore, nonostante sia stato detto che non era vero[ppp+vag+impl].
- Però quella era la prima fase. Adesso il vero grande tema è un patto con l’industria italiana con incentivi che
- gli consentano di convertirsi in maniera ecologica[ppp]. Ci vorranno anni, ma noi non vogliamo creare
- shock al mondo delle imprese. Noi vogliamo fare un percorso con l’industria italiana per arrivare all’obiettivo
- di inquinare di meno attraverso degli incentivi. E vi dico una cosa: i soldi ci sono. E ci sono perché il Ministero
- dello Sviluppo Economico – che ho l’onore di guidare da undici mesi – negli ultimi 10 anni, ha erogato 80
- miliardi di euro di incentivi, ma ne sono stati ricevuti dalle imprese soltanto 60. C’è una parte di questi
- incentivi che le imprese non richiedono o perché non le conoscono o – forse – perché non gli servono più così. Li
- stiamo riorganizzando e riorganizzeremo tutti gli incentivi in funzione della conversione ecologica. La parola
- d’ordine è “riconversione”. E per convertire le nostre aziende e farle inquinare di meno, avremo bisogno di tutti
- quanti gli industriali, le associazioni dell’industria, delle imprese. Dobbiamo fare un patto con gli
- industriali italiani, da qui a vent’anni, per riconvertire il nostro sistema produttivo[vag]. Punto
- cinque: redistribuzione e rimpatri. C’è stata una fase uno sui migranti in Italia: la fase dei cittadini e dell’Italia e
- dei cittadini italiani lasciati soli dall‘Europa[vag+ppp]. Si può discutere di quello che vogliamo, ma
- quello che abbiamo fatto come governo fino ad ora lo abbiamo fatto da soli, senza nessun aiuto a livello
- europeo[vag], abbandonati da un’Europa che nelle conclusioni del primo Consiglio Europeo di
- giugno disse: «Chi arriva in Italia arriva in Europa»[impl+vag+top]. E poi, quando abbiamo
- provato a ridistribuirgli i migranti, Macron ci ha detto: «no grazie»[ppp+impl]. Quindi, quella è
- stata la misura emergenziale: fermare le partenze – e ci siamo riusciti. Adesso però c’è un altro tema, che è
- quello che tutti i cittadini mi fanno presente[vag]. Qui ci sono centinaia di migliaia di migranti sul nostro
- territorio. Una parte non può stare qui e una parte può stare qui. Ora, prima per il Ministro dell’Interno
- erano 500.000, ora sono 90.000 – non mi interessa[impl]. Il tema vero di questa storia è che
- l’Europa ci deve permettere di redistribuire negli altri paesi i migranti che possono stare
- qui[impl+vag], perché se possono stare in Italia possono stare in Europa. Quelli che non possono stare qui,
- bisogna avviare gli accordi di rimpatrio[vag]. E su questo bisogna fare molto di più come governo e noi
- lo faremo sia a livello europeo sia a livello italiano, con una proposta che passa per la cooperazione allo
- sviluppo[vag], con una proposta che passa per accordi per investire nei paesi di provenienza e
- firmare degli accordi di rimpatrio[vag]. Questa è una priorità per i cittadini italiani. È una priorità per i
- cittadini europei. Perché non si può essere europeisti con le frontiere dell’Italia[impl], è troppo
- semplice così. Se siete europeisti – lo dico agli altri paesi europei – prendetevi le vostre
- responsabilità, sia sulla redistribuzione che sui rimpatri[impl+vag]. Il sesto punto riguarda la lotta
- alla grande evasione in Europa. Ma possiamo dirci una cosa, non solo in Europa, anche in Italia. Noi stiamo
- parlando in questi giorni del possibile aumento dell’IVA[vag]. Per me l’IVA non deve
- aumentare, non può aumentare, ma soprattutto non aumenta, in un paese in cui ci sono grandi
- evasori che evadono decine di miliardi di euro[impl+ppp]. E qui stiamo parlando di qualche decina di
- miliardi di euro da trovare nella nuova legge di bilancio. Io l’ho detto chiaramente: per me le tasse vanno
- abbassate in Italia e ben venga la Flat tax, ma non aumentando l’IVA[impl]. Io non voglio
- aumentare l’IVA, il Movimento non vuole aumentare l’IVA, vuole abbassare le tasse degli
- italiani[impl]. Troveremo i soldi dalla spending review, dalla crescita, ma anche dalla lotta ai grandi evasori. E
- mentre la facciamo in Italia, la facciamo anche in Europa. Perché un’Europa che ha i paradisi fiscali al
- suo interno e consente ad alcune grandi multinazionali di avere la sede nel paese a più basso
- impatto fiscale e poi venire qui a fare concorrenza sleale ai nostri commercianti e ai nostri
- imprenditori[vag], non è un’Europa solidale, non è neanche l’Europa del mercato unico. E fare la lotta ai grandi evasori significa anche utilizzare tutte le tecnologie esistenti che abbiamo.
Discorso di Giorgia Meloni
Consiglio Generale di Confcommercio a Roma, 8 maggio 2019
Qui puoi vedere il video dell’intervento: allo stesso link, oltre al discorso di Giorgia Meloni, puoi trovare tutta la registrazione video dell’assemblea “Europee 2019 – Il Consiglio permanente di Confcommercio incontra la politica”.
- Dunque, buongiorno a tutti, grazie per l’invito, grazie al presidente Sangalli, a tutto il consiglio. È una bella
- opportunità per noi, per me, potersi confrontare con una platea così qualificata, così importante, in un’epoca
- nella quale – non so – la politica tende a farsi più per slogan. Delle volte anche gli slogan sono troppo
- impegnativi, si lavora direttamente sulle immagini e, magari, non c’è molto tempo per approfondire le
- tematiche centrali per la nostra nazione. Quindi l’occasione di fermarsi a parlare, di confrontarsi
- particolarmente con una realtà così importante del mondo produttivo italiano, per me è una grande occasione.
- Noi abbiamo lavorato molto, come Fratelli d’Italia, sul confronto proprio con le categorie produttive.
- Voi lo sapete, anche perché non più tardi dello scorso 17 ma, 17 aprile – chiedo scusa -, proprio a conclusione di
- un lungo percorso che ci ha portato ad attraversare, in Italia, tutti i grandi distretti produttivi per confrontarci
- col mondo delle imprese, col mondo delle categorie, abbiamo presentato, proprio a Roma, alla presenza del
- vicepresidente Stoppani, che è stato con noi perché il presidente Sangalli non poteva, il nostro patto per lo
- sviluppo, per la crescita, per il lavoro, per il quale abbiamo invitato le principali sette associazioni –
- sostanzialmente di rappresentanza dei mondi produttivi – una manifestazione, un’iniziativa, sempre di
- confronto, dal titolo “Più Italia, più impresa”. E abbiamo parlato, già in quell’occasione – chiaramente ci siamo
- presi nostri impegni, abbiamo sottoscritto degli impegni al cospetto di queste realtà -, e abbiamo parlato, in
- quella occasione, della nostra idea d’Europa e di che cosa bisogna fare, secondo noi, sul piano politico italiano
- per sostenere l’impresa e per sostenere l’economia. Per quello che riguarda l’Europa, io ho letto le vostre
- proposte, mi pare che ci sia molta sintonia tra le proposte che fate e le cose nelle quali noi crediamo, penso che
- ci siano anche diversi punti di contatto sulla visione. Voi dite: “L’Europa ha bisogno di cambiamenti profondi”,
- il titolo della nostra campagna elettorale è “In Europa per cambiare tutto”. Siamo d’accordo sul fatto che questa
- Europa ha bisogno di essere rivista. A me piace anche questa vostra idea dell’eurorealismo, cioè l’idea di
- guardare all’Unione Europea, al processo di unificazione europea non come a qualcosa di, che va
- affrontato da un punto vista ideologico[impl], ma come qualcosa che va affrontato da un punto di vista
- di sano realismo: che cosa non funziona, che cosa funziona. E vedete, io sono tra quelli che quest’Europa
- l’hanno criticata e per questo mi sono sentita dire spesso che sono una nemica dell’Unione Europea. Non penso
- di essere una nemica dell’Europa, io sono un’europeista convinta. Il punto è capire se l’attuale
- costruzione europea è una costruzione europea che aiuta quest’Europa o che non l’aiuta[impl].
- E vedete, tra stare in ginocchio in Europa e uscire dall’Unione Europea, c’è tutta una gamma
- intermedia di possibilità[impl]. Ecco, io vorrei discutere di quella gamma intermedia di
- possibilità[impl]. Noi abbiamo aderito al gruppo dei Conservatori Europei, sono la terza famiglia per
- grandezza nel campo del Parlamento europeo. E quello che condividiamo con il gruppo dei Conservatori è
- l’Europa, è l’idea di una Europa come confederazione. Vedete, l’attuale sistema dell’Unione Europea è un
- sistema particolare, perché l’Unione Europea, in realtà, non è una federazione e non è una confederazione.
- Nasceva come Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio, poi è diventata Comunità Economica Europea.
- Piano piano, noi abbiamo aggiunto cose che condividevamo, ma non l’abbiamo fatto con un – diciamo così –
- disegno complessivo, l’abbiamo fatto un po’ a pezzi, si direbbe. E questa Unione Europea, oggi, è una
- specie di Frankenstein delle organizzazioni internazionali[impl + vag]. Viviamo dei paradossi: noi
- abbiamo una moneta unica, ma il costo del denaro cambia da nazione a nazione perché non
- abbiamo un unico debito, per dire, la cosa più semplice[impl]. E così ha creato dei problemi di
- funzionamento. La mia idea – ci sono quelli che pensano che l’Unione Europea dovrebbe essere una
- federazione, quindi cessione totale di sovranità da parte degli stati nazionali, andiamo verso la federazione, non
- è la mia idea -, la nostra idea è quella di una confederazione. Cioè, a dire: gli stati rimangono sovrani, tutte le
- questioni più vicine e prossime ai cittadini le decide lo stato sovrano e l’Unione Europea si occupa delle grandi
- materie. Principio della sussidiarietà: non faccia Bruxelles quello che può meglio fare Roma o Atene o
- qualunque altra capitale europea. Ma occupiamoci insieme di fare, per esempio, la politica estera, il mercato
- unico, la politica di difesa dei confini, la politica di lotta al terrorismo, politica di sicurezza, politica di
- difesa, cose che oggi l’Unione Europea non fa[ppp+top]. Perché, guardate il paradosso: noi, oggi,
- viviamo in una Unione Europea nella quale io concordo con la Francia – questo è diventato anche famoso, con
- la zucchina di mare, non so se qualcuno di voi…Perché io faccio sempre questo esempio: io concordo con la
- Francia la lunghezza delle zucchine piuttosto che il diametro delle vongole che si possono pescare, poi un
- giorno ho detto: “Le zucchine si possono pescare”, è diventata la notizia del mese, ma va bene,
- almeno se ne parla[impl]. E la Francia, invece, non concorda, non ritiene di dover concordare,
- per esempio, con me la sua politica in Libia[impl]. Quindi, io decido cose che francamente, diciamo,
- sono di, secondo me, il tema della lunghezza del zucchine o del diametro delle vongole è un tema di importanza
- secondaria, ma la Francia in Libia si occupa da superpotenza regionale e fa una politica, fregandosene –
- diciamoci la verità[ppp+top] – dei suoi partner europei, di occupazione della Libia, anche contro alcuni
- interessi, diciamo italiani, dall’Eni in poi. Qualcosa non funziona, scusatemi. Esattamente come non funziona,
- visto che parliamo d’Europa, il fatto che le nazioni che a noi vengono vendute come grandi europeiste, la
- Francia e la Germania, un mese fa si sono viste ad Aquisgrana ed hanno rinnovato e rafforzato un patto che
- dice, in buona sostanza, che la Francia e la Germania si mettono d’accordo su tutto prima di presentarsi in
- qualunque consesso internazionale, dalla politica estera alla vendita delle armi, che non è esattamente un
- atteggiamento europeista, francamente. La costruzione e la creazione di un superstato all’interno
- dell’Unione Europea[impl+top] non è un atteggiamento europeista. Allora, il modello confederale
- consentirebbe di superare molti di questi gap, molte di queste questioni che in Europa non
- stanno funzionando[vag]. E consentirebbe anche a noi di affrontare meglio alcune grandi tematiche.
- Guardate il tema dei flussi migratori – ma lo cito solo perché l’ha citato il presidente Sangalli, non avevo in
- animo di farlo -: su tutte le grandi questioni, l’Europa, le istituzioni europee, si occupa, si comportano con due
- pesi e due misure. L’Unione Europea ha speso 6 miliardi di euro negli ultimi tre anni, in due
- tranche da 2 miliardi, da dare alla Turchia per fermare il flusso di immigrati che arrivavano da
- est, perché il flusso di immigrati che arrivava da est, sostanzialmente, dava fastidio alla
- Germania[impl]. L’Italia è stata totalmente abbandonata sulla rotta mediterranea ad affrontare il tema
- dell’immigrazione, totalmente abbandonata. Anzi, noi abbiamo messo più di 250 milioni per fermare la rotta di
- immigrati che arrivavano a est. La proposta che io faccio oggi sul tema dell’immigrazione è fare con la Libia
- quello che è stato fatto con la Turchia, cioè andare a trattare con la Libia, attivare un blocco navale, impedire ai
- barconi di partire, aprire in Africa gli hotspot…Cioè, occuparsi di difendere i confini esterni
- dell’Unione Europea[impl]. Questo, anche l’Italia ha sbagliato un po’ delle sue politiche, perché
- se la nostra richiesta in Europa non fosse stata quella di redistribuire gli immigrati, ma fosse
- stata quella di fermare il flusso, eh insomma, molte nazioni ci avrebbero ascoltato meglio
- [impl+vag]. A me chiedono sempre, i giornalisti: “Come fate ad andare d’accordo con Orban, che è contrario
- alla redistribuzione?” Orban è un signore che governa confini esterni dell’Unione Europea, non ha fatto entrare
- gli immigrati a casa sua. Di grazia, perché dovrebbe prendersi quelli che ha fatto entrare in Italia? La capisco la
- risposta di Orban. Però, magari, se chiediamo a Orban di darci una mano a fermare il flusso, ce la da. E, in
- effetti, lui aveva mandato una lettera a Gentiloni per proporlo. Quindi, il tema è anche che tipo di domande si
- fanno in Europa, da parte nostra, ma come l’Europa si comporta su una serie di temi. Guardate la questione
- dell’Unione bancaria, così arrivo subito a una questione che il presidente Sangalli citava tra le proposte che voi
- fate, io sono favorevolissima, ovviamente, al tema dell’Unione bancaria. C’è una questione a monte: noi
- abbiamo l’unicum di una Banca Centrale Europea che non risponde minimamente alla politica
- [impl+vag]. Non che le altre banche, formalmente, rispondano, anche la Federal Reserve, formalmente, non
- risponde alla politica, ma insomma, se il presidente americano dice una cosa, tendenzialmente, la
- Federal Reserve la starà ad ascoltare[vag]. Non così per la Banca Centrale Europea, che tra l’altro
- gode di estrema discrezionalità nella politica creditizia che porta avanti[impl]. E io, sinceramente,
- non posso dire di avere la certezza che in questi anni la Banca Centrale Europea non abbia fatto una politica
- creditizia favorendo alcune nazioni rispetto ad altre. Scusatemi, perché la Banca Centrale Europea fa
- una politica durissima verso gli NPL, i Non Performing Loans, che sono in pancia alle banche
- italiane, ma non fa una politica ugualmente durissima verso i derivati, che sono in pancia alle
- banche francesi e tedesche?[impl] Domanda, eh. Perché in teoria sono due strumenti, entrambi, diciamo,
- pericolosi sul tema della tenuta del sistema bancario. Però ci sono delle scelte che vengono fatte. Allora,
- capire come l’Italia possa avere la consapevolezza del suo ruolo all’interno dell’Unione
- Europea[impl]. Noi, delle volte, ci siamo comportati come se fossimo, insomma, una nazione di
- passaggio[top], non siamo una nazione di passaggio: noi siamo fondatori dell’Unione Europea, siamo una
- nazione forte, siamo una nazione necessaria all’Unione Europea. Quindi si tratta di capire come
- costruire un‘Europa che sappia avere più rispetto di tutti gli stati membri e come costruire
- un’Italia che sappia andare in Europa a fare delle domande più credibili[impl+vag]. Un’altra delle
- cose che io assolutamente condivido della proposta di Confcommercio è quella che riguarda lo scomputo delle
- spese per investimenti al calcolo del rapporto deficit/PIL. La mia proposta è ancora più ampia: io penso che
- tutti gli investimenti vadano scomputati al calcolo del rapporto deficit/PIL. Ho sentito, adesso, il
- vicepremier Di Maio dire: “Il 3%, lo sforamento sì, sforamento no”[impl]. La grande questione del
- deficit, secondo me, non è quanto si spende in deficit, ma è per cosa si spende in deficit, sulla qualità della
- spesa in deficit. La spesa in deficit per investimenti si può fare, la spesa in deficit per aumentare la spesa
- pubblica, secondo me, non si può fare. Tant’è che un’alternativa è quella, no? Cioè è dire, come proposta
- europea, se non si volesse scomputare tutta la spesa per investimenti dal calcolo del rapporto deficit/PIL, è
- dire: “0 deficit possibile per spesa corrente, 3% possibile per gli investimenti”. È ovvio che quello che tu investi
- anche in deficit per gli investimenti è qualcosa che ti rimane e ti produce ricchezza. Ma questo non lo devo dire
- a voi, che lo sapete bene. Per cui, anche su questo, siamo assolutamente sulla stessa lunghezza d’onda, così
- come sulla web tax, ma lì ci arrivo da qui a poco. Allora, questa è l’idea di Fratelli d’Italia su quello che in
- Europa si può costruire, secondo me ci sono i margini per lavorare a una maggioranza che possa arrivare a una
- costruzione europea di questo tipo e rendere l’Europa effettivamente un soggetto forte sul piano
- politico, capace di dare risposte importanti agli stati che li compongono[ppp], trattando gli stati
- che la compongono, diciamo, a parità di condizioni e non facendo favoritismi, perché in questi anni, purtroppo,
- sono stati fatti. Esattamente come dicevamo che dalle elezioni al prossimo 26 maggio dipende anche molto
- dalle scelte italiane. Poi, insomma, sono elezioni europee, molto bisogna lavorare sul Parlamento europeo.
- Tra le grandi riforme che vanno fatte in Europa ce n’è una che è proprio la democratizzazione delle istituzioni
- europee, la democratizzazione delle istituzioni europee. Nell’Unione Europea, il Parlamento Europeo, che è
- l’unica entità eletta dai cittadini, è quella che conta meno, noi questo lo dobbiamo sapere. Perché
- nell‘attuale Unione Europea, vi faccio un passo indietro, la piccola-media impresa, che conta il
- 99% delle imprese europee, conta meno delle grandi concentrazioni economiche?[ppp+vag]
- Perché nell‘attuale costruzione europea, le grandi concentrazioni economiche fanno lobby e
- sono, diciamo, più vicine a un sistema nel quale, non dovendo rispondere direttamente del
- consenso dei cittadini, insomma, rispondi ad altre dinamiche[impl+vag]. Cioè, questo mi pare
- evidente, insomma, no? Noi l’abbiamo denunciato tante volte il fatto che, curiosamente, l’Unione
- Europea non avesse l’attenzione che avrebbe dovuto dedicare a quella che è l’ossatura della sua
- economia[ppp], che è la piccola-media impresa. Non lo ha fatto e noi lo vediamo ogni giorno. Per cui ci sono
- riforme importanti che si possono portare in Europa e, dicevamo, c’è da cambiare anche la politica italiana. Io
- non ho fatto mistero di non – così veniamo alle cose di casa nostra -, non ho fatto mistero di non condividere la
- politica economica di questo governo, lo abbiamo fatto in tutti questi mesi, in tutte queste iniziative, che
- abbiamo dedicato proprio all’attenzione dei mondi produttivi. Non abbiamo paura, non abbiamo avuto paura a
- definirci “un partito produttivista”, a fianco, no? Capace di schierarsi a fianco di chi produce
- lavoro[impl]. Perché, in questi mesi, noi abbiamo visto tornare delle idee che, insomma, ci parevano sconfitte
- da un po’ di tempo. Intanto, forse, bisognerebbe spiegare o ribadire a qualche esponente di questo
- governo che la ricchezza non la crea lo stato, la ricchezza la creano le imprese, principio
- banale, ma che pare essere stato dimenticato[impl+vag]. Sono tornate una serie di idee,
- dicevamo che pensavamo sconfitte, l’idea che il datore di lavoro e il lavoratore siano nemici
- l’uno dell’altro[impl+vag] e che non siano, invece, due realtà ugualmente esposte alle
- intemperie della crisi economica[top]. L’idea che gli imprenditori sono sfruttatori, corruttori o
- evasori fino a prova contraria[impl+vag]. E, soprattutto, l’idea che il lavoro si possa creare per
- decreto, che la povertà si sconfigge per editto, che un giorno si sveglia uno, la mattina, al
- governo e dice: “Adesso, oggi, abolisco la povertà, oggi creo lavoro, oggi creo lavoro a tempo
- indeterminato“[impl+vag]. Non funziona così, voi lo sapete meglio di me. Ma, insomma, vale la pena
- ricordarlo perché pare che qualcuno non l’abbia capito[vag]. L’unico modo di sconfiggere la povertà è
- creare lavoro-sviluppo, l‘unico modo di creare lavoro-sviluppo è mettere chi può assumere in
- condizioni di farlo, mettere le imprese in condizioni di aprire, di crescere, di assumere[impl].