Il post di Daniela Santanchè contiene un interessante esempio di descrizione definita, una delle strategie di presupposizione più diffuse. L’espressione “il passaparola tra i migranti” presuppone infatti che tale passaparola esista, e che ormai si tratti solo di sapere in che cosa consiste, mentre se la comunicazione fosse onesta lo stesso contenuto dovrebbe essere formulato in modo esplicito: “c’è un passaparola tra i migranti”.
In questa scelta si vede in modo chiaro il potere delle presupposizioni. Infatti, se il contenuto fosse formulato esplicitamente (“c’è un passaparola tra i migranti”), chi legge il post sarebbe istintivamente portato a dedicarvi un minimo di riflessione critica: in quali contesti e con quali mezzi avrebbe luogo questo passaparola? Di quali migranti parliamo? Come fa un passaparola a diffondersi dalla Libia alla Siria al Bangladesh? Come l’hanno saputo i giornalisti di Libero e Daniela Santanchè?
Invece la formulazione implicita (“il passaparola tra i migranti”) ha il potere di abbassare la soglia critica: essendo presentato come un fatto acclarato, il contenuto tende ad essere accolto senza obiezioni, come probabilmente è successo anche a voi alla prima lettura.
Inoltre, la presupposizione ha anche le caratteristiche della topicalizzazione: si trova cioè nella parte della frase dove normalmente vengono incluse informazioni già note. La parte topicale viene di solito processata in modo più rapido, perché siamo consapevoli che le informazioni più rilevanti si trovano nella seconda parte della frase.