Enrico Letta (2021) e Nicola Zingaretti (2020) in assemblea di partito

Un confronto tra le informazioni discutibili trasmesse in modo implicito

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A pochi giorni (era il 14 marzo 2021) dal discorso pronunciato da Enrico Letta all’Assemblea Nazionale del PD per presentare la propria candidatura, proponiamo un confronto fra questo discorso e il discorso tenuto dal precedente Segretario, Nicola Zingaretti, il 22 febbraio 2020, sempre all’Assemblea Nazionale del partito.

In primo luogo, è interessante notare è che, sebbene Letta, attraverso due implicature conversazionali, veicoli il messaggio di essere in continuità col precedente Segretario, i due discorsi dimostrano di essere profondamente diversi in termini di quantità di informazioni discutibili veicolate implicitamente. Se l’Indice di Implicitezza Globale di Letta, infatti, raggiunge quota 0,65, quello di Zingaretti, arrivando a 2, è di circa tre volte superiore.

I due Segretari sembrano invece allinearsi nel non definire troppo dettagliatamente che cosa sia o che cosa dovrebbe essere il PD. Da un lato, Zingaretti dichiara che “noi siamo altro” rispetto alle destre, lasciando vago che cosa esattamente differenzi il PD dalle destre; dall’altro lato, Letta, seppur specificando che i dem devono essere “progressisti nei valori, riformisti nel metodo e [avere] la radicalità nei comportamenti” e unire “l’anima e il cacciavite”,  lascia vago quali siano con esattezza le caratteristiche di un, a suo giudizio necessario, nuovo PD. Si può ipotizzare che la scelta di non definire troppo nel dettaglio le caratteristiche che identificano il PD derivi dal voler creare un PD ‘inclusivo’, al fine di realizzare quell’“allargamento di campo” da tempo e da molti auspicato.

Anche nel lasciare vago il destinatario dei loro attacchi, Letta e Zingaretti danno prova di essere concordi. Zingaretti, ad esempio, parla genericamente dei “sabotatori dell’Unità Europea”, senza specificare chi siano. Letta, lodando il Presidente Sergio Mattarella per essersi vaccinato in coda come tutti gli italiani, implicitamente lancia un’accusa a chi, servendosi dei propri privilegi, ha ricevuto il vaccino prima di quando gli spettasse. Tuttavia, similmente a Zingaretti, Letta non specifica chi sia il bersaglio di tale attacco.

Letta si fa poi notare per un’implicatura convenzionale, proposta due volte, una strategia linguistica non molto frequente, alla quale, in questo caso, è dato di veicolare un contenuto di notevole importanza. Il nuovo Segretario afferma, infatti, che “abbiamo davanti una fase di rinascita del Paese, di ricostruzione del Paese, che partirà di più dalla societàcioè dalla politica, cioè dai partiti”. In questo caso, la congiunzione cioè dà luogo a un’implicatura convenzionale che indica un’identità fra due termini, ovvero, il coincidere della società con la politica e della politica con i partiti. 

Grazie , Valentina .

Grazie per questo lavoro che avete fatto insieme ad Anna e Debora in questi giorni , giorni che sono stati sicuramente complessi , complicati .

Grazie davvero grazie per il lavoro che svolgerete da qui in avanti .

Voglio iniziare ringraziando , innanzitutto , e salutando da qui , Nicola Zingaretti .

A Nicola mi lega un rapporto di lunga e grande amicizia , un rapporto di sintonia , rapporto importante .

Abbiamo fatto tante cose insieme , Nicola , tante cose insieme faremo .

Io ti ringrazio per avermi cercato .

Lavoreremo insieme , lavoreremo insieme sapendo che , se avessi dovuto scegliere una persona alla quale succedere , sarebbe stato per me un onore e veramente un piacere , quello sei tu .

Abbiamo un carattere anche abbastanza simile , devo dire , ci capiamo al volo .

Siamo persone che non hanno bisogno di molte parole per capirsi .

Ancora grazie .

Saluto tutte le democratiche e tutti i democratici che in questo momento ci stanno seguendo .

Vi propongo , come Valentina molto bene ha detto prima , di non concludere questa nostra riflessione qui oggi , ma di iniziarla .

Io vi presenterò delle idee , queste idee saranno contenute domani in un breve vademecum che manderemo a tutti i circoli del Partito Democratico .

Vademecum per vedere come far sì che la discussione in due settimane possa essere una discussione non fatta così tanto per fare , per discutere , per far sfogare la base .

No .

Per arrivare poi dopo delle conclusioni che possono arrivare qui e possiamo farne sintesi insieme in una prossima assemblea nazionale che possa essere di dibattito su queste idee da parte di tutti i membri dell' Assemblea Nazionale , e naturalmente sulla base di ciò che arriverà dai circoli .

E propongo quindi questo metodo per i prossimi giorni , ne discutiamo insieme , ci ritroveremo poi qui in Assemblea .

È l' anno più buio della nostra storia repubblicana , è il peggiore anno della nostra storia repubblicana , quello che abbiamo dietro le spalle .

Questi 12 mesi , oggi è il 14 marzo , questi poco più che 12 mesi , centomila morti .

È scesa la speranza di vita drammaticamente per la prima volta nella storia recente del nostro paese , la disperazione diffusa , lo smarrimento , gli anziani soli , gli anziani soli che sono morti da soli , le famiglie che hanno perduto i loro cari e sono state nemmeno in grado di salutarli .

Il mio pensiero in questo momento va a tutto il personale sanitario , a tutti i rappresentanti dello Stato , tutti coloro che hanno svolto una funzione fondamentale , la loro dedizione è stata ed è fondamentale per la resistenza del nostro paese .

Voglio anche , in questo momento , pensare a quel mezzo milione italiani che hanno perso il lavoro durante questo periodo .

È a loro che noi guardiamo in questo momento , cercando di pensare alle migliori soluzioni per il loro futuro .

È stato un periodo terribile , nel quale però tanti segnali di speranza sono nati .

Penso a questo patto generazionale fra anziani e giovani .

Un patto generazionale forte , bello , intenso .

Sacrifici degli uni per la salute degli altri .

Mi viene in mente questa frase di Papa Francesco che dice che vorremmo mondo che vivesse un nuovo abbraccio tra giovani e anziani .

Noi siamo , forse , vicini alla liberazione .

Sappiamo che fino all' estate ci aspetterà un periodo durissimo , ci aspetteranno probabilmente nuovi lutti , nuove sofferenze , un impegno da parte di tutti .

L' impegno per garantire la salute , ripeto , la salute resta la sfida principale .

Siamo di fronte a uno sforzo finale e noi speriamo che la liberazione che avverrà , avverrà grazie alla scienza , cioè grazie al vaccino , grazie alla cooperazione , alla cooperazione tra Paesi , tra ricercatori , tra ricercatori di paesi diversi , tra istituzioni .

Da solo nessuno si salva , l' ha detto il Papa .

Papa che ha scritto la più bella enciclica , probabilmente , l’ enciclica sulla fraternità , la Fratelli Tutti .

Da solo nessuno si salva , la cooperazione , la salute .

E non è un caso che il nostro paese che oggi è al centro del mondo , perché l' Italia in questo anno 2021 guida il G20 , una delle più importanti , oggi , realtà delle relazioni internazionali .

Bene , il nostro paese che guida il G20 ha voluto mettere , è stata una scelta del governo precedente , portata avanti da questo governo , la salute al cuore del G20 .

Abbiamo voluto mettere al cuore , al centro il principio che la salute deve diventare bene comune globale .

Io vorrei che il G20 lanciasse , metto qui questa idea , anche qualcosa di più .

Il coordinamento e la cooperazione sono fondamentali .

Senza coordinamento , senza cooperazione , si sprecano risorse che potrebbero essere usate in altro modo e si perdono vite umane .

Quante vite umane in più , quante risorse perse , quanti drammi in più perché non c' è stata cooperazione e coordinamento , perché ognuno ha voluto fare per sé .

Io vorrei che si lanciasse un indice del costo del non coordinamento , a livello internazionale , come si fece un tempo , 30 anni fa , sul costo della non-Europa .

Il costo del non coordinamento vuol dire morti in più , vuol dire soldi buttati via in più .

Noi rivendichiamo con orgoglio che noi del Partito Democratico siamo per il primato della Scienza , la cooperazione tra paesi e istituzioni .

L’ immagine è quella di Sergio Mattarella , il nostro presidente della Repubblica , al quale in questo momento va il mio saluto più affettuoso , che si vaccina , in coda , è l' immagine della Speranza .

Lo Stato è fondamentale in questo momento , ma lo Stato si è rivelato fragile .

Dobbiamo dirlo .

Una fragilità istituzionale , sociale , economica .

È indispensabile rafforzare lo Stato , rinnovarlo , rilanciarlo .

È indispensabile rivedere e rilanciare il rapporto con le regioni .

Voglio salutare i nostri presidenti di regioni , il presidente della Conferenza Stato-Regione . Faremo un grosso lavoro tutti insieme .

In questo anno , la parte della nostra società che ha subito le conseguenze più dure e ha pagato il prezzo più alto è sicuramente quella delle donne .

Le disuguaglianze sono cresciute , pesantemente .

In Italia , il problema è diventato da allarme rosso .

Le violenze domestiche sulle donne sono aumentate in modo insopportabile .

Le opportunità sono calate , le condizioni del lavoro delle donne sono peggiorate dovunque e in tutti i modi .

Il lavoro ...

È salita una nuova dipendenza delle famiglie di origine , è diventata impossibile la conciliazione .

La nostra presidente Valentina prima ha fatto riferimento a tutta una serie di elementi importanti , li riprendo e sono d' accordo con lei .

Noi dobbiamo assumere questo tema come centrale per le politiche , per la rappresentanza politica del Partito Democratico , perché noi del Partito Democratico abbiamo un problema su questo tema .

E io non voglio nascondere nulla , lo stesso modo col quale la nostra rappresentanza al governo si è andata delineando dimostra che abbiamo un problema .

E lo stesso fatto che sia io qui , e non una segretaria donna , come avrebbe potuto essere il caso , dimostra che abbiamo un problema .

Io mi assumerò fino in fondo la responsabilità di questo problema , lo metterò al centro delle mie azioni , anche perché , guardate che non è un problema soltanto nostro , è un problema generale ed è un problema assurdo .

Ieri sera , mentre scrivevo le ultime pagine di questo discorso , mi è arrivata la notizia assurda del fatto con una persona assolutamente all' altezza di compiere quel compito , compito , parlo di Segretario Generale dell' OCSE , Cecilia Malmström sia , alla fine , saltata da quella responsabilità , è passato un uomo , un australiano , al posto di una donna , un’ europea , per colpa delle divisioni degli Europei sul nome di una donna .

Mi dispiace , anche perché Cecilia Malmström mi ricorda uno dei momenti più duri e complicati della mia vita politica , lei mi accompagnò , da Commissaria Europea sui migranti , mi accompagnò a Lampedusa quella mattina .

Quella mattina in cui andammo a contare le bare .

L' idea di partito che noi vogliamo oggi costruire nasce da un' idea di Paese .

Se mi permettete nasce da un' ambizione , e l' ambizione che io voglio qui avere è che la caduta della pandemia avrà lo stesso effetto di scatenare energie come fu , per la mia generazione , la caduta del Muro di Berlino .

Faccio un riferimento molto personale , per me , per quelli della mia generazione , sono tanti i dirigenti , i militanti del Partito Democratico che sono venuti alla politica attorno a quella straordinaria stagione , che a livello europeo ha scatenato entusiasmi , passioni .

La nostra canzone , quel Wind of change , che fu la canzone che cambiò il senso di quegli avvenimenti , da politici ad avvenimenti che cambiavano il nostro modo di essere , tutti .

Noi dobbiamo far sì che quella straordinario momento di entusiasmo si ripeta quando cadrà la pandemia , come quando cadde il muro di Berlino .

Abbiamo il dovere , come comunità del Partito Democratico , di esserci in quel momento , di esserci uniti , forti , con lo sguardo nella società , non con lo sguardo nel nostro ombelico .

Cosa faremo se in quel momento saremo lì pensando al nostro ombelico , non serviremo a niente , nemmeno a noi stessi .

Si sta aprendo un mondo nuovo , in questo anno 2021 , un mondo nuovo in un anno nel quale l' Italia , noi , guidiamo il G20 .

In questo mondo nuovo , è andato a casa Trump , il modello di tutto ciò che di negativo nella politica , per noi , è rappresentato .

È arrivato un presidente , Joe Biden , che lavora sul multilateralismo .

È stato rilanciato il multilateralismo .

Si lavora sui temi dei diritti umani .

Si cerca di combattere là dove le dittature tornano .

Un pensiero in questo momento a ciò che sta capitando in Birmania , in particolare .

Siamo vicini al popolo birmano per questa ulteriore ed ennesima lotta .

La nuova speranza che è venuta dall’ elezione di una persona con la quale , in questi anni , per me , straordinari , di esperienza , di lavoro , ho avuto modo di collaborare , ho avuto modo di conoscerla , quando non pensava nemmeno di candidarsi a questo ruolo , parlo della scelta , dell’ elezione in uno dei più grandi organismi istituzioni internazionali , WTO , di una donna , per la prima volta , e di una donna rappresentante del continente africano , per la prima volta , Ngozi Okonjo , che saluto da qui .

Ha lavorato con me , coi nostri studenti , in modo straordinario , ci ha insegnato che cosa vuol dire la passione , cosa vuol dire le idee nuove .

Questo mondo e questo momento di grande cambiamento , l' Italia globale , quest' italia globale che ha il volto di Luca Attanasio , che ha il volto di Luca Attanasio , di Vittorio Iacovacci , di Mustapha Milambo .

Quest' italia globale che si occupa degli altri , che porta avanti le idee di multilateralismo , di diritti umani , di cooperazione allo sviluppo .

È il nostro tempo , perché è il tempo in cui coloro che sono stati troppo a lungo esclusi possono ridiventare protagonisti .

E noi siamo lì proprio per questo .

Questa Italia globale , l' Italia sulla quale noi dobbiamo lavorare , europea e globale .

Fatemi con un ... veramente un pensiero , un sorriso molto affettuoso , salutare tutti gli italiani all' estero .

Lo faccio perché io sono stato uno di loro in questi anni .

Ho votato , quando c' è stato da votare , all' estero , ho frequentato . quando c' è stato da frequentare , sedi degli italiani all' estero .

Li saluto , dove sono oggi , in quale parte del mondo sono di loro , e gli chiedo continuate , fate il vostro lavoro , combattiamo insieme , l’ Italia globale e l' Italia Europea ha bisogno di voi .

E allora questa nuova stagione che si apre , si apre con ... per me alcuni modelli , alcune parole d' ordine , alcuni hashtag , uno di questi è “ la vita che vince ” .

Perché la pandemia che cade , l' entusiasmo che nascerà è l' entusiasmo della vita che vince .

L' altro è quello della partecipazione , per me è una parola chiave , ma però sarà ancora di più dopo , dopo quando saremo in questa epoca di ripartenza , io ho intenzione di lavorare come segretario del Partito Democratico , se mi eleggerete , con questo tema della partecipazione , ci riverrò nel discorso .

E poi una coppia di termini che sembrano molto lontani l' uno dall' altro , ma che nel mio immaginario appartengono a due persone con le quali ho avuto modo di lavorare in tutti questi anni , in questi decenni , a cui mi legano entrambi grande vicinanza , grande affetto .

L' idea di mettere insieme l' anima e il cacciavite , che sembra una cosa strana , cosa c' entra l' anima col cacciavite , ma alla fine la nostra politica deve essere questo : mettere insieme l' anima e il cacciavite , e non staccarle mai , perché se siamo solo anima , alla fine non faremo in modo che le nostre idee diventino qualcosa , un avanzamento positivo per gli esclusi , per le persone in difficoltà , non faranno cambiare le condizioni di lavoro , se saremo solo lì .

Abbiamo bisogno di sapere dov'è il cacciavite e qual è la vite , in quel momento , da girare , per far sì che l' anima , i valori siano quelli .

Quelle persone sono già Jacques Delors e Romano Prodi , due presidenti della Commissione con cui ho avuto modo di lavorare in questi ultimi anni .

Jacques Delors , la fortuna per me , in 6 anni di vita , di poter , quasi ogni mese , passare un pomeriggio a casa sua , nonostante le sue condizioni molto aggravate , affaticate , vedere una persona di 95 anni sempre ottimista , sempre lucida e sempre a trovare ciò che di positivo si può fare .

Una lezione di vita straordinaria a noi che siamo sempre lì a dirci no , va male , questo va male , quest' altro va male .

E poi naturalmente Romano Prodi .

È inutile che qui vi racconti a tutti quanto mi lega a lui .

E io penso che noi dobbiamo essere progressisti nei valori , dobbiamo essere riformisti nel metodo e dobbiamo avere la radicalità nei comportamenti individuali di ognuno di noi .

Progressisti nei valori , riformisti nel metodo e la radicalità nei comportamenti .

Io oggi mi candido a nuovo segretario del PD , ma so che non vi serve un nuovo segretario , l' ennesimo .

Vi serve un nuovo PD .

Perché un nuovo segretario , se facciamo l' elenco di quanti ci avvicendiamo a questa carica , io credo che cominciamo a pensare che ci serve un nuovo PD .

Io scelgo il PD , perché stavo facendo altre cose .

E sono stupito dal fatto che tante persone , in questi giorni , mi hanno incoraggiato , ma qualcuno mi ha detto : “ Ma , come , lasci quello che stai facendo per un impegno di partito ?

Dovevi lasciare quello che stavi facendo , se andavi a impegni di governo , impegni istituzionali , lo lasci per un impegno di partito ! ”

E questa , quando m'hanno detto questa cosa , ho detto “ sì , lo faccio davvero ! ” , perché mi sono reso conto dell' assurdità di questa frase .

È assurda questa frase .

Quanti di noi alla richiesta , alla scelta ...

Io mi rivolgo a tutti i componenti dell' assemblea , a tutti gli amici dei circoli , fai l' assessore o ti occupi del partito ?

Fai il sottosegretario o ti occupi del partito ?

La scelta è automatica oggi .

No , è sbagliato !

È sbagliato perché abbiamo davanti una fase di rinascita del Paese , di ricostruzione del Paese , che partirà di più dalla società , cioè dalla politica , cioè dai partiti .

E io scelgo il partito .

Grazie.

Il nostro pensiero, questa mattina, ovviamente, va innanzitutto a tutte quelle donne, quegli uomini, quei volontari, quegli operatori, quegli amministratori, infermieri, medici, militari, le forze delle istituzioni, quei cittadini e cittadine impegnate, in queste ore, a fronteggiare il Coronavirus, che in alcune regioni del nostro paese ha iniziato a farsi vedere, a colpire in maniera drammatica.

Ora, noi lo vogliamo dire: è il tempo della scienza.

E lo dico anche alla luce di alcune stupide polemiche che leggo sulle agenzie.

È il tempo della scienza, della buona sanità.

È il tempo della collaborazione, è il tempo di non sottovalutare nulla di quanto sta accadendo ed è il tempo di organizzarsi, ovviamente.

Ma è soprattutto il tempo dell'unità del paese per fronteggiare questa drammatica evenienza.

È il tempo della collaborazione massima ed è quello che, per quanto ci riguarda come democratici, noi faremo.

Da noi, da questo palco, da questa assemblea, innanzitutto arrivi la vicinanza e l'abbraccio alle famiglie delle prime due vittime italiane di questo virus, e un abbraccio a tutte quelle donne, quegli uomini, quei bambini, quelle bambine ancora in quarantena o in cura.

Sappiate che anche questa mattina - ora ci raggiungerà, qui, chi dello Spallanzani sta seguendo questa vicenda -, beh, ancora questa mattina, dallo Spallanzani, moltissime e moltissime donne, uomini, sono stati dimessi dopo la quarantena e dopo la cura.

Ecco, questo è un segno ovviamente di un pericolo rispetto al quale dovremmo vigilare, ma è anche il segno di una speranza che si può combattere.

E come Italia, come sistema paese, come Europa, affronteremo anche questa vicenda con questo spirito nazionale, unitario, rigoroso, scientifico.

Perché questo, da noi, ora si aspettano le italiane e gli italiani.

E, malgrado tutto, noi dobbiamo andare avanti.

Monitoreremo, ovviamente, giorno per giorno, quello che sta avvenendo, come stare in questo tempo, ma dentro una vicenda e giornate politiche - e vengo all'ordine del giorno - che, come sapete, sono e rimangono complesse, vive e difficili.

Direi: giornate politiche turbolente.

Ma noi siamo qua, dentro queste giornate turbolente abbiamo cose da dire e le diremo molto più uniti che in passato, perché siamo un partito plurale, ricco di idee.

Ma sono contento che questa assemblea coincide per la prima volta, dopo tanti anni, con organismi esecutivi e dirigenti unitari.

Perché abbiamo dato ascolto a quello che le piazze del nostro popolo, di fronte alla crisi italiana, ci ha sempre detto: "Andiamo avanti e facciamo di tutto per andare avanti, uniti e combattivi".

Io questo lo dico perché la frenesia della battaglia politica, le polemiche, gli scontri - anche quelle di questi giorni - non devono in alcun modo distrarci dal cuore dei problemi, dal senso profondo del nostro ruolo e della nostra iniziativa nelle prossime settimane.

E questo compito è chiaro, a mio giudizio: costruire e ridare speranza a questo paese.

In molti fuggono da questo naturale obiettivo della politica affinché essa abbia un senso.

Noi no.

Noi guardiamo alle persone, non vogliamo fuggire e siamo qui nuovamente per essere leali a quell'articolo 3 della nostra Costituzione, che nella seconda parte recita: "La Repubblica rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale che si frappongono alla realizzazione dell'individuo".

E mi domando e vi domando: cosa c'è di più bello, per chi crede nella democrazia, che rifarsi a queste parole?

Invece la politica, quando è solo gestione del potere, è popolata da pensieri e culture regressive, dall'egoismo e dal cinismo.

E, allora, emergono i picconatori, i trasformisti seriali, che si nutrono delle tensioni e delle paure altrui.

Le destre parlano di problemi, esaltano le paure, giocano con la fragilità e l'insicurezza delle persone, indicano colpevoli e capri espiatori e si ergono a giustizieri.

Cascano poi sempre in piedi, si puliscono la giacca dalla polvere prodotta dai loro disastri e, con disinvoltura, si muovono, lasciando le macerie agli altri, alle proprie spalle.

Lo abbiamo capito e visto: la destra, diciamo da questa assemblea, non è la soluzione.

Sono i più bravi a cavalcare paure, a raccontare i problemi e sono i peggiori a risolvere i problemi che raccontano.

E questo è un grande spazio della loro debolezza, che il Partito Democratico vuole occupare, perché noi siamo altro.

Siamo qui perché amiamo la nostra patria, ne vediamo le immense potenzialità, anche in questo tornante così difficile della storia, vediamo anche l'urgenza di cambiare, se vogliamo costruire un futuro migliore, che però crediamo sia possibile costruire.

Facciamo, cioè, nostra quella bellissima esortazione di un grande presidente della Repubblica: Carlo Azeglio Ciampi.

Che saluto e che ricordo con un immenso affetto.

E quell'esortazione diceva: "L'Italia ce la farà".

E chiamiamo le italiane e gli italiani a cimentarsi con questa bellissima sfida, lanciamo questo segnale a chi fa impresa, chi lavora, chi commercia, chi fa l'artigiano, chi investe: cosa vuole, in fondo, in questo tempo?

Vuole farlo e vuole farlo senza minacce della criminalità, senza incubi burocratici, con infrastrutture decenti.

Chi studia, chi insegna, chi crea, chi ricerca: cosa vuole, in fondo?

Vuole farlo, vuole farlo senza vivere la precarietà della propria condizione, vedendo riconosciuto il proprio valore, insieme, contribuendo allo sviluppo del sistema paese.

Chi ha bisogno, chi, nella vita, vuole un'altra possibilità perché non ce l'ha fatta, è caduto, chi si sente solo di fronte all'immensità della vita: cosa vuole, in fondo?

Vuole una comunità di cui far parte, per ricevere e per dare.

Chi crede in un Dio, a un colore della pelle diverso da quello della maggioranza del suo quartiere, ha preso coscienza in piena libertà del proprio orientamento sessuale, in fondo, che cosa vuole?

Vuole vivere, vuole vivere senza paure, senza nascondersi, poter essere libero di camminare con la kippah in testa o mano nella mano, anche di notte, senza timore.

E fatemelo dire: dopo l'ennesimo terribile attentato xenofobo e razzista, nel cuore dell'Europa, chi come la senatrice Liliana Segre e come tanti altri testimoni della memoria racconta le proprie ferite ai ragazzi per evitare il virus dell'odio torni a colpire, deve essere ovviamente libero di farlo perché, in fondo, che cosa vogliono queste persone?

Vogliono vivere, vogliono vivere per quello che sono e hanno diritto a farlo.

Questa è l'Italia che vogliamo costruire e che le destre vogliono negare.

E per questo esistiamo, perché stiamo, perché sappiamo che tutto, anche nelle prossime settimane, avverrà nel conflitto.

Nel conflitto tra ceti produttivi e rendite parassitarie, tra lavoratori onesti e i soliti furbetti.

Un conflitto e uno scontro che sarà - prepariamoci - durissimo, perché questa è anche l'Italia dell'illegalità, dei soldi facili, della sopraffazione e delle mafie.

Ma noi, di questa battaglia, non abbiamo paura, perché nel nostro DNA ci sono persone come Pio La Torre e Piersanti Mattarella, che ci hanno insegnato qual è la strada per stare dentro questo conflitto.

Ecco perché il PD, ecco l'attualità, la forza del progetto del Partito Democratico, una forza per unire, per modernizzare l'Italia e per cambiare l'Europa.

Un'opera immensa e che ha bisogno di soggetti forti e nuovi della politica, altrimenti a decidere saranno sempre altri.

Distruggere è semplice, costruire è una missione.

Ma per unire l'Italia, si deve unire la politica.

Per questo è un errore drammatico, non per noi, ma per la nostra patria, sempre picconare, dividere, polemizzare.

Sempre cercare avventure solitarie che soddisfano qualcuno, ma non aiutano l'Italia ad essere un paese migliore.

Ma l'Italia ce la farà o questo è solo uno slogan?

Questa è la domanda alla quale noi dobbiamo una risposta convinta.

Io sono convinto che ce la farà.

L'Italia ce la farà, se cambia e cambiamo l'Italia.

È possibile, se insieme cambiamo la politica.

Il governo, con la manovra dicembre, ha salvato l'Italia.

Ora occorre un salto in avanti, cominciamo da qui.

Io difendo e mi sento pienamente partecipe dell'azione che si è realizzata in questi mesi.

Lo sappiamo perfettamente che questo governo non corrisponde a tutte le nostre aspirazioni.

È partito ad agosto da un atto di coraggio e da una scommessa alla quale sarebbe stato imperdonabile sottrarsi.

Tante volte le forze progressiste al governo hanno dovuto convivere - è inutile che lo neghiamo - con situazioni difficili, con alleati non meccanicamente in sintonia, con intese che, ogni volta, apparivano sul punto di realizzarsi.

Sì, ancora una volta - lo diciamo, lo ammettiamo, ma fa parte dello scontro politico -, ancora una volta e per ragioni di emergenza, per il bene della Repubblica, per ottenere risultati concreti, seppur parziali, siamo costretti a valutare, di volta in volta, le condizioni di una nostra responsabilità alla direzione della nazione.

Ma nel nostro caso, cosa sarebbe successo se non avessimo accettato di costruire questo governo, di accettare questa sfida?

Sappiamo anche questo: l'Italia sarebbe stata fuori controllo, l'IVA aumentata, lo spread schizzato alle stelle.

Saremmo entrati rapidamente in una zona assai prossima a una bancarotta devastante, con tutto ciò che ne deriva dal punto di vista economico, sociale e politico, per centinaia di migliaia di famiglie italiane.

Salvini avrebbe sicuramente tentato operazioni economiche e finanziarie che avrebbero fatto esplodere il debito e che ci avrebbero rapidamente messo fuori dall'Europa.

Al contrario, certo con fatica, ma per questo esistiamo, con noi si è realizzata una manovra di bilancio di grande serietà e, con le prime nette discontinuità rispetto al passato, siamo riusciti ad avviare una ripresa degli investimenti in settori strategici.

Il calo dello spread, dovuto all'affidabilità di una nuova classe dirigente rispetto a quella screditata dal passato, ha permesso di risparmiare miliardi di euro che sarebbero andati in fumo per gli interessi sul debito, ricordiamolo al paese.

Ogni volta, è impressionante, ogni volta che la destra perde, gli italiani guadagnano miliardi di euro da autorizzare per la crescita, per l'equità e per gli investimenti.

Dopo mesi, infatti, di sbandamenti e amicizie pericolose della destra italiana coi sabotatori dell'Unità Europea, abbiamo riallacciato un rapporto positivo nell'Europa, nel campo dello sviluppo, della difesa, del rapporto con le istituzioni comunitarie e siamo di nuovo autorevolmente presenti, anche grazie a nostre importanti personalità, a cui sono state affidate responsabilità enormi.

Penso a David - come ho ricordato prima - Sassoli o a Paolo come commissario all'economia.

Ma grazie anche a un ruolo combattivo, combattivo, come stiamo avendo in queste ore con Enzo Amendola, il nostro ministro, per avere dall'Europa un bilancio migliore e più credibile.

Ecco il modo di essere in Europa: autorevoli e forti per cambiarla.

Non subalterni per distruggerla, che invece era il ruolo, il destino alla quale la destra aveva legato il nostro paese.

L'abbassamento dello spread sul nostro debito, passato da 240 punti di agosto agli attuali 130, è il segnale inequivocabile di questa differenza.

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Ogni contenuto discutibile è evidenziato con un colore diverso che corrisponde al tipo di implicito linguistico usato dal parlante in quell’occasione. Il tipo di implicito è indicato nell’etichetta che compare al passaggio, e che ne esplicita anche la funzione comunicativa.

Ogni contenuto implicito serve a realizzare un certo obbiettivo nella comunicazione: cioè, è dotato di una Funzione comunicativa. Ad esempio: Autoelogio, Elogio di altri, Attacco, Difesa e Opinione personale. 

La Presupposizione è un contenuto presentato come se i destinatari ne fossero già al corrente: in questo modo non sono indotti a metterlo in discussione.

L’Implicatura è un contenuto che non è detto esplicitamente, ma è lasciato intuire. Poiché lo implica lui, il destinatario si accorge di meno che gli è stato trasmesso dall’emittente. 

Un’Espressione vaga è compatibile con molti diversi contenuti concreti, per cui è difficile accorgersi se essa sia falsa o esagerata.

Un Topic, per i linguisti, è un’informazione presentata come se se ne stesse già parlando, quindi come se fosse già abbastanza accettata nel discorso.