Draghi (2021) e Monti (2011) nell’insediamento di un governo tecnico

Un confronto tra le informazioni discutibili trasmesse in modo implicito

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Il confronto di oggi vede protagonisti due discorsi che hanno molto in comune dal punto di vista politico: entrambi sono stati pronunciati al Senato in occasione dell’insediamento di un governo (più o meno) tecnico, in un contesto di profonda crisi economica e sociale. Anche dal punto di vista degli impliciti linguistici, il discorso di Mario Monti del 18 novembre 2011 e quello di Mario Draghi del 17 febbraio 2021 presentano diverse similarità. In entrambi, il punteggio globale di implicitezza è piuttosto basso, e tra gli impliciti più usati spicca la vaghezza.

Nel discorso di Draghi risultano vaghi i ringraziamenti alle forze politiche che sostengono il governo, che avrebbero compiuto delle rinunce (ma quali?), vago il riferimento a “scelte coraggiose e visioni che sembravano impossibili” (anche qui, di cosa stiamo parlando esattamente?), vago quale sia il modo di spendere e investire “al meglio risorse che sono sempre scarse”. Sono vaghe anche le critiche: facendo un (vaghissimo) riferimento alle posizioni sovraniste, Draghi afferma che fuori dall’Europa “c’è solo l’ inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere.” Una frase senza dubbio ad effetto, ma che si presta a molteplici interpretazioni.

Un simile ricorso alla vaghezza si trova nel discorso di Monti, dove risultano vaghi sia gli intenti programmatici, sia le critiche. Vago il concetto di equità, il ruolo dell’Europa, le misure da attuare attraverso una “razionale modulazione delle risorse”.  Criticando chi è contro i vincoli europei, Monti afferma che “si teme che queste misure ledano gli interessi di qualcuno”, utilizzando due strategie linguistiche di vaghezza: la costruzione impersonale introdotta dal pronome “si”, che permette la rimozione del soggetto, e il pronome indefinito “qualcuno”.

In entrambi i casi, il ricorso alla vaghezza sembra correlare con il difficile compito di un governo tecnico di dover conciliare forze politiche molto diverse tra loro. Questo si nota non solo nelle strategie linguistiche di implicitezza, come la vaghezza, ma anche sul piano dei temi affrontati: Draghi ha infatti evitato di nominare alcuni punti controversi del dibattito politico dell’era Covid-19, tra cui il Mes. Vaghezza linguistica e omissioni di tematiche sembrano essere funzionali allo stesso scopo: un debutto in toni concilianti del neonato esecutivo.

Grazie signor presidente .

Il primo pensiero che vorrei condividere nel chiedere la vostra fiducia , riguarda la nostra responsabilità nazionale .

Il principale dovere cui siamo chiamati tutti , io per primo come Presidente del Consiglio , è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini .

Una trincea dove combattiamo tutti insieme .

Il virus è nemico di tutti , ed è nel commosso ricordo di chi non c' è più che cresce il nostro impegno .

Prima di illustrarvi il mio programma , vorrei rivolgere un altro pensiero , partecipato e solidale , a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato , a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari .

Conosciamo le loro ragioni , siamo consci del loro enorme sacrificio .

Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare , nel più breve tempo possibile , nel riconoscimento dei loro diritti , alla normalità delle loro occupazioni .

Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo , per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia , di ogni cambiamento delle regole .

Il governo , il governo farà le riforme , ma affronterà anche l' emergenza .

Non esiste un prima e un dopo .

Siamo consci dell' insegnamento di Cavour .

" Le riforme compiute a tempo , invece di indebolire l' autorità , la rafforzano " .

Ma nel frattempo , dobbiamo occuparci di chi soffre adesso , di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività .

Nel ringraziare ancora una volta il Presidente della Repubblica per l' onore dell' incarico che mi è stato assegnato , vorrei dirvi che non vi è mai stato , nella mia lunga vita professionale , un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia .

Ringrazio altresì il mio predecessore , Giuseppe Conte , che ha affrontato una situazione ...

Ringrazio altresì il mio predecessore , Giuseppe Conte , che ha affrontato una situazione di emergenza sanitaria ed economica come mai era accaduto dall' unità d' Italia .

Si è discusso molto sulla natura di questo governo .

La storia repubblicana ha dispensato una varietà infinita di formule .

Nel rispetto che tutti abbiamo per le istituzioni e per il corretto funzionamento di una democrazia rappresentativa , un esecutivo come quello che ho l' onore di presiedere , specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo , è semplicemente il governo del Paese .

Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca .

Riassume la volontà , la consapevolezza , il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono , alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti , dei propri elettori come degli elettori di altri schieramenti , anche dell' opposizione , dei cittadini tutti .

Questo è lo spirito repubblicano di un governo che nasce in una situazione di emergenza , raccogliendo l' alta indicazione del Capo dello Stato .

La crescita di un' economia non dipende solo da fattori economici .

Dipende dalle istituzioni , dalla fiducia dei cittadini verso di esse , dalla condivisione di valori e di speranze , gli stessi fattori che determinano il progresso di un Paese .

Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica .

Mi sia consentito di non essere d' accordo .

Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità , ma semmai ...

Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità , ma semmai , in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione , ne fa uno avanti , nel rispondere alle necessità del Paese , nell' avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese , che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme senza pregiudizi e senza rivalità .

Nei momenti più difficili della nostra storia , l' espressione più alta e nobile della politica si è tradotta in scelte coraggiose , in visioni che fino a un attimo prima sembravano impossibili , perché prima di ogni appartenenza viene il dovere della cittadinanza .

Siamo cittadini di un Paese che ci chiede di fare tutto il possibile senza perdere tempo , senza lesinare anche il più piccolo sforzo per combattere la pandemia e contrastare la crisi economica .

E noi oggi , politici e tecnici che formano questo nuovo esecutivo , siamo semplicemente tutti cittadini italiani , onorati di servire il proprio Paese , tutti ugualmente consapevoli del compito che ci è stato affidato .

Questo è lo spirito repubblicano del mio governo .

La durata dei governi in Italia è stata mediamente breve , ma ciò non ha impedito , in momenti anche più drammatici , di compiere scelte decisive per il nostro futuro .

Contano la qualità delle decisioni , conta il coraggio delle visioni , non contano i giorni di tempo ...

Il tempo del potere può essere sprecato anche nella sola preoccupazione di conservarlo .

Oggi noi abbiamo , come accadde ai governi dell' immediato dopoguerra , la possibilità , o meglio la responsabilità , di avviare una nuova ricostruzione .

Ma soprattutto grazie alla convinzione che il futuro delle generazioni successive sarebbe stato migliore per tutti .

Nella fiducia reciproca , nella fratellanza nazionale , nel perseguimento di un riscatto civico e morale , a quella ricostruzione collaborarono forze politiche ideologicamente lontane , se non contrapposte .

Sono certo che anche a questa nuova ricostruzione nessuno farà mancare , nella distinzione di ruoli e identità , il proprio apporto .

Spesso mi sono chiesto se noi , e mi riferisco prima di tutto alla mia generazione , abbiamo fatto e stiamo facendo per loro tutto quello che i nostri nonni e padri fecero per noi , sacrificandosi oltremisura .

Loro sono i nostri figli , i nostri nipoti , il nostro futuro .

È questa una domanda che ci dobbiamo porre quando non facciamo tutto il necessario per promuovere al meglio il capitale umano , la formazione , la scuola , l' università , la cultura .

Una domanda alla quale dobbiamo dare risposte concrete e urgenti quando deludiamo i nostri giovani , costringendoli a emigrare da un Paese che troppo spesso non sa valutare il merito e non ha ancora realizzato un' effettiva parità di genere .

Una domanda che non possiamo eludere quando aumentiamo il nostro debito pubblico senza aver speso e investito al meglio risorse che sono sempre scarse .

Ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni , una sottrazione dei loro diritti .

Esprimo davanti a voi , che siete i rappresentanti eletti degli italiani , l' auspicio che il desiderio e la necessità di costruire un futuro migliore orientino saggiamente le nostre decisioni .

Nella speranza che i giovani italiani che prenderanno il nostro posto , anche qui , in quest' Aula , ci ringrazino per il nostro lavoro e non abbiano di che rimproverarci per il nostro egoismo .

Questo governo nasce nel solco dell' appartenenza del nostro Paese , come socio fondatore , all' Unione europea , e come protagonista dell' Alleanza atlantica , nel solco delle grandi democrazie occidentali , a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori .

Sostenere questo governo significa condividere l' irreversibilità della scelta dell' euro , significa condividere la prospettiva di un' Unione europea sempre più integrata che approderà ...

Sempre più integrata , che approderà a un bilancio pubblico comune , capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione .

Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini , ma nelle aree definite dalla loro debolezza , cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa .

Anzi ...

Anzi , nell' appartenenza convinta al destino dell' Europa , siamo ancora più italiani , ancora più vicini ai nostri territori di origine e residenza .

Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell' Unione europea .

Senza l' Italia non c' è l' Europa , ma fuori dall' Europa c' è meno Italia .

Non c' è sovranità nella solitudine .

C' è solo l' inganno di ciò che siamo , nell' oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere .

Siamo una grande potenza economica e culturale .

Mi sono sempre stupito e un po ' addolorato , in questi anni , nel notare come spesso il giudizio degli altri sul nostro Paese sia migliore del nostro .

Dobbiamo essere più orgogliosi , più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese ...

E riconoscerne i tanti primati , tra cui la profonda ricchezza del nostro capitale sociale , del nostro volontariato , che altri ci invidiano .

Da quando è esplosa l' epidemia , ci sono stati , e i dati ufficiali sottostimano il fenomeno , 92.522 morti , 2.725.106 cittadini colpiti dal virus .

In questo momento , 2.002.074 sono i ricoverati in terapia intensiva .

Ci sono duecentocinquanta ...

Due milioni , scusate .

Duemila ?

2.074 .

Sono ricoverati in terapia intensiva .

Ci sono 259 morti , ci sono 259 morti tra gli operatori sanitari e 118.856 sono quelli contagiati , a dimostrazione di un enorme sacrificio sostenuto con generosità e impegno .

Cifre che hanno messo a dura prova il sistema sanitario nazionale , sottraendo personale e risorse alla prevenzione e alla cura di altre patologie , con conseguenze pesanti sulla salute di tanti italiani .

L' aspettativa di vita a causa della pandemia è diminuita .

Fino a quattro o cinque anni nelle zone di maggior contagio , un anno e mezzo o due per tutta la popolazione italiana .

Un calo simile non si registrava in Italia dai tempi delle guerre mondiali .

La diffusione del virus ha comportato gravissime conseguenze anche sul tessuto economico e sociale del nostro Paese , con rilevanti impatti sull' occupazione , specialmente quella dei giovani e delle donne .

Un fenomeno destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento .

Si è anche aggravata la povertà .

I dati dei centri di ascolto Caritas , che confrontano il periodo maggio-settembre 2019 con lo stesso periodo del 2020 , mostrano che da un anno all' altro l' incidenza dei nuovi poveri passa dal 31 al 45 per cento .

Quasi una persona su due che oggi si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta .

Tra i nuovi poveri aumenta , in particolare , il peso delle famiglie con minori , delle donne , dei giovani , degli italiani , che oggi sono la maggioranza rispetto anche allo scorso anno , e delle persone in età lavorativa , di fasce di cittadini finora mai sfiorate dall' indigenza .

Il numero totale di ore di cassa integrazione per emergenza sanitaria dal 1° aprile al 31 dicembre dello scorso anno supera i quattro milioni .

Nel 2020 gli occupati sono scesi di 444.000 unità , ma il calo si è accentrato sui contratti a termine e i lavoratori autonomi .

La pandemia ha finora colpito soprattutto giovani e donne , è una disoccupazione selettiva , ma che presto potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato .

Gravi e con pochi precedenti storici gli effetti sulla disuguaglianza .

In assenza di interventi pubblici , una misura della disuguaglianza che si chiama il coefficiente di Gini , una misu- che nella distribuzio- che misura la disuguaglianza e la distribuzione del reddito , sarebbe aumentata nel primo semestre del 2020 di quattro punti percentuali rispetto al 34 per cento del 2019 .

Questo aumento sarebbe stato maggiore di quello cumulato durante le due recenti recessioni .

L' aumento della diseguaglianza è stato tuttavia attenuato dalle reti di protezione presenti nel nostro sistema di sicurezza sociale , in particolare dai provvedimenti che dall' inizio della pandemia li hanno rafforzati .

Rimane però il fatto che il nostro sistema di sicurezza sociale è squilibrato , non proteggendo a sufficienza i cittadini con impieghi a tempo determinato e i lavoratori autonomi .

Le previsioni pubblicate la scorsa settimana dalla Commissione europea indicano che , sebbene nel 2020 la recessione europea sia stata meno grave di quanto ci si aspettasse , e quindi già fra poco più di un

anno si dovrebbero recuperare i livelli di attività economica pre-pandemia , in Italia questo non accadrà prima della fine del 2022 .

In un contesto in cui prima della pandemia non avevamo ancora recuperato pienamente gli effetti delle crisi del 2008-2009 e del 2011-2013 .

La diffusione del Covid ha provocato ferite profonde nelle nostre comunità , non solo sul piano sanitario ed economico , ma anche in quello culturale ed educativo .

Le ragazze e i ragazzi hanno avuto , soprattutto quelli delle scuole secondarie di secondo grado , il servizio scolastico attraverso la didattica a distanza , che , pur garantendo la continuità del servizio , non può non creare disagi e evidenziare diseguaglianze .

Un dato chiarisce meglio la dinamica attuale .

A fronte di 1.696.300 studenti delle scuole secondarie di secondo grado , nella prima settimana di febbraio solo 1 milione 39mila studenti , cioè il 61 per cento del totale , hanno avuto assicurato il servizio attraverso la didattica a distanza .

Questa situazione di emergenza senza precedenti impone di imboccare con decisione e rapidità una strada di unità e impegno comune .

Signor presidente , onorevoli senatrici , onorevoli senatori .

È con grande emozione che mi rivolgo a voi come primo atto del percorso rivolto ad ottenere la fiducia del Parlamento al governo ieri costituito .

L' emozione è accresciuta dal fatto che prendo oggi la parola per la prima volta in quest' Aula , nella quale mi avete riservato , qualche giorno fa , un' accoglienza che mi ha commosso .

Sono onorato di entrare a far parte del Senato della repubblica .

Desidero rivolgere un saluto deferente al capo dello stato , presidente Napolitano , che con grande saggezza , perizia e senso dello stato ha saputo risolvere una situazione difficile in tempi ristrettissimi nell' interesse del paese e di tutti i cittadini .

Vorrei anche rinnovargli la mia gratitudine per la fiducia accordata alla mia persona , per il sostegno e la partecipazione che mi ha costantemente assicurato nei miei sforzi per comporre un governo che potesse soddisfare le richieste delle forze politiche e , al contempo , dare risposte efficaci alle gravi sfide che il nostro paese ha di fronte a sé .

Rivolgo il mio saluto ai presidenti emeriti della repubblica , ai senatori a vita e a tutti i senatori .

Mi auguro di poter stabilire con ciascuno di voi anche un rapporto personale come vostro collega , sia pure l' ultimo arrivato .

Il Parlamento è il cuore pulsante di ogni politica di governo , lo snodo decisivo per il rilancio e il riscatto della vita democratica .

Al Parlamento vanno riconosciute e rafforzate attraverso l' azione quotidiana di ciascuno di noi dignità , credibilità , autorevolezza .

Da parte mia , da parte nostra , vi sarà sempre una chiara difesa del ruolo di entrambe le Camere quali protagoniste del pubblico dibattito .

Un ringraziamento specifico e molto sentito desidero , infine , esprimere al vostro , al nostro presidente .

Il presidente Schifani ha voluto accogliermi , fin dal primo istante di questa mia missione - come potete immaginare , non semplicissima - , svoltasi , in gran parte , a Palazzo Giustiniani , con una generosità e una cordialità che non potrò dimenticare .

Rivolgo , infine , un pensiero rispettoso e cordiale al presidente , onorevole dottor Silvio Berlusconi .

Mio predecessore , del quale mi fa piacere riconoscere la , l' impegno nel facilitare , in questi giorni , la mia presa di successione a lui .

Il governo riconosce di essere nato per affrontare in spirito costruttivo e unitario una situazione di seria emergenza .

Io vorrei usare questa espressione : governo di impegno nazionale .

Governo di impegno nazionale significa assumere su di sé il compito di rinsaldare le relazioni civili e istituzionali , fondandole sul senso dello stato .

È il senso dello stato , è la forza delle istituzioni che evita la degenerazione del senso di famiglia in familismo , dell' appartenenza alla comunità di origine in localismo , del senso del partito in settarismo .

E io ho inteso fin dal primo momento il mio servizio allo stato non certo con la supponenza di chi , considerato tecnico , venga per dimostrare una asserita superiorità della tecnica rispetto alla politica .

Al contrario , spero che il mio governo e io potremo , nel periodo che ci è messo a disposizione , contribuire in modo rispettoso e con umiltà a riconciliare maggiormente - permettetemi di usare questa espressione - i cittadini e le istituzioni , i cittadini alla politica .

Io vorrei , noi vorremmo aiutarvi tutti a superare una fase di dibattito - che fa parte , naturalmente , della vita democratica - molto , molto acceso , e consentirci di prendere insieme , senza alcuna confusione delle responsabilità , provvedimenti all' altezza della situazione difficile che il paese attraversa , ma con la fiducia che la politica che voi rappresentate sia sempre più riconosciuta , e di nuovo riconosciuta , come il motore del progresso del paese .

Le difficoltà del momento attuale : l' Europa sta vivendo i giorni più difficili dagli anni del secondo dopoguerra .

Il progetto che dobbiamo alla lungimiranza di grandi uomini politici , quali furono Konrad Adenauer , Jean Monnet , Robert Schuman e vorrei molto sottolineare Alcide De Gasperi , e che per sessant'anni abbiamo perseguito , passo dopo passo , dal Trattato di Roma - non a caso di Roma - all' atto unico , ai Trattati di Maastricht e di Lisbona , è sottoposto alla prova più grave dalla sua fondazione .

Un fallimento non sarebbe solo deleterio per noi europei .

Farebbe venire meno la prospettiva di un mondo più equilibrato in cui l' Europa possa meglio trasmettere i suoi valori ed esercitare il ruolo che ad essa compete , in un mondo sempre più bisognoso di una governance multilaterale efficace .

Non illudiamoci , onorevoli senatori , che il progetto europeo possa sopravvivere se dovesse fallire l' Unione Monetaria .

La fine dell' euro disgregherebbe il mercato unico , le sue regole , le sue istituzioni .

Ci riporterebbe là dove l' Europa era negli anni cinquanta .

La gestione della crisi ha risentito di un difetto di governance e , in prospettiva , dovrà essere superata con azioni a livello europeo .

Ma solo se riusciremo ad evitare che qualcuno - con maggiore fondamento , con minore fondamento - ci consideri l' anello debole dell' Europa , potremo ricominciare a contribuire a pieno titolo all' elaborazione di queste riforme europee .

Altrimenti ci ritroveremmo soci di un progetto che non avremo contribuito ad elaborare , ideato da paesi che , pur avendo a cuore il futuro dell' Europa , hanno anche a cuore i loro interessi nazionali , tra i quali non c' è necessariamente un' Italia forte .

Il futuro dell' euro dipende anche da ciò che farà l' Italia nelle prossime settimane .

Anche : non solo , ma anche .

Gli investitori internazionali detengono quasi metà del nostro debito pubblico .

Dobbiamo convincerli che abbiamo imboccato la strada di una riduzione graduale ma durevole del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo .

Quel rapporto è oggi al medesimo livello al quale era venti anni fa ed è il terzo più elevato fra i paesi dell' OCSE .

Per raggiungere questo obiettivo , intendiamo far leva su tre pilastri : rigore di bilancio , crescita ed equità .

Nel ventennio trascorso l' Italia ha fatto molto per riportare in equilibrio i conti pubblici , sebbene alzando l' imposizione fiscale su lavoratori dipendenti e imprese , più che riducendo in modo permanente la spesa pubblica corrente .

Tuttavia , quegli sforzi sono stati frustrati dalla mancanza di crescita .

L' assenza di crescita ha annullato i sacrifici fatti .

Dobbiamo porci obiettivi ambiziosi sul pareggio di bilancio , sulla discesa del rapporto fra debito e PIL .

Ma non saremo credibili , neppure nel perseguimento e mantenimento di questi obiettivi , se non ricominceremo a crescere .

Ciò che occorre fare per ricominciare a crescere è noto da tempo .

Gli studi dei migliori centri di ricerca italiani avevano individuato le misure necessarie molto prima che esse venissero recepite nei documenti che in questi mesi abbiamo ricevuto dalle istituzioni europee .

Non c' è nessuna originalità europea nell' aver individuato ciò che l' Italia deve fare per crescere di più .

È un problema del sistema italiano riuscire a decidere e poi ad attuare quelle cose che noi italiani sapevamo bene fossero necessarie per la nostra crescita .

Non vediamo i vincoli europei come imposizioni .

Anzitutto permettetemi , e mi sentirete dire spesso questo : non c' è un loro e un noi .

L' Europa siamo noi .

E sono per lo più - quelli che poi ci vengono in un turbinio di messaggi , di lettere e di deliberazioni dalle istituzioni europee - , sono per lo più provvedimenti volti a rendere meno ingessata l' economia , a facilitare la nascita di nuove imprese e poi indurne la crescita , migliorare l' efficienza dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche , favorire l' ingresso nel mondo del lavoro dei giovani e delle donne , le due grandi risorse sprecate del nostro paese .

L' obiezione che spesso si oppone a queste misure è che servono , certo , ma nel breve periodo fanno poco per la crescita .

È un' obiezione dietro la quale spesso si maschera - riconosciamolo - chi queste misure non vuole , non tanto perché non hanno effetti sulla crescita nel breve periodo - che è vero che non hanno - , ma non vuole perché sono , perché si temono che queste misure , si teme che queste misure ledano gli interessi di qualcuno .

Ma , evidentemente , più tardi si comincia , più tardi arriveranno i benefici delle riforme .

Ma soprattutto : le scelte degli investitori che acquistano i nostri titoli pubblici sono guidate sì da convenienze finanziarie immediate , ma - mettiamocelo in testa - sono guidate dalle loro aspettative su come sarà l' Italia fra dieci , vent'anni , quando scadranno i titoli che acquistano oggi .

Quindi non c' è iato tra le cose che dobbiamo o fare oggi o avviare oggi , anche se avranno effetti lontani , perché anche gli investitori , che ci premiano o ci puniscono , agiscono oggi ma guardano anche agli effetti lontani .

Riforme che hanno effetti anche graduali sulla crescita , influendo sulle aspettative degli investitori , possono riflettersi in una riduzione immediata dei tassi di interesse , con conseguenze positive sulla crescita stessa .

I sacrifici necessari per ridurre il debito e per far ripartire la crescita dovranno essere equi .

Maggiore sarà l' equità , più accettabili saranno quei provvedimenti e più ampia - mi auguro - sarà la maggioranza che in Parlamento riterrà di poterli sostenere .

Equità significa chiedersi quale sia l' effetto delle riforme non solo sulle componenti relativamente forti della società , quelle che hanno la forza di associarsi , ma anche sui giovani e sulle donne . Dobbiamo renderci conto che se falliremo , se non troveremo la necessaria unità di intenti , la spontanea evoluzione della crisi finanziaria ci sottoporrà tutti , ma soprattutto le fasce più deboli della popolazione , a condizioni ben più dure .

La crisi che stiamo vivendo è internazionale , questo è ovvio ma conviene ripeterlo ogni volta , anche ad evitare demonizzazioni .

È internazionale - lo sto dicendo a tutti - ma l' Italia ne ha risentito in maniera particolare .

Secondo la commissione europea , al termine del prossimo anno il prodotto interno lordo dell' Italia sarebbe ancora quattro punti e mezzo al di sotto del livello raggiunto prima della crisi .

Per la stessa data , l' area dell' euro nel suo complesso avrebbe invece recuperato la perdita di prodotto dovuta alla crisi .

Francia e Germania raggiungerebbero questo traguardo , di riportarsi al livello pre-crisi , nell' anno in corso .

La relativa debolezza della nostra economia precede l' avvio della crisi .

Tra il 2001 e il 2007 il prodotto italiano è cresciuto di 6,7 punti percentuali , contro i 12 della media dell' area dell' euro , i 10,8 della Francia , gli 8,3 della Germania .

I risultati sono deludenti al Nord come al Sud .

E non vi propongo un paragone con la Cina o con altri paesi emergenti , ma con i nostri colleghi e amici stretti della zona euro .

La crisi ha colpito più duramente i giovani .

Ad esempio , nei 15 paesi che componevano l' Unione europea fino al 2004 , tra il 2007 e il 2010 il tasso di disoccupazione nella classe di età 15-24 anni è aumentato di 5 punti percentuali , in Italia di 7,6 punti percentuali .

Il nostro paese rimane caratterizzato da profonde disparità territoriali .

Il lungo periodo di bassa crescita e la crisi le hanno accentuate .

Esiste una questione meridionale : infrastrutture , disoccupazione , innovazione , rispetto della legalità .

I problemi del Mezzogiorno vanno affrontati non nella logica del chiedere di più , ma di una razionale modulazione delle risorse .

Esiste anche una questione settentrionale : costo della vita , delocalizzazione , nuove povertà , bassa natalità .

Il riequilibrio di bilancio , le riforme strutturali e la coesione territoriale richiedono piena e leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali .

Occorre riconoscere il valore costituzionale delle autonomie speciali , nel duplice binario di responsabilità e di reciprocità .

In quest' ottica , per richiedere - per rispondere , scusate - alla richiesta formulata dalle istituzioni territoriali , che ho ascoltato con molta attenzione , devo ...

PRESIDENTE : Per cortesia .

È meglio che ...

Se dovete fare una scelta - mi permetto di rivolgermi a tutti - , ascoltate , non applaudite !

Non ripeto il valore costituzionale delle autonomie speciali perché se no arrivano di nuovo applausi , ma l' ho già detto e lo avete ascoltato .

In quest' ottica , per rispondere alla richiesta formulata dalle istituzioni territoriali nel corso delle consultazioni , ho deciso in questa prima fase di assumere direttamente le competenze relative agli affari regionali .

Spero in questo modo di manifestare una consapevolezza condivisa che il lavoro comune con le autonomie territoriali debba proseguire e rafforzarsi , nonostante le difficoltà dell' agenda economica .

In tale prospettiva , si dovrà senza indugio operare per un uso efficace dei fondi strutturali dell' Unione europea .

Sono consapevole che sarebbe un' ambizione eccessiva da parte mia , da parte nostra , pretendere di risolvere in un arco di tempo limitato , quale è quello di questa fine legislatura , problemi che hanno origini profonde e sono radicati in consuetudini e comportamenti consolidati .

Ciò che ci prefiggiamo di fare è impostare il lavoro , mettere a punto gli strumenti che permettano ai governi che ci succederanno di proseguire un processo di cambiamento duraturo .

Per questo il programma che vi sottopongo oggi si compone di due parti , che hanno obiettivi e orizzonti temporali diversi .

Da un lato , una serie di provvedimenti per affrontare l' emergenza , assicurare la sostenibilità della finanza pubblica e restituire fiducia nelle capacità del nostro paese di reagire e sostenere una crescita duratura ed equilibrata .

Dall' altro , delineare con iniziative concrete un progetto per modernizzare le strutture economiche e sociali , in modo da ampliare le opportunità per le imprese , i giovani , le donne e tutti i cittadini , in un quadro di ritrovata coesione sociale e territoriale .

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Informazioni utili alla lettura

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La Presupposizione è un contenuto presentato come se i destinatari ne fossero già al corrente: in questo modo non sono indotti a metterlo in discussione.

L’Implicatura è un contenuto che non è detto esplicitamente, ma è lasciato intuire. Poiché lo implica lui, il destinatario si accorge di meno che gli è stato trasmesso dall’emittente. 

Un’Espressione vaga è compatibile con molti diversi contenuti concreti, per cui è difficile accorgersi se essa sia falsa o esagerata.

Un Topic, per i linguisti, è un’informazione presentata come se se ne stesse già parlando, quindi come se fosse già abbastanza accettata nel discorso.