Questa settimana l’osservatorio OPPP! punta lo sguardo su uno spot televisivo che pubblicizza la Formentor, un modello di Suv prodotto dalla casa automobilistica spagnola Cupra.
Di seguito la trascrizione dell’audio:
I primi sette secondi.
Sette secondi per capire se è amore o odio.
Sette secondi di impulsi, di pregiudizi.
Sette dannati irrazionali secondi.
Bastano sette secondi per convincerti.
7, 6, 5, 4, 3, 2, 1.
Cupra Formentor, drive another way.
Lo spot si apre con l’immagine di un colpo di fulmine tra due giovani, che sembrano guardarsi per la prima volta e percepire intensamente un’intesa, mentre una voce suadente afferma come ci vogliano soli sette secondi perché le prime impressioni si formino, presentando come a tutti già noto (tramite una presupposizione da alternativa) che in questo lasso tempo si stabilisca una sentenza di amore o odio, escludendo la possibilità di altre alternative, ovvero di un giudizio intermedio per cui qualcuno o qualcosa possa piacere solo parzialmente, o risultare indifferente.
Più avanti nel testo, la voce finisce per appellarsi direttamente allo spettatore con un messaggio vago sintatticamente, Bastano sette secondi per convincerti, che non specifica di cosa si possa essere convinti in sette secondi e lascia che sia chi ascolta a ricostruire questo contenuto, sfruttando così persuasivamente la tendenza cognitiva dei soggetti ad accettare più facilmente le credenze che sono frutto di una propria elaborazione. Infatti, con l’aiuto dell’associazione appena seguente tra l’immagine fissa della Cupra Formentor e il conto alla rovescia di sette secondi che l’accompagna, lo spettatore inferisce (mediante un’implicatura conversazionale) che in quei sette secondi si stia convincendo di amare quel modello di macchina, quando evidentemente i fattori determinanti per capirlo (e ancora di più per capire se vuole acquistarla) gli richiederebbero un’analisi che impiega ben più di sette secondi. L’uso di queste categorie di implicito incrementa quindi di molto l’efficacia persuasiva dello spot, che incontrerebbe molta più resistenza se asserisse esplicitamente contenuti del tipo “tu ami Cupra Formentor” o “decidere che ami la Cupra Formentor richiede sette secondi”, soprattutto se non se ne conoscono informazioni importanti quali le dimensioni, il comfort o la sicurezza.
In ultima battuta, la pubblicità rincara la dose di vaghezza (questa volta semantica) con lo slogan finale in inglese, drive another way (letteralmente, “guida in un altro modo/in un’altra direzione”), con cui non si indica con precisione né in che modo si guidi la Cupra Formentor né, potendo way assumere significati diversi all’interno dello stesso contesto linguistico, quale direzione si prenda standone alla guida. Restando vago, lo slogan lascia agli spettatori la libertà di riempirne il significato e fa sì che, in base alle preferenze personali, ciascuno vi leggerà che la Cupra Formentor si guidi in un modo/una direzione confacente alle proprie esigenze. Con questa strategia, si può arrivare a persuadere gruppi di persone che alla guida hanno desideri e necessità diverse che questo modello di macchina risponda proprio alle loro aspettative. Inoltre, la scelta dell’inglese conferisce implicitamente all’auto un’allure internazionale, moderna, tecnologica.
La persuasività dello spot – oltre che dagli impliciti linguistici – è alimentata anche dalle immagini e da una musica accattivanti, i quali rimandano alla rapidità e ricreano un’atmosfera che invoglia a compiere atti irrazionali, a seguire l’impulsività (come lo scegliere di acquistare un’automobile in sette secondi); una prospettiva da cui si può essere idealmente tentati ma che nella quotidianità si persegue più difficilmente, giustamente frenati dal timore delle conseguenze future delle proprie azioni.