La tendenziosità del discorso di Salvini è trainata soprattutto dall’impatto delle presupposizioni che, unitamente a strategie di topicalizzazione e alle implicature, sono impiegate in special modo per la codifica di contenuti di attacco o critica.
Nel discorso di Renzi l’uso di presupposizioni e di topicalizzazioni ha un impatto maggiore di tutte le altre categorie di implicito, ed è il più delle volte associato ad auto-elogi o riconoscimenti verso l’operato del PD. Diversamente, contenuti di attacco o critica sono spesso veicolati per mezzo di strategie implicaturali.
In fondo a questa pagina, potrai trovare un lungo commento e due grafici che ti aiuteranno ad approfondire quale impatto hanno avuto le singole categorie di impliciti linguistici usati da Renzi e Salvini in questi discorsi.
Intervento di Matteo Salvini
Manifestazione “Stop Invasione” a Milano il 18 ottobre 2014
Puoi vedere il video del discorso qui.
- Grazie! Siete tantissimi! Centomila, no! Centoun mila! Alla faccia dei gufi di Sinistra e degli sfigati
- dei centri sociali[ppp]! Questa piazza è la piazza dei nostri figli. Questa piazza è la piazza del futuro,
- è la piazza della pace, è la piazza dell’anti-razzismo, è la piazza del volontariato, è la piazza della
- solidarietà vera, che non ci guadagna milioni di euro sulla pelle degli immigrati clandestini e degli
- italiani[impl]. Questa piazza è la piazza della gente per bene, onesta e generosa. I ladri e i razzisti
- sono in altre piazze, non qua stasera. Questa piazza è anche la piazza di questa mamma e di questo
- papà che arrivano da Trento e di questa bimba di quattro mesi perché, se siamo qua, siamo qua per il
- suo futuro. Un futuro libero, un futuro orgoglioso, un futuro dignitoso. Non abbiam paura di fare
- vedere il sorriso dei nostri bambini. E preferisco questi bimbi a quelli costretti a cantare le
- canzoncine per Renzi da maestre che dovrebbero esser licenziate[ppp]. Grazie ragazzi, siamo qua
- per voi. Ieri sera ho avuto la fortuna di parlare per venti minuti con uno degli uomini di stato per
- qualcuno più pericolosi, per me più lungimiranti di questo periodo storico che è Vladimir Putin, il
- Vladimir giusto, come si dice a casa nostra. E qua c’è, per trenta secondi a portare il saluto a questa
- piazza, un rappresentante dell’ambasciata russa, accolto con calore perché la Russia è un’amica
- contro il terrorismo islamico, e non è un pericolo e non è una nemica. […] Grazie! A noi non
- piacciono le guerre. A noi piace la pace, piace il dialogo. E a noi piacciono i prodotti di casa nostra,
- come le mele della Valtellina che, per colpa delle sanzioni economiche[top], che i pirla di
- Bruxelles[ppp+top] hanno preso, e i pirla di Roma[ppp+top] hanno sottoscritto, stanno andando al
- Noi vogliamo mangiare i prodotti della nostra terra, non quello che arriva dall’altra parte del
- Se lo mangi Renzi quello che arriva dall’altra parte del mondo. Noi vogliamo mangiare e
- bere i frutti del nostro lavoro, i frutti della nostra terra, da Trento a Palermo. Perché noi siamo per il
- lavoro della nostra gente. Permettetemi di correggere alcuni giornalisti[vag] che evidentemente non
- sanno o fanno finta di non sapere. E giusto per dare nomi e cognomi, ci sono i siti internet dei due
- principali quotidiani italiani, Corriere e Repubblica, Corriere.it e Repubblica.it che, bontà loro,
- hanno dovuto riconoscere che la piazza è piena e chissà quanto gli pesa. Ma hanno scritto che la
- piazza è piena perché la Lega oggi sta manifestando contro i migranti e contro gli stranieri. Palle!
- Noi siamo qua perché siamo contro gli immigrati clandestini! Noi non vogliamo i clandestini! In
- questa piazza ci sono italiani, padani, stranieri regolari. Questa piazza in passato ha accolto
- qualcuno[vag] che, alla faccia della Lega Nord, voleva abbracciare i fratelli Rom e i fratelli
- Io sono per la libertà di abbraccio. Ognuno è libero di abbracciare chi vuole. E ognuno abbraccia chi ritiene di
- abbracciare, io sono per la libertà di scelta, e per la libertà di Vladimir, ognuno fa quello che vuole nella vita.
- Basta, però, che si rispetti chi non la pensa come gli altri. Questa piazza è la piazza della civiltà, del futuro, del
- sorriso, della pace. A poche centinaia di metri di distanza c’erano alcune centinaia di balordi a volto coperto che
- stavano litigando con la polizia perché volevano menar le mani. In un Paese civile, le mani non le meni e se le
- meni finisci in galera non ne esci più. E se vai in piazza a volto coperto vai in galera e non ne esci più. Anche
- perché, la solidarietà noi la facciamo. Noi, da anni, stiamo mandando tanti e tanti soldi per sviluppare, tramite
- l’umanitaria padana, la crescita di scuole e ospedali in Africa, senza riempirci la bocca di parola,
- come qualche fenomeno che fa il generoso coi soldi degli altri[vag+impl], perché noi la generosità la
- pratichiamo tutti i giorni, in silenzio e con rispetto. Perché Mare Nostrum è un’operazione schiavista
- e razzista. Questi[vag] vogliono portare qua persone disposte a vendere il proprio corpo e il proprio
- lavoro per tre euro all’ora, magari a quelle cooperative rosse che noi speriamo di cacciare
- dall’Emilia[ppp]. E che la guardia di finanza vada a controllare le cooperative false e non rompa
- le palle ai nostri artigiani, ai nostri imprenditori e a i nostri commercianti[impl]. Andate a vedere
- dove usano gli schiavi, gli schiavi, della premiata ditta Renzi-Alfano, i novelli schiavisti[ppp]. E
- fortunatamente qualcuno[vag] lo aveva detto, anni fa. C’è un’invasione in corso. Decenni fa
- occuparono questo Paese coi carri armati. Oggi ci provano coi gommoni[impl]. E lo diceva una
- donna che, se fosse viva oggi, probabilmente sarebbe su questo palco, che è Oriana Fallaci, che però
- ci deve ricordare che non dobbiamo tacere. Tacere diventa una colpa in alcuni momenti storici. E
- quindi noi dobbiamo parlare. Parlare anche perché ci stanno rubando il senso delle parole[vag].
- Anche perché Giorgio Orwell, che i regimi li conosceva, diceva che i regimi, prima di controllare la
- vita delle persone, controllano il pensiero e le parole. E quindi ci sono associazioni e ordini dei
- giornalisti – ordini del cazzo, che dovrebbero essere chiusi domani mattina – che dicono che bisogna
- parlare di profughi, di migranti e di richiedenti asilo. Ora, i numeri ci dicono che su quarantamila
- richieste di asilo politico fatte negli ultimi mesi, quarantamila, i rifugiati politici riconosciuti come
- tali sono stati quattromila, quattromila su quarantamila. E quindi noi non parliamo di profughi ma
- parliamo di clandestini, perché clandestini sono e clandestini rimangono e in quanto tali vanno
- riaccompagnati a casa con le buone maniere. Sì, perché poi non si accontentano, perché poi non si
- Perché gli ospiti dell’hotel Bellavista in Valtellina hanno protestato perché volevano gli spaghetti al pomodoro.
- Perché gli ospiti di un agriturismo a tre stelle nel centro della Sardegna sono andati a Nuoro a protestare
- perché mangiano male, poverini. Se ti trovi male qua, torna a casa tua! Il mondo è grande! Mangia quello che
- vuoi! Bevi quello che vuoi, prega come vuoi! Ma non in casa mia! Non in casa mia! Perché se vieni qua, ci vieni
- con rispetto. Ci vieni in punta di piedi e ci vieni rispettando quella che è la nostra storia, la nostra tradizione e
- anche la nostra religione, e anche la nostra religione. Lo dico qua in Piazza Duomo, dove la Madonnina ogni
- tanto piange per le parole di qualcuno[vag]. Ma il problema, signori, il problema troppo spesso non viene
- da fuori. Il problema ce l’abbiamo in casa nostra. Perché, quando ieri, Monsignor Davanzo, direttore
- della Caritas di Milano, dice che la Lega alimenta paure e razzismo[ppp+top], o lo dice perché non
- ha capito, o lo dice perché qualcuno[vag] ci guadagna, con l’immigrazione clandestina. Ma fortunatamente
- non è tutta la Chiesa. Non è tutta la Chiesa, perché io ricordo che c’è anche una Chiesa che della povertà
- ha fatto testimonianza di vita. Domani verrà dichiarato beato in S.Pietro un grande lombardo, Papa
- Paolo VI, che mise in vendita la tiara papale per aiutare i bisognosi, mentre c’è qualche vescovo[vag] che va
- in giro con gli anelloni d’oro. E io preferisco quelli che sono poveri veramente a quelli che vanno a predicare la
- povertà altrui. E io sono contento di aver conosciuto, prima che lasciasse questa terra, un grandissimo uomo di
- chiesa, che era Monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo di Como, che Dio ce lo riporti in terra perché
- avremmo tanto bisogno di uomini come lui che diceva “un conto è la libertà di religione, e altro conto è la
- libertà di invasione”. Invasione! Lo diceva un vescovo, lo diciamo noi! Ci stanno invadendo e noi abbiamo il
- diritto di esercitare la legittima difesa. Quando un popolo viene aggredito[ppp+impl] deve potersi
- difendere. E noi, in questa piazza, a Milano, rappresentiamo tutta l’Italia che non ne può più. Perché io mi
- vergogno di un Paese che dà 200 euro al mese ai disabili che abbiamo qua davanti[ppp+top], e che
- ringrazio per essere venuti in questa piazza in carrozzina. Il disabile vale 240 euro al mese e l’immigrato 1.200.
- E’ un Paese di merda, quello che dà 200 euro a un disabile e 1.200 euro a un immigrato
- clandestino[top+impl]! I soldi vanno a loro, non ad altri! A loro! È buon senso, è solidarietà! Perché
- la Sinistra, quella con la villa a Cortina, preferisce fare la solidarietà a quelli che arrivano da lontano.
- E magari 10 euro a quello che sta perdendo la casa perché gliela stanno rubando le banche sul suo
- pianerottolo, quello è troppo vicino e gli fa schifo alla Sinistra. Mentre io aiuto prima il mio vicino di
- casa, e poi, se mi avanza qualcosa, aiuto chi arriva dall’altra parte del mondo. Questo mi hanno
- insegnato i miei genitori. E questo dovrebbe essere praticato da chi ha lo stipendio pagato dai
- cittadini italiani. Perché non è possibile che dal carcere di Pordenone sia evaso, questa settimana,
- uno stupratore tunisino che, come prima cosa, ha ri-stuprato un’altra ragazza[top]. Io farei una
- cosa molto semplice. Ti tengo in galera due giorni, applico la castrazione chimica e poi ti rispedisco da
- dove sei partito. Perché non voglio mantenerlo NEANCHE, in galera. E, per i giornalisti poco
- informati o disattenti[ppp+vag], ricordo che la castrazione chimica è sperimentata già in otto Paesi
- Lo fai una volta, non lo fai una seconda volta. Lo fai una volta, non lo fai una seconda volta.
- E mi piacerebbe che il governo Renzi discutesse la proposta di legge della Lega che c’è in
- Parlamento proprio su questo tema. Prima abbiam sentito Genova e l’Emilia, comuni terremotati,
- comuni alluvionati. È passata in Parlamento, la scorsa primavera, una mozione della Lega Nord –
- perché noi facciamo, non parliamo[impl] – che chiedeva di non far pagare le tasse a chi ha perso la
- casa, a chi ha perso il negozio, a chi ha perso l’azienda sotto metri di fango. Ce l’hanno votata ma
- poi se ne sono fregati! Perché in Emilia, così come a Genova, dove la Sinistra impera da
- sessant’anni, gli alluvionati valgono meno degli immigrati. Gli alluvionati pagano le tasse e gli
- immigrati stanno in albergo. Io metterei gli alluvionati in albergo e gli immigrati a spalare il fango.
- Proviamo a vedere se l’integrazione passa attraverso questa leale collaborazione fra persone per
- Legittima difesa, dicevamo. Oggi non è in piazza un imprenditore bergamasco, che è in carcere da troppi giorni,
- perché la malagiustizia italiana[ppp+top], l’infame giustizia italiana[ppp+top] l’ha condannato a sei
- anni di galera perché ha ucciso un rapinatore che era entrato a casa sua. Noi abbiamo fatto…e si chiama
- Antonio. Che arrivino ad Antonio i saluti, e alla sua famiglia. E l’incoraggiamento di questa piazza. E noi
- abbiamo presentato domanda di grazia. Abbiam presentato domanda di grazia, sia al ministro della giustizia,
- sia al Presidente Napolitano. È vero che Antonio Monella non è un brigatista rosso, quindi probabilmente
- arriva un po’ dopo, però io faccio appello, e uso queste telecamere, al Presidente Napolitano che l’altro giorno
- era a spasso per Milano. Io arrivo al Quirinale anche domani mattina se lui firma la grazia per Antonio
- Io ci vado a piedi, da Milano a Roma, domani mattina. Ma deve fare in fretta, perché la gente che non è
- abituata alla galera[ppp+impl] in galera ci sta male. E quindi, Presidente, noi ci siamo. Se ti avanzano
- cinque minuti, noi ci siamo. È un Paese strano questo: chiude 263 presidi di polizia e carabinieri in Italia
- perché non ci sono soldi, ma trova un miliardo di euro per Mare Nostrum. Io il miliardo di euro lo userei – e,
- anche qua, se a Renzi avanza tempo tra un selfie e un gelato[top+impl], c’è una proposta di legge della
- Lega che guarda al futuro, che vorrebbe che in Italia, come in Francia, gli asili nido fossero gratuiti per tutti,
- perché sono dei costi insostenibili per le nostre famiglie. Asili nido gratuiti per tutti quelli che non se lo
- possono permettere. E, guarda caso, costerebbe un miliardo di euro, un miliardo di euro. Un miliardo di euro
- per mandare all’asilo nido gratis i nostri bimbi e magari far nascere qualche bambino in più. Perché nessuno
- mi toglie il dubbio che l’immigrazione clandestina sia programmata per sostituire un popolo con un altro
- Ti tolgo il lavoro, ti tolgo la casa, ti tolgo i figli, e i figli li porto già belli e che cresciuti dall’altra parte del
- mondo. No, no, i nostri ragazzi devono poter avere la voglia di sposarsi, di guardare al futuro di metter su
- famiglia. Poi, per qualcuno, io ho visto che il sindaco di Roma, Marino, che secondo me se la gioca a Pisapia
- come sindaco peggiore di Italia – non so fra l’uno o l’altro chi se la vince – sta facendo il diavolo a quattro per
- riconoscere i matrimoni omosessuali. Ora, io ribadisco che la Lega è un movimento libero, di gente libera.
- Quindi, ognuno, in camera da letto, fa quello che vuole. Non siamo noi a dover giudicare delle scelte di vita di
- nessuno. Però, la società si basa su alcuni principi che non si toccano, che ci ricordano che il matrimonio si fa
- tra l’uomo e la donna, e i bambini vengono adottati da una mamma e da un papà, non dal genitore 1, 2,
- 3, 4, 5, 6, 7, o 17. E penso anche che, per gli omosessuali sia più importante poter lavorare e pagare
- meno tasse, che non fare matrimoni finti. Perché il furto del governo Renzi è nei confronti di tutti,
- eterosessuali e omosessuali. Ci stanno ammazzando di tasse. Perché, in questa legge di stabilità,
- non hanno tolto gli studi di settore, che è uno strumento di tortura fiscale che sta facendo chiudere
- migliaia di nostre imprese. Perché non hanno cambiato loro la legge Fornero? Una delle leggi più
- infami che siano state votate in Italia negli ultimi anni? Ma la cambieremo noi! La cambierete voi,
- con il referendum che faremo in primavera! Che sarà un democratico calcio in culo alla signora
- Fornero e alla sua infame legge[ppp], che ha rovinato milioni di italiani! Altro che Mare Nostrum!
- Mettiamo la Fornero e la Boldrini su un gommone e vediamo chi se le prende! E vediamo chi se le
- prende! Secondo me ce le rimandano indietro dopo poco, non se le tengono per troppo tempo. Noi
- siamo qua per il dialogo, per la solidarietà. Quanti di voi – alzate la mano – quanti voi in questa
- piazza sono iscritti o fanno volontariato? Su la mano! Voi vi sentite cattivi? Voi lo andate a
- sbandierare? Voi lo fate guadagnandoci qualcosa? Voi lo fate coi soldi degli altri? Voi non siete
- comunisti, molto semplicemente, voi non siete comunisti. Quindi, la bontà di chi non è comunista è
- un po’ meno buona. Perché si sa che i comunisti sono più buoni degli altri. E vabbè, e vabbè.
- Questo non è la fine ma è un inizio. Non è che stasera, noi, tornando a casa, sul pullman o in treno,
- ci diremo “gua’ che bella manifestazione!”. Centomila persone in piazza Duomo, oneste, pulite,
- sorridenti, un mare di bandiere. Il problema e la battaglia comincia domani. Perché, da domani, io,
- con tutti i dirigenti della Lega abbiamo la responsabilità di ringraziarvi concretamente per questa
- giornata, che avete tolto agli affetti, al lavoro e alla famiglia, che vi siete pagata di tasca vostra.
- Non come qualche sindacato che organizza le gite premio in giro per l’Italia per prendere per il
- culo i lavoratori[impl+vag]; e ogni riferimento alle Camusso e dintorni è puramente casuale,
- In questa piazza c’è gente che magari, per venire qua, con la moglie e con i figli, ha
- speso 70/80 euro e quindi, domani che è domenica non va in pizzeria, non va a far la gita. Ma,
- ragazzi, o siamo pronti a rinunciare a qualcosa e a mettere a rischio, a mettere in gioco anche le
- nostre singole persone, oppure la pizza e il Luna Park saranno qualcosa che ci dimenticheremo.
- Quindi, a me piacerebbe che da oggi nascesse una comunità. In questa piazza nasce una comunità,
- di gente diversa, di gente che è arrivata da Trieste, è arrivata da Cuneo, è arrivata da Roma, è
- arrivata da Reggio Calabria, è arrivata da Viterbo, è arrivata dalla Sicilia, è arrivata dal Friuli.
- Gente splendida e diversa che però pretende che, chi arriva qua, porti rispetto. Chi arriva da
- immigrato a casa nostra deve portare rispetto, come hanno portato rispetto i milioni di migranti
- Penso ai lombardi, penso ai veneti, che sono andati in giro per il mondo e non avevano gli
- alberghi a tre stelle che li aspettavano in America. Perché l’immigrazione non è un diritto. Devi
- chiedere “permesso, per favore, posso entrare in casa tua?”. Altrimenti, se arrivi qua e
- pretendi[top], a calci nel didietro, torni da dove sei partito. Non la faccio ancora lunga perché, per
- molti di voi, il ritorno a casa è lungo, però mi piacerebbe che da oggi, da questo sabato 18 ottobre,
- quando abbiam pensato a questa manifestazione, abbiamo detto “Dove la facciamo?”. La Lega, o fa
- le cose da matti o non le fa. Noi abbiam detto, la facciamo in piazza Duomo. Qualcuno ha detto
- “Eh, ma riempire piazza Duomo è difficile”. Sindaci, guardate che spettacolo, siete uno spettacolo,
- grazie! Siete uno spettacolo vero! Mi piacerebbe che oggi, fra coloro che sono in questa piazza,
- nascesse un patto. A ciascuno di voi chiedo un impegno personale, un sacrificio, la disponibilità a
- mettersi in gioco, a mettere in gioco il proprio passato ma soprattutto il proprio futuro. Ora, se
- questa manifestazione convincerà qualche cretino, a Bruxelles o a Roma[vag], a difendere i confini
- dell’Italia, vorrà dire che abbiamo avuto ragione. Se neanche queste centomila persone serviranno a
- far capire che in un Paese civile le navi della marina militare servono per difendere i confini e
- non per dare una mano agli scafisti[impl] – cosa che stanno facendo. E poi c’è la TV di Stato, c’è la
- RAI che manda anche in onda gli sceneggiati strappalacrime e se ne fotte degli imprenditori italiani
- che muoiono, e poi si stupiscono se non si paga il canone RAI. Non si paga il canone RAI, punto,
- basta! Trasmettete qualche cosa di più interessante[impl]! Trasmettete qualche cosa di più
- interessante! Dunque dicevo che…c’è Alfano, sta passando Alfano. Anzi, mi correggo, sbaglio io o
- sbagliate voi, non bisogna prendersela con Alfano; è una povera persona. Il problema ha un nome e
- un cognome. Il problema ha un nome e un cognome. Alfano è uno strumento, la Boldrini è uno
- strumento, Pisapia è uno strumento, Vendola è uno strumento. Il nemico dell’Italia e dei lavoratori
- italiani[ppp+top] in questo momento si chiama Matteo Renzi. Nome e Cognome! Sua Maestà, sua
- Divinità, Matteo Renzi. È quello che è stato messo qua dagli uomini delle banche e della finanza
- per svendere all’estero quello che rimane dell’industria e dell’impresa italiana; e fino a che ci sarà
- uno di noi in vita, tu non lo farai, caro Matteo! Torna pure a casa tua a ridere e a fare i selfie, ma tu
- le nostre imprese alle banche tedesche o americane non le vendi, non le regali perché sono aziende
- nostre, frutto del lavoro dei nostri genitori e dei nostri nonni che rimarranno qua.
Intervento di Matteo Renzi
Camera dei Deputati il 23 aprile 2015
Puoi vedere l’intervento qui.
- Signora Presidente, onorevoli deputate, onorevoli deputati.
- Ci sono vari modi per affrontare una riflessione su ciò che è accaduto nei giorni scorsi nel nostro
- mare Mediterraneo. C’è un aspetto emozionale, emotivo, molto forte. C’è un aspetto tecnico, di
- provvedimenti da prendere, di decisioni da eseguire. C’è un aspetto diplomatico, di relazioni, di
- iniziative, di incontri, dal Segretario Generale delle Nazioni Unite al più piccolo dei Paesi
- dell’Unione Europea, che è quello che si è mostrato col cuore più grande, Malta. Ma, credo che sia
- rispettoso, del vostro ruolo e della consapevolezza dell’importanza del Parlamento, della Camera dei
- Deputati e del Senato della Repubblica. Credo che sia rispettoso di questo partire da un approccio
- totalmente, integralmente e radicalmente politico. Mi spiego, non voglio minimamente mettere da
- parte l’importanza di riconoscere anche in quest’aula innanzitutto il tributo alle vittime[ppp]. Lo
- ha fatto la Presidente e tutti noi abbiamo unito il nostro cordoglio al suo e il pensiero alle famiglie.
- Talvolta abbiamo l’approccio di pensare, di fronte a queste stragi che, volando un numero di qua un
- numero di là, si stia parlando quasi di oggetti astratti. Sono persone, sono storie, sono donne, sono
- uomini, sono famiglie che piangono e che magari neanche sanno cos’è accaduto. Ma, non è soltanto
- l’aspetto del cordoglio umano quello al quale siamo chiamati oggi; e non voglio negare in quest’aula
- la gratitudine del governo della Repubblica alle donne e agli uomini della marina, della guardia
- costiera, della guardia di finanza, delle forze di polizia, dei carabinieri, di tutti coloro i quali, con una
- divisa, stanno onorando l’Italia accogliendo persone superstiti, salvando vite umane in mare e
- cercando di adempiere a quel principio morale che, nel Vangelo è sintetizzato come “Ero forestiero e
- mi avete accolto” ma che, per ciascuno, qualunque sia la fede religiosa o il convincimento culturale
- da cui parte costituisce un principio irrinunciabile. No, non voglio negare, né l’aspetto di cordoglio
- né l’aspetto di gratitudine. Qui, vorrei che arrivasse il grazie non soltanto alle donne e agli uomini
- che stanno impegnandosi per salvare vite umane ma anche a chi le sta accogliendo all’interno dei
- comuni, delle amministrazioni locali, ai sindaci che spesso, in questo, sono accusati anche da una
- parte dell’opinione pubblica del proprio territorio[ppp] e che riescono, con la schiena dritta a darci
- una mano decisiva. Lasciatemi dire, anche, alle volontarie e ai volontari di quei centri, o anche ai
- professionisti che magari lavorando per soggetti legati alla cooperazione che, per colpa di chi, con
- responsabilità alla guida di alcune di queste realtà si trova oggi costretto a sentirsi tirare addosso
- tutta una serie di accuse, ma che fa quel lavoro o quel servizio perché ci crede, perché è
- appassionato, perché vuole bene all’uomo e alla donna del nostro tempo. Fatemi dire grazie a tutti
- Ma non è questo il punto su cui noi siamo chiamati a discutere. Noi oggi siamo chiamati ad
- un approccio totalmente politico, perché è di politica che ha bisogno l’Unione Europea. Perché è
- politica la scelta dell’Unione Europea di svolgere giovedì un summit straordinario. Perché è politica
- la necessità che noi abbiamo di dare una risposta soltanto che non sia una reazione[ppp+impl].
- Non è una reazione immediata, emotiva, quella che può seguire a una strage di queste proporzioni! O c’è la
- politica intesa come capacità, complessa, di dare risposte a un mondo articolato, oppure non andiamo
- da nessuna parte. Vorrei, su questo, essere chiaro su un punto. In tanti, dicono che nel nostro tempo
- la comunicazione è l’opposto della politica. Permettetemi di tornare a domenica. Domenica di sono
- verificate…mmmmh….o partendo in Libia, dalla Libia, due fatti. Uno, quello drammatico del
- naufragio di cui tutti noi abbiamo parlato e di cui stiamo parlando. Un secondo fatto che è stato
- praticamente ignorato dal dibattito pubblico: la decapitazione di 28 persone, di 28 cristiani.
- Probabilmente erano dei potenziali migranti, erano delle persone che probabilmente avrebbero
- voluto salire su quelle navi. Non erano libici, erano etiopi. Erano persone che cercavano di scappare
- dal luogo in cui si trovavano. Eppure la comunicazione ha dato importanza, a differenza del passato,
- soltanto all’aspetto del naufragio. Ecco che, quelli che dicono che la comunicazione non conta
- niente[ppp+vag], che la comunicazione non c’entra niente, devono fare i conti con una realtà. Non è
- vero che la comunicazione non c’entra niente. La comunicazione è decisiva per affermare la
- possibilità di azione delle istituzioni e della politica. Ma siccome stavolta il mondo non si è girato
- dall’altra parte sulla vicenda del naufragio[top+impl], siccome per una volta non è rimasta
- soltanto la guardia costiera o la marina militare, o la guardia di finanza o le forze italiane a
- occuparsi di ciò che stava avvenendo in quel luogo[top+impl], siccome, per la prima volta, dopo
- tanto tempo, questa vicenda, drammatica e tragica, ha provocato finalmente una
- consapevolezza più ampia da parte delle istituzioni internazionali[top+impl], ecco che viene il
- tempo della politica. E la politica non significa fare a meno degli aspetti legati alla comunicazione. La politica
- significa prendere atto che bisogna spiegarla in modo semplice, ma non bisogna affrontarla in modo
- semplicistico. È semplicistico immaginare di poter dire “tutti a casa loro” o “accogliamo tutti”. È semplicistico
- poter dire oggi, sulla base del professionismo da talk show[ppp+top], che la soluzione è a portata di
- mano. Io credo, penso e spero il Parlamento della Repubblica abbia la consapevolezza che di fonte a quello che
- stiamo vivendo si impone una strategia di respiro ancora più ampio rispetto alla reazione immediata.
- Rispetto all’idea di cercare di affrontare anche con nobiltà, con coraggio, il bisogno di dare una immediata
- soluzione. La questione è molto più ampia. La questione riguarda innanzitutto cosa oggi noi pensiamo
- dell’Africa. E se non partiamo di lì non saremo mai in condizione di dire niente di sensato su ciò che sta
- avvenendo. Non sono libici, nella stragrande maggioranza, i nostri fratelli e le nostre sorelle che
- muoiono in mare[ppp+top]. Vengono da altri Paesi. Da Paesi in cui la fame, la guerra, le divisioni, la fanno
- da padrone. E allora, il primo tema è cercare di capire se l’Africa diventa un elemento chiave nel dibattito della
- politica mondiale europea e italiana, oppure no. Noi abbiamo iniziato su questo tema, siamo partiti da Tunisi,
- come missione internazionale fatta da questo governo. È il primo governo che ha scelto di andare con il
- Presidente del Consiglio sotto il Lo ha fatto con una serie di missioni che – certo – per le ragioni della
- comunicazione occupano i trafiletti, ma che sono cruciali nel tentare di dire che LÌ sta un pezzo del nostro
- futuro[top]; e anche, permettetemi di dire, del nostro passato. Perché, quando penso a ciò che ha
- fatto la cooperazione italiana in Mozambico, la Comunità di Sant’Egidio, e che in questi vent’anni
- ha portato quel Paese – venti, venticinque anni – quel Paese ad avere un percorso difficile, travagliato, ancora
- in questi giorni in discussione – questi giorni no, siamo negli ultimi mesi in discussione. Se penso a questo,
- penso che non sia soltanto il futuro ma anche un pezzo del nostro passato. Ma, non può bastare semplicemente
- l’indicazione del problema. Capite che ha una LINEARITÀ l’idea di chiedere l’alto rappresentante della
- politica estera[ppp+top]. Non perché c’era una casellina da mettere, come qualcuno ha
- sostenuto[ppp+vag], ma perché c’era un’idea da affermare. E va in questa direzione l’idea di dire che
- come primo gesto del semestre europeo – anche se anche questo finisce in un trafiletto – si va
- in Sudan, a prendere Miriam, che ha partorito con una catena alla caviglia, in ragione della sua
- fede, e le si chiede, le si consente di poter tornare a vivere da donna libera negli Statu Uniti, in
- questo caso, visto che il marito è americano[ppp]. È una idea di fondo quella che noi stiamo
- cercando di affermare[ppp+top], e cioè che non si affronta la questione degli sbarchi dalla Libia
- semplicemente parlando alla pancia delle persone[impl]. Qualcuno[vag] dice che questo è il modo per
- vincere le elezioni. Noi abbiamo avuto un risultato delle europee che è inedito negli ultimi cinquant’anni, nel
- momento di massimo sbarco, con Mare Nostrum pienamente attiva e con una polemica costante su questi
- temi. L’idea che gli italiani votino sulla base della pancia[ppp+top], come pensa qualcuno[vag], è
- profondamente offensiva nei confronti degli italiani. Gli italiani sono persone razionali, ragionevoli e capaci di
- decidere. E comunque non è un problema, oggi, di voti. Quando c’è da andare alle elezioni, noi non abbiamo
- mai paura e siamo in condizioni di raccontare le nostre idee. È un problema che va oltre le elezioni e il voto. È
- un problema di dignità dell’uomo. E quando si parla di dignità dell’uomo, bisogna avere il coraggio di dire che
- la priorità italiana in questo momento è far sì che l’Europa torni ad avere un ruolo politico con la P
- maiuscola[ppp]. Considero la convocazione del vertice un fatto molto importante. Ovviamente non
- basta, ce la giochiamo sul documento di conclusioni. Noi abbiamo proposto essenzialmente quattro
- strategie di direzione. La prima è quella di rafforzare le operazioni europee. Parliamo spesso di Tritone, c’è
- anche Poseidon, che è l’operazione che riguarda più la Grecia, che è gestita, guidata, operata dalla Grecia. Non
- sottovalutiamo che, mentre diciamo della rilevanza e dell’importanza dell’Africa, ciò che sta avvenendo in
- queste ore in Siria e in Iraq è un aumento degli sbarchi che arrivano anche da quell’area del mondo, e la
- vicenda di Rodi, la vicenda che abbiamo visto in modo plastico con le immagini delle persone sbarcate in mare,
- dal mare nell’ultimo tratto della costa va in questa direzione. Ma, accanto a questo noi pensiamo che sia
- arrivato il momento di dire con ancora più determinazione di quanto l’Unione Europea abbia fatto
- sino ad oggi[ppp] che combattere i trafficanti di uomini[top+impl] significa combattere gli schiavisti
- del ventunesimo secolo[ppp]. Non significa, questo, non sottovalutare che la forza, la pressione che si
- esercita e arriva fino ai confini libici non è fermabile semplicemente bloccando gli scafisti[impl], ma
- significa dire che in presenza di un traffico di uomini, questa non è innanzitutto una questione di
- sicurezza e di antiterrorismo, è una questione di giustizia e di dignità della persona umana. Perché,
- la storia ha già conosciuto momenti in cui si prendevano le vite umane, si vendevano o si compravano e si
- infilavano in delle stive in dei barconi. Era l’epoca dello schiavismo, e io ritengo che non sia un’esagerazione o
- un azzardo sostenere che ciò che sta avvenendo nell’area del mediterraneo con la compravendita di
- uomini[ppp] è esattamente una forma di moderno schiavismo. E il fatto che 1.002 persone siano state
- in questo momento assicurate dalla forza del nostro Paese alle patrie galere per traffico umano,
- per traffico di uomini[ppp+top], non può significare che l’Europa può lasciare soltanto a noi
- questa battaglia che è una battaglia di assoluta civiltà[impl]. Il terzo punto che noi vogliamo
- sottolineare nel dibattito di giovedì è tentare di scoraggiare alla radice la partenza di queste donne e di questi
- uomini dalla loro terra. Su questo permettetemi un sorriso amaro quando sento dire nei dibattiti
- televisivi “dobbiamo scoraggiarli”[ppp+top]. Ma non è che noi li scoraggiamo perché guardano Ballarò o
- l’Agorà, e vedono qualche autorevole parlamentare europeo o italiano che minaccia fuoco e fiamme. Il punto
- centrale è che, quando una persona è in grado di rischiare la propria vita, quando la persona mette
- la propria vita a rischio perché deve uscire da una situazione in cui tagliano le teste a quelli che gli
- stanno accanto, scoraggiare la partenza non si fa con una generica dichiarazione[impl], si fa
- mettendo l’alto rifugiato delle Nazioni Unite in Niger, in Sudan! Si fa intervenendo nelle terre; e si
- fa, e si fa, una volta di più, mantenendosi umani, evitando di inseguire la demagogia anche a fronte
- di un dibattito parlamentare, come sta facendo larga parte delle opposizioni[impl]. C’è un limite al
- tentativo di sciacallaggio di queste ore[ppp+top], c’è un limite a questo tentativo. E credo che sia
- arrivato il momento di dire, con grande forza, che ci sono secoli di civiltà giuridica e di valori
- umani che questo Paese, a cui non rinuncia questo Paese in nome di un principio demagogico. Noi
- non ci rinunciamo. Infine, scoraggiare la partenza da questi Paesi significa avere forte una presenza
- delle organizzazioni internazionali nell’area del sud della Libia. In questo senso, il lavoro che noi
- abbiamo svolto con il Niger è un primo passo, importante, ma credo che sia fondamentale che sia
- l’Unione Europea, nel suo complesso, a tentare di andare in quelle zone, grazie, in particolar modo
- al coinvolgimento delle Nazioni Unite. E sono grato al Segretario Generale Ban-Ki Moon per il
- pieno sostegno e la profonda condivisione che ha espresso così come sono grato ai leader di
- tutti i Paesi di cui ho parlato in questo momento – dagli Stati Uniti a Malta. Vorrei veramente
- inserire un ampio spettro di collaborazioni offerte e richieste. Ma credo che sia anche importante
- contemporaneamente cercare di far sì che le procedure per l’asilo siano procedure che siano gestite
- con un team europeo e, naturalmente, come prevede il punto 6 del lavoro svolto dai ministri degli
- esteri, dal commissario Ramopoulos, possa essere un patrimonio non soltanto di un Paese ma di
- tutti i 28 Stati Membri. Infine, quarto e ultimo punto che noi proponiamo è quello di far sì che nella
- discussione di queste ore vi sia un atteggiamento di particolare urgenza nelle vicende più
- emergenziali, perché la retorica del “mai più”[ppp+top] funziona per uno spot televisivo. Ma non è
- così, sta continuando in queste ore[ppp]. Continuerà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
- E chi vi dice il contrario[ppp+vag] pensa di svuotare il mare con un cucchiaino. La retorica del
- “mai più” lascia il tempo che trova. Abbiamo bisogno di far sì che non risucceda mettendoci del
- nostro anche in sede emergenziale[ppp+impl]. Ma, questo tipo di priorità è quella che noi
- chiediamo all’Unione Europea che voglia essere qualcosa di diverso da un’assemblea di Paesi
- Membri di un club economico, e diverso da un dotto club di specialisti tecnici che conoscono
- tutte le dinamiche geopolitiche, ma che si dimenticano di dare una risposta di fronte al dolore
- del nostro tempo[impl]. Sono molto ottimista sul fatto che l’Unione Europea possa finalmente cambiare
- Perché ho visto la reazione di queste ore, perché credo la convocazione di un Consiglio Europeo straordinario
- sia un passo straordinario nelle procedure dell’Unione. Ma anche perché penso che, di fronte a ciò che sta
- avvenendo in queste ore e in questi giorni. Noi dobbiamo passare dal tentativo di salvare le persone in mare –
- che continueremo a fare, naturalmente, ma il mare è il posto più difficile dove salvare le persone al desiderio
- profondo di affermare il principio che, intervenendo in Africa con una strategia a lungo periodo e con una
- strategia più significativa di quello che è stato fatto sino ad oggi, l’Unione Europa, di fatto, restituisca a se
- stesso, a se stessa, il bisogno di richiamare la propria vocazione[ppp]. Termino su questo. Negli
- ultimi giorni, noi abbiamo assistito a un progressivo spostamento della discussione. Fino a una settimana fa
- era soltanto una discussione sull’antiterrorismo, sulla sicurezza interna. Vorrei dire una discussione
- sacrosanta, una discussione importante. Ed è una discussione alla quale noi DOBBIAMO
- partecipare, inserendo non soltanto gli strumenti di difesa, non soltanto gli strumenti di sicurezza
- nazionale tradizionalmente intese, ma anche raccontando qual è l’idea dell’Italia nel mondo che
- Quando i terroristi attaccano l’Università di Garissa, in Kenya, quando i terroristi attaccano
- il museo a Tunisi, quando i terroristi attaccano la redazione di un giornale a Parigi, i terroristi
- dimostrano di capire quali sono gli obiettivi in modo molto più attento di tanti commentatori. È
- l’idea stessa della cultura che viene messa in discussione. Quando tu vai a uccidere un bambino a
- Peshawar, in Pakistan, perché va a scuola, mentre va a scuola, tu stai dicendo che è lì che deve
- vincere la battaglia, non soltanto uccidendo quella persona, ma rovinando un’idea di mondo basata
- sul capitale umano, sulla cultura. Ecco perché c’è tanto bisogno dell’Italia nel dibattito politico
- europeo e mondiale. Ecco perché c’è tanto bisogno della forza culturale, valoriale, educativa del
- nostro Paese. Ecco perché c’è bisogno per noi di non limitarsi a vivere questa fase con la necessità
- di dare una risposta tecnica[impl]: quali barconi andiamo a prendere, quali interventi facciamo con
- la guardia costiera, come interveniamo nei campi profughi, se riusciamo a dare qualche altro
- profugo ad altri Paesi. Tutte cose comprensibili, doverose, su cui stiamo lavorando. Ma questo è il
- Parlamento della Repubblica. E il Parlamento della Repubblica ha il dovere di affermare un’idea
- per i prossimi vent’anni dell’Italia in cui il ruolo nostro di ponte fra Europa e Africa abbia una
- strategia meno angusta di quello che la nostra politica di dibattito da talk show sta
- portando[ppp+impl]. È su questo che vorrei chiedervi un aiuto per andare giovedì al Consiglio
- Europeo, lo chiedo a tutte le forze politiche. Perché di fronte a queste tematiche non c’è divisione
- di parte, c’è l’Italia, che è molto più grande delle nostre divisioni di parte. Lo chiedo con la
- consapevolezza che con il poeta spagnolo, potremmo dire “immaginare” gli ultimi atti di vita di
- quelle persone che hanno perduto ogni speranza, e anche la loro esistenza, dentro una stiva, chiusi a
- […] Eppure, se ci pensate, la mancanza di risposte da parte della comunità internazionale fa
- letteralmente soffocare un’intera generazione, che non sta scappando perché vuole andare a vedere
- posti nuovi, sta scappando perché sta rischiando quotidianamente la vita. Noi siamo l’Italia, come
- tale abbiamo il dovere di reagire, e stiamo reagendo, da mesi, vorrei dire da anni. Ma la reazione,
- da sola, nobile, non basta. Il passaggio successivo alla reazione è la strategia politica. E la strategia
- politica significa chiedere all’Europa di fare l’Europa non soltanto quando c’è da fare il
- budget[impl], ma mettere l’Europa in condizioni di avere una strategia politica complessiva. Mi
- pare che stiamo andando in quella direzione. Chiedere alle forze politiche di dividere tra semplicità
- e semplicismo, tra demagogia e visione a orizzonte, ed essere in condizione noi di dire grazie a chi,
- salvando la vita, salva il mondo intero, ma anche di dire a noi stessi che il nostro compito non è di
- fare i commentatori[impl], ma è di provare a immaginare quello che accadrà da qui ai prossimi
- vent’anni. Io sono certo che saremo all’altezza di questa sfida.
Commento all’analisi del discorso di Matteo Salvini
Come nel discorso di Renzi, anche in Salvini la presupposizione è sovente impiegata per esprimere critiche ed attacchi nei confronti di opinioni e ideologie avversarie. In apertura troviamo due descrizioni definite (dei gufi di Sinistra e degli sfigati dei centri sociali) che presuppongono che i componenti della Sinistra (o alcuni di essi) siano dei gufi e che le persone accolte nei centri sociali siano degli sfigati. In 41-42 (quelle cooperative rosse che noi speriamo di cacciare dall’Emilia), mediante una frase relativa Salvini presuppone (a) l’esistenza di cooperative rosse in Emilia e (b) che la Lega Nord voglia cacciare queste cooperative. A seguire, in 44 (della premiata ditta Renzi-Alfano, i novelli schiavisti) presenta – ironicamente – come noto che Renzi e Alfano formino insieme la premiata ditta e che siano i nuovi schiavisti del secolo. Alquanto tendeziosa è inoltre la descrizione definita in 90-91 (i giornalisti poco informati o disattenti) con cui Salvini dà per scontato che esistano giornalisti poco informati e disattenti. Altre presupposizioni dello stesso genere sono quelle evidenziate in 103 (la malagiustizia italiana e l’infame giustizia italiana) con le quali è presentato come già noto che la giustizia italiana sia infame e che operi in modo scorretto.
Il discorso contiene altresì un discreto numero di implicature conversazionali, usate spesso a scopo lesivo nei confronti del partito opponente. In 4-5 (che non ci guadagna milioni di euro sulla pelle degli immigrati clandestini e degli italiani), Salvini implica che il Governo in carica abbia guadagnato milioni di euro sulla pelle degli immigrati clandestini e degli italiani. Servendosi del medesimo artificio retorico, in 42-43 (che la guardia di finanza vada a controllare le cooperative false e non rompa le palle ai nostri artigiani, ai nostri imprenditori e ai nostri commercianti), Salvini implica che la guardia di finanza non effettui controlli adeguati sulle cooperative false, intervenendo invece sull’attività degli artigiani, degli imprenditori e dei commercianti italiani. In 148-149 (Non come qualche sindacato che organizza le gite premio in giro per l’Italia per prendere per il culo i lavoratori) è invece implicato, ed associato a un referente vago (qualche sindacato), che ci sono sindacati che organizzano gite premio in giro per l’Italia agendo così in modo disonesto nei confronti dei lavoratori.
Interessante è inoltre l’uso di alcune topicalizzazioni post-focali come quella in 80 (quello che dà 200 a un disabile e 1.200 euro a un immigrato clandestino) in cui alle conoscenze recentemente attivate dell’interlocutore è attribuita l’informazione che lo Stato italiano dà 200 euro a un disabile e 1.200 euro a un immigrato clandestino. Dello stesso tipo è l’occorrenza in 87-88 (che dal carcere di Pordenone sia evaso, questa settimana, uno stupratore tunisino che, come prima cosa, ha ri-stuprato un’altra ragazza) in cui è codificato come già attivo nelle mente del ricevente che dal carcere di Pordenone è evaso uno stupratore tunisino. Topicalizzazioni realizzate da clausole ipotetiche sono rappresentate dall’occorrenza in 114 (se a Renzi avanza tempo tra un selfie e un gelato), che presenta come informazione data che Renzi divida il suo tempo tra selfie e gelati, e quella in 161-162 (se arrivi qua e pretendi), che codifica come dato e già disponibile nel contesto di discorso che “gli immigrati arrivano in Italia e pretendono”.
Anche in Salvini, la vaghezza è espressa soprattutto dall’uso di indefiniti come alcuni in alcuni giornalisti in 22, qualche in qualche fenomeno che fa il generoso coi soldi degli altri in 38 o in qualche vescovo in 70, o nell’uso generico del plurale in ci stanno rubando il senso delle parole in 48. In tutti questi casi, il soggetto a cui il predicato si riferisce è sotto-determinato demandando così all’interlocutore il compito di “completare” il significato dell’espressione con il referente effettivo. Salvini, in effetti, non si impegna a dire quali giornalisti, quale “fenomeno” o quale vescovo siano coinvolti nei fatti che descrive. Allo stesso modo, usando un verbo di terza persona privo di un soggetto esplicito, non definisce in modo chiaro il referente (oggetto o persona) a cui va attribuita la responsabilità di aver rubato il futuro.
Commento all’analisi del discorso di Matteo Renzi
In questo discorso Renzi ricorre sovente all’uso di presupposizioni, talvolta con lo scopo di rivolgere critiche ai suoi oppositori, talvolta per elogiare il proprio operato in materia di immigrazione o quello di chi ha contribuito e/o preso parte attivamente alle misure messe in atto dal Governo su questo tema. A seguire ne commentiamo alcuni esempi.
L’occorrenza evidenziata al rigo 10 (L’importanza di riconoscere anche in quest’aula innanzitutto il tributo alle vittime) esemplifica una descrizione definita che presenta come informazione già nota al ricevente che riconoscere il tributo alle vittime degli sbarchi sia importante. Tale assunto potrebbe risultare tutt’altro che vero per quegli schieramenti che propugnano idee populiste o alquanto rigide nei confronti dell’immigrazione, come la Lega Nord o altri partiti di Centro-Destra. In 24-25, mediante l’espressione anche da una parte dell’opinione pubblica del proprio territorio, Renzi dà per scontato che i sindaci siano stati attaccati da qualcun altro oltre che dall’opinione pubblica. Questo implicito è legato al significato additivo dell’avverbio anche. In 34 (La necessità che noi abbiamo di dare una risposta soltanto che non sia una reazione), Renzi ricorre a una descrizione definita per presupporre che vi sia una necessità del Partito Democratico di dare una risposta che non sia esclusivamente una reazione, mentre in 45 (quelli che dicono che la comunicazione non conta niente), mediante un pronome indefinito (quelli) presuppone che qualcuno abbia detto che la comunicazione non conta niente. Come annotato nel testo, questa presupposizione ha inoltre un significato vago poiché Renzi non menziona l’effettivo referente di quelli, lasciandolo semanticamente e referenzialmente indeterminato. Altri frequenti attivatori di presupposizione sono rappresentati da verbi di cambiamento di stato come tornare in 91-92 (torni ad avere un ruolo politico con la P maiuscola) in cui è presupposto che in passato l’Europa abbia avuto un ruolo politico con la “P maiuscola”. A seguire, l’occorrenza introdotta dall’avverbio ancora in 100-101 (ancora più determinazione di quanto l’Unione Europea abbia fatto sino ad oggi) presuppone che l’UE sia stata determinata anche in precedenza, mentre la descrizione definita la compravendita in 108-109 (la compravendita di uomini) codifica come già noto che gli immigrati siano stati e siano tuttora oggetto di compravendite.
Diffuso è inoltre l’uso di implicature conversazionali. In 82-83 (Non si affronta la questione degli sbarchi dalla Libia semplicemente parlando alla pancia delle persone), Renzi viola la Massima di Relazione implicando che qualcuno (notoriamente, Beppe Grillo) abbia affrontato la questione degli sbarchi dalla Libia parlando alla pancia delle persone. Optando per una strategia più diretta, il contenuto veicolato dall’enunciato avrebbe avuto la forma di un’asserzione contenent un chiaro riferimento al destinatario della critica (es. Qualcuno o Grillo ha affrontato la questione degli sbarchi dalla Libia parlando alla pancia delle persone). Altri casi di implicatura sono offerti dall’occorrenza in 103 (semplicemente bloccando gli scafisti), mediante la quale Renzi implica, senza asserire esplicitamente, che le opinioni contrarie alla sua politica siano a favore di un blocco degli scafisti, e quella in 168-169 (Non limitarsi a vivere questa fase con la necessità di dare una risposta tecnica), con cui Renzi lascia intendere – senza “dire” – che oggi il Governo italiano si è limitato a dare solo risposte tecniche al problema dell’immigrazione.
Il testo è inoltre caratterizzato dalla presenza di topicalizzazioni con cui il parlante presenta determinati contenuti come già introdotti nell”universo di discorso e, pertanto, nella memoria a breve termine del ricevente. In 48-49 (siccome stavolta il mondo non si è girato dall’altra parte sulla vicenda del naufragio), la subordinata causale codifica come informazione già data che il mondo non si sia girato dall’altra parte; lo stesso vale per le subordinate causali a seguire. In 69-70 (sta un pezzo del nostro futuro), la topicalizzazione post-focale presenta come già parte delle conoscenze attivate dal discorso che un “pezzo del nostro futuro sia da qualche parte”, mentre in 101 (combattere i trafficanti di uomini) è presentato come dato e, al contempo, da implicare, che il Governo intenda combattere i trafficanti di uomini.
Meno frequenti sono i casi di vaghezza che, sul piano semantico, sono esemplificati soprattutto dall’impiego di pronomi indefiniti come qualcuno in 83 e 86 in cui Renzi lascia sotto-determinata l’identità di colui che dice che questo è il modo per vincere le elezioni”, e di colui che dice che “gli italiani votano con la pancia”.