A due giorni dal voto di fiducia al governo Meloni, abbiamo scelto di commentare un tweet pubblicato a margine della dichiarazione di voto del senatore Matteo Renzi, che da alcuni ha ricevuto critiche, da altri apprezzamento. Tra questi ultimi, Carlo Calenda, leader del partito Azione, sfrutta diverse strategie implicite per congratularsi con Renzi e, allo stesso tempo, criticare le altre forze di opposizione.
Il primo fenomeno interessante da segnalare in questo tweet è il contrasto tra “un’opposizione che parla di programmi e contenuti e una di IL o LA e si lancia in invettive su stragismo fascista”. Questo contrasto implica (tramite quella che tecnicamente si definisce un’implicatura generalizzata) che non esista una terza alternativa; ovvero, che esistano solo questi due tipi di opposizione, rigidamente distinti.
A noi è lasciato il compito di inferire, per rendere il messaggio sensato, vari altri contenuti impliciti espressi nuovamente tramite implicature (questa volta conversazionali): in primo luogo, che se il primo tipo di opposizione parla di programmi e contenuti e il secondo di genere grammaticale e fascismo, genere grammaticale e fascismo sono cose meno serie e meno concrete rispetto ai programmi e ai contenuti. Inoltre, elencare insieme “genere grammaticale e fascismo” lascia intendere (tramite un’implicatura da lista) che queste due cose siano sullo stesso piano, e cioè che siano temi ugualmente trascurabili. Secondo Calenda, quindi, la polemica sulla scelta del genere pronominale da attribuire a Giorgia Meloni in qualità di Presidente del Consiglio e la necessità, segnalata da Scarpinato e da altri, che Fratelli d’Italia prenda le distanze dal fascismo costituiscono la stessa forma di opposizione poco seria.
A partire da questi messaggi cogliamo quindi anche l’autoelogio e l’attacco impliciti: ovvero, rispettivamente, che l’opposizione che parla di cose serie è il Terzo Polo, mentre quella che parla di cose poco serie è incarnata da PD e M5S.
Nella frase successiva, notiamo poi che vengono poi dati per scontati “la saldatura” tra PD e M5S (tramite l’articolo definito “la”) e il fatto che questa sia già “evidente” (tramite il costrutto avverbiale “sempre più”). Questi contenuti, di per sé, non sono tendenziosi: tendenzioso è codificarli linguisticamente come una verità assodata (tramite presupposizioni e anche tramite la topicalizzazione di “la saldatura”), quando in realtà non è così, come con ogni probabilità confermerebbero gli esponenti dei due partiti in questione. A conferire una connotazione negativa a tale presupposta saldatura è infine l’avverbio “purtroppo”, che veicola (anche qui, implicitamente) che un’unione tra i due partiti non sarebbe affatto auspicabile. Di nuovo, un contenuto tendenzioso, che il politico dovrebbe asserire e argomentare.
Tramite una pluralità di strategie del linguaggio implicito Calenda riesce dunque a condensare in poche righe una buona dose di attacchi, elogi e autoelogi non bona fide veri; il tutto godendo dei vantaggi che queste strategie offrono, ovvero una più veloce e sicura trasmissibilità e una minore possibilità di essere smentiti.