Questa settimana proponiamo un tweet di Giuseppe Conte, capo del Movimento Cinque Stelle. Nel messaggio il politico commenta la drammatica situazione afghana e si scaglia contro coloro che ne approfittano per fare polemica politica mediante strumentalizzazione di fatti e dichiarazioni. Questa critica è veicolata come presupposizione attraverso il predicato fattivo “è vergognoso”, la cui funzione è quella di presentare il contenuto che segue come già noto all’interlocutore. Infatti, dicendo “è vergognoso che si strumentalizzi la vicenda afghana”, il parlante sposta l’attenzione sul giudizio (è vergognoso!) relativo a un contenuto (che qualcuno stia strumentalizzando la vicenda afghana) la cui verità è data per scontata. Questa porzione di messaggio contiene inoltre delle espressioni vaghe: la prima rappresentata dal pronome indefinito “chi” in chi gioca a strumentalizzare fatti e dichiarazioni, che non chiarisce quali persone siano tacciabili di aver commesso questo riprovevole fatto. Inoltre, è lasciato vago quali fatti e dichiarazioni siano stati strumentalizzati; e infine, anche l’espressione generica “biechi fini di polemica politica” lascia vago a quali fini il politico effettivamente si riferisca e, di nuovo, chi in particolare intenda perseguirli.