Un saluto ai nostri lettori di OPPP!
Questa settimana vi proponiamo il commento a un recente tweet di Carlo Calenda che, in occasione del suo discorso a Piazza San Silvestro a Roma (tenutosi il 18 luglio scorso), attacca i Cinque Stelle ritenendoli dei cialtroni. Vediamo meglio con quali strategie di implicitezza il politico sferra il suo attacco contro i pentastellati. Innanzitutto, il post apre con la negazione di un assunto (Non siamo qui per difendere Mario Draghi) dal quale scaturisce l’implicatura conversazionale che i Cinque Stelle – e forse anche altre figure politiche – ritengono che Calenda e tutti i militanti di Azione vogliano difendere Mario Draghi. Sfruttando la massima di relazione, infatti, il politico non dice esplicitamente che i Cinque Stelle credano questo, ma affida al lettore la ricostruzione di questo contenuto. A seguire, due descrizioni definite “quello della serietà” e “quello della cialtroneria”, che rimandano all’antecedente “campo”, presuppongono, presentando come già noto, che vi siano un campo della serietà e un campo della cialtroneria. Tramite implicatura questi due “campi” sono rispettivamente associati a Mario Draghi e ai Cinque Stelle. Ad essere veicolato implicitamente, pertanto, è che Mario Draghi sia una persona seria – caratteristica evidentemente non condivisa da tutte le forze politiche – e che i Cinque Stelle siano dei cialtroni – anch’esso un attacco che, se codificato esplicitamente, esporrebbe Calenda a maggiori dubbi sulla sua credibilità. L’associazione, tramite implicatura, tra serietà e Mario Draghi da un lato, e Cinque Stelle e cialtroneria dall’altro, non appare come proveniente dall’emittente del messaggio: proprio perché parte della ricostruzione di questi significati, è affidata al lettore; strategia che riduce le probabilità di una reazione critica da parte di quest’ultimo. E proprio su questo meccanismo retorico poggia la tendenziosità del messaggio del leader di Azione.