L’implicito della settimana: “Matteo Renzi e la patria potestà”

Un saluto ai nostri lettori di OPPP!

Questa settimana commentiamo un recente post di Matteo Renzi sulla proposta del governo Meloni di togliere la patria potestà alle madri condannate.

Il tweet apre con una sferzante critica con la quale viene implicato che il governo a guida Fratelli d’Italia capisca poco di diritto e di umanità. Come si può notare, questa critica non è rivolta alla maggioranza mediante un messaggio diretto ed esplicito (ad esempio mediante un enunciato come Togliendo la patria potestà alle madri condannate dimostrate di conoscere poco di diritto e di umanità); piuttosto, la sua associazione al governo Meloni è un contenuto che il destinatario deve in parte ricostruire a partire da un’affermazione più generale. Segue un verbo di cambiamento di stato (smettere), nella frase I membri del governo Meloni devono smetterla con queste uscite da bar, che presuppone che i suddetti esponenti facciano continuamente dichiarazioni improvvide e sconsiderate, e che la proposta sulla patria potestà delle madri condannate sia una “uscita da bar”. Anche attraverso la descrizione definita queste uscite da bar, questi contenuti vengono presentati come già conosciuti dal ricevente il quale, per ciò stesso, è meno incline a metterne in discussione la verità. La parte di enunciato che segue (pensare a governare) implica poi che (a) i membri del governo Meloni non governino o che, quantomeno, finora non abbiano realmente pensato a come governare, e (b) che pensare all’annullamento della patria potestà per le madri condannate non sia, di fatto, governare. 

La frase ipotetica in posizione finale (…se ci riescono) topicalizza in forma di appendice, presentando come già attivo nella memoria a breve termine del ricevente, che gli esponenti dell’esecutivo non siano realmente in grado di governare. A rendere manipolatoria questa strategia di confezionamento è proprio il fatto di veicolare come già data nel discorso un’informazione ritenuta vera solo dall’emittente. Infatti, è lecito assumere che non tutti condividano l’idea che l’esecutivo a guida Meloni non sia in grado di governare.

Nella sua brevità, questo messaggio presenta un alto numero di significati non espressi sulla superficie testuale, e ciò ne alimenta il potenziale persuasivo, oltre che manipolatorio, in quanto rende meno immediata la loro interpretazione, e dunque più probabile una loro involontaria accettazione da parte dei destinatari.  

Condividi l'articolo:

Articoli correlati

L’implicito della settimana: la vaghissima “strada concreta” di Valditara contro la violenza di genere

L’implicito della settimana: presupposizioni da paura

Informazioni utili alla lettura

Ogni contenuto discutibile è evidenziato con un colore diverso che corrisponde al tipo di implicito linguistico usato dal parlante in quell’occasione. Il tipo di implicito è indicato nell’etichetta che compare al passaggio, e che ne esplicita anche la funzione comunicativa.

Ogni contenuto implicito serve a realizzare un certo obbiettivo nella comunicazione: cioè, è dotato di una Funzione comunicativa. Ad esempio: Autoelogio, Elogio di altri, Attacco, Difesa e Opinione personale. 

La Presupposizione è un contenuto presentato come se i destinatari ne fossero già al corrente: in questo modo non sono indotti a metterlo in discussione.

L’Implicatura è un contenuto che non è detto esplicitamente, ma è lasciato intuire. Poiché lo implica lui, il destinatario si accorge di meno che gli è stato trasmesso dall’emittente. 

Un’Espressione vaga è compatibile con molti diversi contenuti concreti, per cui è difficile accorgersi se essa sia falsa o esagerata.

Un Topic, per i linguisti, è un’informazione presentata come se se ne stesse già parlando, quindi come se fosse già abbastanza accettata nel discorso.