Questa settimana la lente OPPP! commenta la pubblicità di un dentifricio Colgate, una delle maggiori multinazionali per la produzione e distribuzione di prodotti per l’igiene e la pulizia. La confezione ci informa che il prodotto contiene “l’ingrediente sbiancante usato dai dentisti”. In questa espressione notiamo diverse strategie implicite. L’uso dell’inglese suggerisce implicitamente che il prodotto sia tecnologicamente avanzato e prestigioso. Viene poi presupposto (con l’articolo determinativo al singolare) che vi sia un unico e specifico ingrediente sbiancante usato dai dentisti, il che è in realtà da dimostrare. Inoltre l’espressione “usato dai dentisti” implica che tale ingrediente sia di provata efficacia, e goda di una certa esclusività: lo usano i dentisti, presso i cui studi una seduta di sbiancamento costa decisamente più del dentifricio Colgate, e quindi il prodotto deve essere davvero eccezionale. Infine, la pubblicità risulta molto vaga, perché omette un dettaglio molto importante: quale sostanza è effettivamente contenuta nel prodotto. Probabilmente fornire questa informazione avrebbe reso la pubblicità meno convincente. Forse perché l’ingrediente segreto non gode affatto dell’aura di esclusività che la vaghezza gli conferisce? Oppure, menzionarlo avrebbe dato modo ai consumatori più scrupolosi di verificare che in realtà anche molti altri dentifrici lo contengono (e magari che non è neanche così miracoloso). Anche in questo caso restare impliciti, e qui, soprattutto, restare sul vago, allontana il rischio di essere smentiti. Il consumatore è invitato quindi a fidarsi del venditore… cioè a diventare il consumatore ideale.