Cari lettori del sito OPPP!, questa settimana commentiamo gli impliciti contenuti nel tweet di Monica Cirinnà, del Partito Democratico. La senatrice del PD risponde al noto dibattito sulla legge 194 (Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza) scaturito dalle dichiarazioni di Eugenia Roccella, la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità nell’attuale governo Meloni.
Nel suo tweet, Cirinnà esprime due sue opinioni riguardo alla ministra Roccella e al governo di destra in modo implicito. In particolare, attraverso due implicature conversazionali, suggerisce ai lettori due contenuti: 1) Roccella non attribuisce alcun valore alla libertà delle donne di decidere sul proprio corpo e 2) la destra al governo non attribuisce valore alla libertà e offende le donne. Entrambi i contenuti non sono asseriti esplicitamente, ma sono veicolati attraverso le frasi presentative introdotte da ecco (ecco il valore…, ecco la destra…). La pertinenza di queste frasi nel contesto del tweet è lasciata poi all’interpretazione dei lettori. Vediamo ora da cosa è stato scatenato il dibattito stesso.
Il dibattito attorno alla legge 194 nasce dalla risposta della ministra Roccella “Purtroppo sì” alla domanda della giornalista tv “L’aborto è un diritto delle donne?”. L’avverbio purtroppo ha il significato di ‘sfortunatamente, disgraziatamente’; attiva quindi l’implicatura convenzionale che quanto si afferma avvenga in condizioni sfortunate e che quanto accade sia un vero peccato/qualcosa di malaugurato. Con la sua risposta, la ministra sembra quindi voler veicolare implicitamente il seguente contenuto: è un vero peccato che l’aborto sia un diritto delle donne. Anche se nel seguito dell’intervista la ministra Roccella mitiga molto questa posizione, quasi fino a smentirla, nel suo tweet, Monica Cirinnà sceglie di concentrarsi sul purtroppo e sull’implicito veicolato.
Quello che colpisce della forma assunta dal dibattito, almeno in questo scambio, è che esso, da entrambe le parti, si giochi non su contenuti affermati esplicitamente, ma su contenuti lasciati all’interpretazione dei lettori e degli spettatori, in definitiva degli elettori. Ancora una volta, una questione pubblica di centrale importanza per la vita dei cittadini è affrontata quindi sottraendola al loro pieno vaglio critico.