La lente di OPPP! torna sulla pubblicità per mostrarvi l’uso della comunicazione implicita nella nuova campagna di Nespresso, che vede come testimonial del caffè l’attrice Miriam Leone.
Ci soffermiamo in particolare sul claim della campagna: Ristretto è il mio Nespresso preferito. Qual è il tuo?, in cui osserviamo il sapiente sfruttamento del meccanismo della presupposizione, con cui è possibile dare per scontati contenuti che in realtà potrebbero non esserlo affatto.
Nel caso specifico, un conto sarebbe stato chiedere E tu, hai un Nespresso preferito? Quale?, il che avrebbe dato a chi legge (o ascolta, nel videospot) un certo margine di replica (ad esempio, No, a dire la verità non ho un Nespresso preferito). Ben altra cosa è invece chiedere Qual è il tuo (Nespresso preferito)?: infatti, attraverso la domanda introdotta da quale (tecnicamente, una domanda k), il fatto che tutti noi abbiamo un Nespresso preferito viene presentato come assodato. In altre parole, veniamo distolti dal mettere in discussione che abbiamo davvero un Nespresso preferito. Tale (ingiustificata) incontrovertibilità è ulteriormente rafforzata dall’uso dell’articolo determinativo il (il tuo, che tecnicamente attiva una presupposizione da descrizione definita), che presuppone che effettivamente chiunque legga/ascolti abbia un (unico) Nespresso preferito, tra i vari che (secondo la pubblicità) tutti consumano.
Come visto, questi costrutti linguistici permettono di “creare” una realtà in cui il consumatore è già affiliato al prodotto; proprio in virtù di tale legame (che come visto, è difficile da mettere in dubbio), questi sarà probabilmente più propenso ad acquistare i nuovi prodotti reclamizzati. E proprio perché è presupposto che chiunque legga/ascolti faccia già parte di questa “comunità”, anche chi non sentisse ancora di farne parte sarà comunque invogliato a entrarvi.