Questa settimana la lente di OPPP! si sposta su un post della testata giornalistica Libero che è stato ripreso sui social anche da politici, come l’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi.
Il post riguarda un fatto di cronaca con risvolti politici: la scorsa settimana la giudice Apostolico del tribunale di Catania ha dichiarato illegittimo il fermo disposto dalla questura di Ragusa nei confronti di quattro migranti, di fatto mettendo in discussione la validità del decreto Cutro sull’immigrazione, un provvedimento bandiera del Governo Meloni.
Il post di Libero contiene una implicatura scatenata dall’accostamento di una serie di elementi attraverso la congiunzione “e”: “Toga e rifondazione comunista”, “Offende Salvini su Facebook e segue Potere al popolo”. Il contenuto implicato da questa sequenza è che la giudice che ha disposto la liberazione dei migranti fermati non l’ha fatto, come dichiara, applicando leggi di rango superiore (come la Costituzione e i trattati internazionali), ma solo perché ha un odio personale nei confronti del Ministro Salvini dovuto al suo orientamento politico di sinistra. La scelta del verbo “offendere” serve inoltre a implicare che la giudice sarebbe una persona verbalmente violenta, e dunque probabilmente non all’altezza dell’ufficialità e imparzialità imposte dal suo ruolo. Il contenuto implicito è facilmente trasmesso anche perché non è nuovo, ma si basa sulla storica ostilità della destra italiana nei confronti di una presunta magistratura “comunista”.
Infine, con la frase “Ecco il giudice che libera i migranti” si presuppone che esista un giudice che libera i migranti, sfruttando la vaghezza dell’espressione generica “i migranti”, e la vaghezza del tempo presente in italiano, che può descrivere sia un singolo evento sia una ripetizione abituale, per lasciar intendere che episodi come quello oggetto della cronaca siano la normalità per questo magistrato, che non farebbe altro che revocare provvedimenti di fermo disposti dalle questure.
I contenuti impliciti di questo testo contengono accuse molto gravi, che esplicitate suonerebbero così: “La decisione del tribunale è dovuta all’orientamento politico personale della giudice, che è una persona violenta e ostile al Governo. Questa giudice non fa altro che liberare migranti pericolosi che invece dovrebbero essere detenuti”. Ancora una volta, vediamo come l’implicitezza permette di veicolare i contenuti (in)desiderati mettendosi al riparo da ritorsioni mediatiche o addirittura legali.