Un saluto ai lettori di OPPP! Questa settimana vi proponiamo un tweet politico riguardante il conflitto in Ucraina.
Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali, in risposta ad un tweet (visibile appena sotto) in cui Pino Frisoli criticava le sue posizioni contro l’invio delle armi nei territori del conflitto, ricorre ad alcune strategie della comunicazione implicita per veicolare dei duri attacchi. Vediamole insieme.
In primo luogo, l’enunciato “se davvero vogliamo aiutare l’Ucraina, sanzioni vere contro Putin e trattativa” nasconde una cosiddetta implicatura conversazionale, ovvero lascia intendere (ma non dice esplicitamente) che chi appoggia l’invio di armi in Ucraina non la stia davvero aiutando, ma che anzi stia peggiorando la sua situazione, e che le sanzioni previste finora non siano vere, ovvero non siano adeguate allo scopo. Se asserito esplicitamente, questo attacco sarebbe risultato più esposto al rischio di critiche. Quando poi afferma “Ma è più comodo inviare armi e lasciarli massacrare da una potenza militare 10 volte superiore”, Fassina presenta linguisticamente come assodato (tramite quella che chiamiamo presupposizione, attivata dal predicato fattivo è comodo) che al momento le potenze europee stiano lasciando massacrare gli ucraini, un contenuto esagerato e discutibile. Infine, questo stesso enunciato nasconde, di nuovo tramite un’implicatura conversazionale, un attacco dal tono polemico: se in molti casi può essere giusto perseguire una scelta “comoda”, in questo specifico contesto la comodità invocata da Fassina sottintende invece una disonesta mossa strategica da parte dei sostenitori dell’invio di armi in Ucraina, tacciati di aver scelto la soluzione più vantaggiosa per i propri interessi a danno della popolazione. Anche questo è un attacco molto duro, che al politico conviene quindi veicolare con i mezzi della comunicazione implicita, rimanendo così più al riparo da critiche e contrattacchi.