Matteo Renzi e Francesca Flati sul Decreto Crescita nel 2019

Un'analisi delle informazioni discutibili trasmesse in modo implicito

    ……….Presupposizione
    ……….         Implicatura
    ……….        Topic
    ……….       Vaghezza
Legenda colori annotazioni

Discorso di Matteo Renzi

Aula del Senato – 27.06.2019

Puoi vedere il video del discorso qui.

Signor Presidente, membro del Governo, onorevoli colleghi.

Ci vuole un certo senso del coraggio, che voi avete – e anche un po’ di faccia tosta – nel venire qua a parlare di decreto crescita. Sintesi: de-crescita. Ci vuole un po’ di coraggio perché il vostro governo e la crescita sono due mondi paralleli, destinati a non incontrarsi. Da quando ci siete voi è sparita la crescita. Ci sono due letture diverse. Voi dite che è solo un fatto di sfortuna. Noi pensiamo che siate incapaci. Ma quello che è certo[ppp+top] è che i numeri parlano per voi. Quando siamo partiti, il governo Monti e il governo Letta stavano al -2% di decrescita, i nostri governi sono arrivati a poco sotto il +2%, con voi siamo tornati allo zero[ppp]. Esplode la cassa integrazione, cresce la pressione fiscale, il Paese va peggio di prima. E, il dramma è che avete fatto tutto da soli. Si dice: “Ah, voi crescevate perché avevate Draghi”. Draghi ce lo avete anche voi, ce lo abbiamo anche noi. E, meno male che Draghi c’è, si sarebbe detto una volta. Il punto è che da quando Il Ministro dello Sviluppo Economico è uscito da quel balcone, deve aver fatto effetto, voi non siete più rientrati in voi stessi[ppp]. E questo dramma[ppp+top] è dramma che vede l’Italia in difficoltà, perché potete manipolare le parole, ma non la realtà. Qui, un tempo, era tutto “Premier non eletto”, oggi si chiama “avvocato del popolo”. Qui, un tempo, era tutto “inciucio vecchio stile”. Ora si chiama “contratto di governo”. Tra l’altro, ci avevate spiegato, signori della maggioranza, che facevate il contratto di governo perché almeno non si litigava. Rispetto a voi, Beautiful è il paradiso terrestre[impl], dai litigi costanti dei quali state dando pessima prova[ppp]. Qui, un tempo, era tutto “onestà”, adesso si definisce “49 milioni”: si fa prima. Qui, un tempo, quando si metteva la fiducia – la numero 13 dall’inizio della legislatura – la quarta al senato, nove alla camera – la vicepresidente al Senato attuale, senatrice Paola Taverna, faceva una diretta Facebook, e diceva: “mettono la fiducia, siamo in dittatura!” Ora, naturalmente, la Senatrice Taverna ha compiuto un percorso che l’ha portata alla Vicepresidenza del Senato dopo una breve esperienza come esperta di vaccini[ppp], e noi siamo molto contenti di questa grande modifica e questo cambiamento che la riguarda[ppp+top]. Ma il fatto è che mettere una fiducia al mese…se potessi avere una fiducia al mese…Supremo emblema di questo ragionamento è la sifda olimpica: “Pensionati a rischio povertà, aziende che non rinnovano i contratti, e il governo parla di Olimpiadi”. Questa parola, questa espressione, questo tweet è dell’attuale Vice Presidente del Consiglio, onorevole Luigi Di Maio. Da quando ha abolito la povertà, lui è a posto e le Olimpiadi si possono fare. E l’altro Vice Presidente del Consiglio, Salvini, che diceva: “Renzi vuole fare le Olimpiadi? Ricoveratelo!” Che…magari è semplicemente un atto di attenzione, un check up si fa sempre volentieri. Ma io non utilizzo l’hashtag “ricoveratelo” che Salvini rivolgeva a me quando noi volevamo fare le Olimpiadi, salvo poi oggi essere a cinque cerchi, da una settimana, pieno di gioia ed entusiasmo per le Olimpiadi. No…io dico ricordatevelo, non ricoveratelo. Matteo Salvini cambia idea su tutto[vag]: è anche un fatto incoraggiante, eh? Magari cambierà idea anche su altro[vag]. Me lo ricordo quando parlava della Corea del Nord dove, a suo dire, vigeva un grande senso di comunità. Adesso va alla Casa Bianca, meglio così. Me lo ricordo quando diceva, intonava: “senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani….”[ppp] parole dello statista di Pontida; e oggi dice “viva il Sud!”. Meglio così! Ha cambiato idea. Tifava Francia ai mondiali del 2006, Salvini, in una bellissima diretta per Radio Padania, e ha iniziato con i comunisti padani, Signor Presidente: difendendo il Leoncavallo, ora dice “zecche dei centri sociali”. Insomma, Matteo Savini cambia idea: magari tra dieci anni lo troveremo volontario di una nave ONG nel Mediterraneo con la scritta “aprite i porti…”. Non lo sappiamo. Quello che è certo è che, se ci fossero le Olimpiadi estive, noi avremmo il miglior candidato per la specialità dei tuffi con carpiato, avvitamento e triplo salto mortale[impl]. Però le Olimpiadi estive non ci sono. Abbiamo vinto quelle invernali. E non ci sono perché? Perché la Raggi ha detto no. E, la Raggi ha detto di no, pare, dai sacri testi[ppp+impl]: il libro dell’ex onorevole Di Battista, e che questo non sia arrivato dopo un summit presso il meccanico di Di Battista dopo che avevano cambiato…tra un cambio olio e l’altro; e il consulto popolare guidato da Di Battista pare che abbia espresso questo NIET alle Olimpiadi, con il risultato che oggi Roma è più lontana dalle altre capitali europee. Votare i Cinque Stelle – lo dico non ai Senatori dei Cinque Stelle, ma a quelli di Sinistra che ci hanno fatto la morale[ppp] dicendo che noi non eravamo abbastanza credibili, e che hanno detto: “per una volta gli dò un segnale, per una volta dò un voto di protesta”. Ecco, votare i Cinque Stelle – lo sanno a Roma, lo sanno a Torino – produce effetti collaterali che durano anni nel tempo[vag]. Ed è come se provocasse un fallimento[vag], che Roma sta vivendo, che Torino sta vivendo e che purtroppo rischia di vivere anche il Sud. Ovviamente, i colleghi non ci crederanno, perché ha detto il Presidente del Consiglio che questo sarà un anno bellissimo. Il Presidente del Consiglio: questo aspirante meteorologo[ppp+impl], vice dei suoi vice, portavoce del suo portavoce, cerimoniere senza cerimonia che non riesce a mettere bocca sulla Libia, sul Venezuela, su Trump, su Xi Jinping, sulle nomine! Va alle riunioni delle nomine con Casalino. Ha scambiato le nomine con le nomination, però, un certo know how, su questo, sicuramente Casalino può portarlo[impl]. Questo Presidente del Consiglio ci ha detto che è un anno bellissimo; e pensare che questi dell’UCINA, l’associazione di categoria che si occupa di macchinari e infrastrutture spiega che dopo che noi avevamo fatto i super ammortamenti, gli iper ammortamenti, l‘industria 4.0[ppp+top], c’era stata una crescita record. Adesso si è bloccata. Voi con questo decreto togliete i soldi alle imprese che innovano[ppp] e li date agli amministratori incapaci[ppp] che hanno portato i comuni al predissesto. Lo dico  alle sindache della Lega, ai sindaci della Lega. Lo ammetto: ce ne sono di bravi in quest’aula, pur avendo idee diverse. State dando i soldi a quegli amministratori che quando eravate in comune contestavate perché portavano i propri comuni al dissesto. Si può sapere, Signor Presidente del Senato, membro del Governo, se la TAV si fa o non si fa, perché il Ministro, il Vice Ministro, Laura Castelli – questo lo dice lei – ha detto ieri l’altro che si farà la TAV leggera. Sono due giorni che trovano Toninelli al Ministero a cercare una bilancia per capire cosa sia la TAV leggera[impl]. La TAV la fate, sì o no? In Francia stanno facendo i lavori senza dare le ferie per andare avanti con i cantieri. Voi, la TAV la fate sì o no? Non prendete in giro gli italiani: sì o no? Non c’è TAV leggera che tenga. E ancora. E’ mai possibile che si arrivi, dopo questo decreto crescita, Senatori della Lega, a dire che il 6 settembre chiude ILVA. Non c’è soltanto un dramma legato ad ILVA, c’è un dramma legato alla capacità di attrarre gli investimenti stranieri. E’ sui giornali di tutto il mondo. Non potete dire: troverà un soluzione Di Maio. Per tanti motivi! Il punto centrale è che l’effetto del decreto de-crescita[impl] è che voi chiudete ILVA con 15mila posti di lavoro in meno – lo ricordavano i colleghi prima – ma anche dando un giantesco alibi, Signor Presidente, a quell’azienda privata per non fare più l‘operazione di bonifica[impl+top], la più grande operazione di bonifica ambientale europea[ppp], che noi abbiamo costruito andando a prendere un miliardo dai Riva.. Noi l’abbiamo fatto mentre voi facevate false promesse ai tarantini. Ho finito, Signor Presidente. C’è un dato di fatto: gli unici soldi che in questo momento, questo governo ha vengono dalla fatturazione elettronica, vengono dall’investimento che abbiamo fatto sulla digitalizzazione del fisco[ppp]. Mi spiace dirlo qui, alla maggioranza, è un provvedimento che nasce come proposta alla Leopolda del 2010 e che diventa fatto politico e atto giuridico, in questo Parlamento, con il governo del 2014-2015. Sono le uniche, le uniche risorse nuove[ppp] che abbiamo visto in questa fase; e queste risorse nuove andrebbero messe su Internet delle cose, sull’intelligenza artificiale, sui big data, sull’economia circolare[impl]. Mentre il mondo va verso l’intelligenza artificiale, voi scegliete la strada della stupidità naturale. Noi voteremo no al decreto, voi avete detto no alla crescita e l’Italia pagherà il conto della vostra cialtronaggine[ppp].

Discorso di Francesca Flati

Camera dei Deputati – 19 giugno 2019

Puoi vedere il video dell’intervento qui.

Grazie Presidente.

Colleghe, colleghi. Oggi iniziamo la discussione generale sul cosiddetto “Decreto Crescita”, un provvedimento fondamentale per la logorata economia di questo Paese[ppp], in quanto individua una serie di importanti misure che andranno a sostenere le imprese e a dare impulso all’economia[ppp]. E’ ormai dimostrato che le politiche di austerità hanno fallito[ppp], anche nel voler ridurre il rapporto debito-PIL[ppp]. Fisiologicamente, infatti, colpiscono il denominatore e fanno salire il deficit, a causa delle minori entrate da gettito fiscale[ppp]. Non è un caso che il rapporto debito-PIL sia esploso proprio durante il governo Monti, passando dal 116,5% al 129%; e i successivi governi a guida PD hanno seguito i diktat europei[ppp] portando il rapporto ad aumentare ulteriormente, fino a raggiungere la quota di 132% nel 2018. Ma non si può continuare ad assistere sempre alla stessa storia[ppp]. Dobbiamo invece puntare sulla crescita e lo stiamo facendo proprio con questo provvedimento. Il governo prosegue, così, un discorso già avviato nella legge di bilancio, con l’estensione, per esempio, del regime forfettario per le partite IVA e il raddoppio della deducibilità IMU sugli immobili ad uso produttivo, la proroga dell’iper e di parte del superammortamento, il taglio delle tariffe INAIL[ppp], la cedolare secca sugli immobili ad uso commerciale, e così via. Non va dimenticato, inoltre, che la proposta di legge a prima firma di Carla Ruocco, appena approvata alla Camera, è stata incorporata nel Decreto Crescita attraverso degli emendamenti, in modo da rendere ancora più veloce[ppp] l’iter parlamentare e garantire quindi al più presto quelle semplificazioni burocratiche che contribuenti ed imprese attendono veramente da troppo tempo[ppp]. Questo ulteriore e forte impulso alla ripresa economica dell’Italia[ppp] si rende, peraltro, ancor più necessario[ppp], vista la congiuntura economica e internazionale particolarmente difficile[ppp]. Lo scontro sui dazi, tra Stati Uniti e Cina, e le incertezze derivanti dalla Brexit, hanno causato grande preoccupazione nei mercati e diffuso una sfiducia sulle prospettive di sviluppo. Entriamo, però, nel dettaglio delle misure di questo decreto. Tra le altre, promuoviamo l’adeguamento alla normativa anti-sismica e il risparmio energetico in ambiente edilizio, anche per garantire una maggior sicurezza su tutto il territorio italiano[ppp]. E per questo abbiamo esteso il sisma bonus, già previsto per le zone classificate a rischio sismico 1, anche alle zone 2 e 3. E, con la cosiddetta norma Fraccaro, prevediamo contributi comuni di efficientamento energetico e sviluppo territoriale e sostenibile. Altre misure sono poi dedicate alle piccole e medie imprese, a cui siamo da sempre molto vicini[ppp]. Ad esempio, incentiviamo la patrimonializzazione, tramite lo schema della nuova Sabatini, alzando il limite massimo a 4 milioni di euro di finanziamento. Incentiviamo l’economia circolare, con finanziamenti agevolati e contributi diretti alla spesa, per chi presenta progetti di ricerca e sviluppo, e introduciamo nell’ordinamento la società di ordinamento semplice, al fine di favorire la raccolta di capitali per i fondi “venture capital”. Inoltre prevediamo anche agevolazioni finanziarie per la realizzazione di progetti di trasformazione tecnologica e digitale basati sulle tecnologie del piano abilitante dell’industria 4.0. Abbiamo poi introdotto un iter procedurale a tutela dei marchi storici, dei livelli occupazionali delle imprese oggetto di cessione, proseguendo quindi il percorso che abbiamo avviato contro la delocalizzazione[ppp], già insieme al decreto dignità. In particolare, prevediamo l’istituzione del registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale e la decadenza della titolarità se il sito produttivo viene trasferito fuori dal territorio italiano. Prevediamo anche misure per l’identificazione dei prodotti filiera 100% italiana e per il contrasto al fenomeno cosiddetto “Italian sounding”. Ci sono poi ulteriori interventi per la crescita, come la previsione di assunzioni legate al fabbisogno e alle entrate di regioni e comuni a statuto ordinario, che non saranno più legate alla spesa storica e al turn over. Riusciremo quindi a sbloccare oltre 40 mila assunzioni[ppp]. Autorizziamo poi l’assunzione a tempo indeterminato, di 100 unità di personale altamente specializzato, per consentire un più celere ed efficace svolgimento dei compiti dei provveditorati interregionali alle opere pubbliche. Incentiviamo anche gli investimenti delle imprese insediate nelle zone econoimche speciali, e abbiamo ulteriormente esemplificato l’accesso al fondo indennizzo-risparmiatori, ampliato la platea dei beneficiari, diminuito la burocrazia e garantito tempi più rapidi per i risarcimenti. Avevamo promesso il ristoro e lo stiamo portando a termine. Sono poi particolarmente soddisfatta per il proseguimento dell’iter iniziato già in legge di bilancio che porterà alla chiusura della gestione commissariale del debito storico di Roma Capitale. Sto parlando di un debito che costa a tutti i cittadini italiani 300 milioni l’anno. Mentre la restante quota di 200 milioni viene finanziata dai cittadini romani attraverso una tassa aeroportuale e un’addizionale IRPEF maggiorata rispetto al resto d’Italia. In totale sono 500 milioni che saranno erogati ogni anno fino al 2048. La bad bank istituita nel 2008 dall’allora sindaco Alemanno ha ancora in carico 12 dei quasi 17 miliardi di passività accertate in via definitiva nel 2010 ed ereditate dalle gestioni precedenti. Peraltro, la stessa giunta Alemanno ha fatto a sua volta altri debiti a carico della gestione ordinaria di Roma Capitale, per quasi 3 milioni di euro. Sono serviti quasi tre anni alla giunta Raggi, l’unica a non fare ulteriori debiti[ppp]. Per azzerare queste passività e restituire finalmente ai cittadini romani un bilancio sano[ppp]. Ed è proprio grazie all’interlocuzione della giunta pentastellata del governo del cambiamento[ppp] che sarà possibile liberare ulteriori risorse, attraverso la rinegoziazione anche del maxi bonus “city of Rome”, 1,4 miliardi di euro, stipulato nel 2004 dalla giunta Veltroni. I risparmi derivanti da questa operazione[ppp+top], inoltre, andanno ad aiutare i comuni delle città capoluogo di provincia che si trovano i difficoltà con i propri debiti. Un altro, fondamentale provvedimento riguarda i vitalizi. Viene concesso ancora un mese di tempo alle regioni che non hanno provveduto all’adeguamento della normativa, dopodiché scatterà la tagliola del 20% sui rendiamenti erariali, che comunque non riguarderanno sanità, politiche sociali e trasporti. Quindi sono tante le misure che abbiamo previsto in questo decreto, e con l’approvazione di questo atto diamo un’ulteriore spinta alla nostra economia. Tuteliamo i cittadini, il territorio, le imprese e restituiamo ancora un po’ di fiducia agli italiani che possono finalmente dire di avere un governo dalla loro parte[ppp+impl].

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