Nei giorni scorsi ha avuto risonanza mediatica la scelta del senatore Marco Lombardo (Azione) di leggere in Parlamento, nel corso della discussione di nuovi accordi sul lavoro transfrontaliero, un discorso scritto da una cosiddetta intelligenza artificiale: ChatGPT4. Noi di OPPP! non potevamo trascurare questo evento storico: abbiamo confrontato questo discorso con un testo elaborato da un’intelligenza umana, ovvero dallo stesso Marco Lombardo sul medesimo argomento, qualche mese prima, sempre in Senato. I due discorsi quindi si prestano bene ad un confronto, e ci permettono di cogliere eventuali affinità o differenze nell’uso di strategie implicite manipolatorie da parte di due intelligenze diverse.
L’implicitezza globale dei due discorsi, come vedete dal grafico, è abbastanza simile e relativamente bassa. Questo non stupisce, dal momento che entrambi i discorsi sono prevalentemente incentrati sul merito della nuova proposta di legge, e contengono dunque molte informazioni fattuali. Ben diversa è la situazione di discorsi pronunciati in campagna elettorale o in passaggi parlamentari delicati, come voti di fiducia, mozioni di sfiducia, insediamenti di governo, fine legislatura: in questi contesti ci aspettiamo discorsi dal contenuto polemico o al contrario incensatorio, con pochi dati oggettivi.
Al di là del computo globale, andando a esaminare gli impliciti presenti nei due testi emergono alcune differenze qualitative molto interessanti. Nel discorso pronunciato da Lombardo a febbraio, prodotto da un’intelligenza umana, i pochi contenuti impliciti presenti delineano una vena polemica che il senatore solleva nei confronti dei colleghi. Alcuni di questi, secondo Lombardo, avrebbero sfruttato la discussione parlamentare per avanzare “rivendicazioni di parte”. Ad esempio, al rigo 3, leggiamo: “Io capisco che c’ è la campagna elettorale in Lombardia, e quindi le rivendicazioni di parte che abbiamo sentito anche durante la discussione portano a dire, e a rivendicare la paternità rispetto alla negoziazione sugli accordi”. Oltre a dare per scontato, attraverso una presupposizione e una topicalizzazione, che vi siano state rivendicazioni di parte, questa affermazione attiva un contenuto implicato, e cioè: “I colleghi che hanno fatto rivendicazioni di parte agivano per accattivarsi consenso elettorale, e non per un reale interesse alla causa”. Rimane tuttavia vago chi avrebbe fatto tali strategiche rivendicazioni. Insomma, il discorso di Lombardo è sì prevalentemente incentrato sul merito della proposta di legge, ma non perde occasione per scoccare qualche frecciatina alle parti politiche avversarie.
Nel discorso di maggio, prodotto dall’intelligenza artificiale, la vena polemica è invece assente: per chi è abituato ad analizzare discorsi politici, si tratta di un dato sorprendente. Gli impliciti prodotti dall’IA riguardano punti del dibattito politico decisamente generici e stantii: al rigo 9 è presupposto un vago “gap tra le imprese locali e quelle di confine” (quale “gap”? Di cosa stiamo parlando concretamente?) al rigo 12 è presupposto e topicalizzato (e dunque dato per scontato) che la nostra società tenda “ancora a ripartire in modo iniquo le responsabilità familiari e domestiche”. Le proposte suggerite per risolvere questi problemi si caratterizzano per vaghezza: è necessario “adeguarsi alle esigenze del XXI secolo” (rigo 6), “è necessario un impegno collettivo e una visione lungimirante da parte di istituzioni , datori di lavoro e lavoratori” (rigo 13), “dobbiamo lavorare insieme per creare le condizioni affinché questa modalità di lavoro diventi la norma e non l’eccezione” (rigo 18): tutte proposte che vogliono suggerire la buona volontà di chi parla, ma non producono alcun contributo concreto. L’impalcatura retorica del testo si regge inoltre sull’uso di domande retoriche, strategie che attivano delle implicature, ovvero ci suggeriscono già la risposta: al rigo 13: “Il telelavoro non rappresenta quindi un’opportunità concreta per ridurre questo divario, favorendo una migliore partecipazione delle stesse al mercato del lavoro e una migliore conciliazione tra lavoro e vita privata?”, al rigo 17: “Come potremmo poi non considerare l’impatto ambientale?”. Questo uso appare eccessivo in un testo globalmente poco implicito e privo di intenzioni polemiche, e si può forse ipotizzare che l’IA (basandosi su una immensa quantItà di esempi) abbia individuato nelle domande retoriche un elemento tipico dei discorsi politici, finendo per usarne anche più del necessario.
In definitiva, il confronto tra l’intelligenza umana e l’intelligenza artificiale mette in luce che quest’ultima non sembra ancora in grado di passare efficacemente dal generale al particolare, né di cimentarsi in quella che – purtroppo o per fortuna – sembra essere la chiave di volta del confronto politico: la propensione alla polemica.