Un saluto ai lettori OPPP! Augurandoci che abbiate trascorso delle serene festività pasquali, questa settimana vi proponiamo il commento allo slogan pubblicitario divulgato da Tim: “È bello avere tutto”.
La semplicità e l’immediatezza di questo slogan sfruttano abilmente diverse strategie implicite, caricandolo così di un potenziale persuasivo molto alto. L’uso del predicato fattivo aggettivale è bello presuppone la parte del messaggio che segue, ovvero che sia possibile avere tutto, una prospettiva invogliante che il lettore è portato ad accettare più facilmente come vera perché presentata come una conoscenza comune, facente già parte del suo bagaglio di conoscenze. La tendenziosità dello slogan si spinge oltre. Associando il suo contenuto all’azienda per cui è stato concepito, infatti, il lettore trarrà anche (tramite un’implicatura conversazionale) l’informazione implicita che sia proprio la Tim a consentirgli di avere tutto. Se un contenuto simile fosse espresso tramite un’asserzione (ad es., “Tim ti dà tutto”, oppure “Se passi a Tim avrai tutto”), probabilmente verrebbe messo in dubbio da chi lo legge con molta più facilità, poiché apparirebbe più evidente il suo carattere tendenzioso. Invece, come avviene in questo caso, lasciare che sia inferito può portare a considerare valido un contenuto che potrebbe non essere valido affatto, e a favorire così la sua accettazione.
Il messaggio trasmesso risulta ancora più convincente in quanto il sostantivo tutto è vago semanticamente, e lascia quindi all’osservatore la libertà di ricostruirne il contenuto in base alle sue preferenze. In altre parole, esso non esplicita cosa i clienti potranno avere nello specifico abbonandosi a Tim; così, chiunque gli si trovi davanti vi leggerà la possibilità di ottenere proprio l’offerta più adatta alle sue esigenze. Lo stesso sostantivo sarà quindi interpretato in maniera diversa a seconda dei servizi ricercati dai suoi lettori. Sfruttando questa strategia implicita, Tim può avvicinarsi a una fetta di possibili abbonati molto vasta, includendo in uno stesso gruppo anche chi abbia necessità e/o desideri molto diversi.
Questo genere di strategie non è probabilmente sufficiente a convincere qualcuno ad acquistare d’emblée un prodotto, ma può indurre chi vi sia già propenso o chi sia indeciso tra due o più aziende ad optare proprio per quello così pubblicizzato.