Un saluto ai nostri lettori!
Il giorno delle elezioni si avvicina e il web è sempre più inondato dai messaggi tendenziosi dei nostri politici. Questa settimana vogliamo proporvi il commento a un recente post di Luigi Marattin (Italia viva), che rivolge pungenti critiche sotto forma di impliciti. Vediamone alcuni insieme.
La seconda frase del messaggio (L’entusiasmo di chi vuole dire al Paese che è finalmente finito il tempo delle “televendite”) contiene una serie di presupposizioni dal contenuto discutibile. Con esse l’autore presenta come informazione già nota ai riceventi il fatto che il periodo politico che si sta per concludere sia stato caratterizzato da “televendite”. A rendere la critica ancora più implicita vediamo anche un caso di vaghezza sintattica, perché non si specifica chi abbia operato queste televendite. A seguire, la descrizione definita l’entusiasmo di chi vuole dire al Paese…presenta come già noto all’interlocutore che vi sia un entusiasmo provato da coloro che vogliono porre fine alle “televendite”, mentre il pronome chi e ciò che lo segue presentano come noto che esista qualcuno che voglia dire al Paese che è finito il tempo delle televendite, lasciando implicare che queste persone siano proprio gli esponenti di Italia Viva.
Il verbo di cambiamento di stato “tornare” presuppone che il tempo della serietà fosse venuto meno. Per implicatura, si induce il destinatario a inferire che Italia Viva al governo potrà ripristinare quel tempo perché è fatta di persone serie.
In un clima mediatico così caldo, anzi rovente, si può immaginare quale effetto avrebbe avuto una trasmissione più esplicita dei contenuti sopra: “Lega/Fratelli d’Italia, I Cinque Stelle (ecc), Forza Italia hanno fatto solo televendite, ma per fortuna il loro tempo è finito”, “Noi siamo l’unico partito serio”, ecc. Senza dubbio, gli stessi contenuti avrebbero suscitato reazioni da parte del cittadino medio; invece, per mezzo della loro trasmissione implicita, si è indotti ad accettarli come veri senza metterli in discussione.