Un saluto al nostro pubblico! Questa settimana, analizziamo una campagna di spot pubblicitari della agenzia funebre Taffo, famosa per la creazione di slogan sardonici e provocatori.
In particolare, osserviamo due annunci relativi ai servizi funerari per animali domestici. Il primo slogan ci dice “c’è chi li abbandona, e chi li tiene per sempre”, mostrando un’urna cineraria. Tale messaggio veicola un’implicatura, basata sull’associazione tra il testo e l’immagine (tecnicamente, un’inferenza ponte o bridging inference): ovvero che scegliere di cremare il proprio animale e conservarlo in un’urna equivalga a “tenerlo per sempre”, e, parallelamente, che non fare tale scelta equivalga ad “abbandonarlo”. Vedendo tali contenuti esplicitati, ci apparirà forse evidente che essi sono alquanto controversi e discutibili.
Nel secondo slogan l’annuncio dice “ogni amico merita di essere ricordato”, implicando che avvalersi dei servizi di Taffo equivalga a ricordare il nostro amico animale e, contenuto ancora più controverso, che non farlo equivalga a dimenticarlo. Entrambi i messaggi fanno leva sull’emotività dei riceventi, cercano di sollecitarne il sentimento morale. Ovvero, tentano di convincerli che avvalersi dei servizi funerari Taffo sia una scelta moralmente superiore, da padrone più amorevole. Tuttavia, poiché tale suggerimento è opinabile, gli emittenti hanno scelto di “nascondere” l’argomentazione dietro a delle strategie implicite.
Se i contenuti che l’annuncio ha veicolato in maniera implicita venissero portati alla luce, il messaggio finirebbe per risultare molto meno accattivante e persuasivo. Perché accade questo?
Perché noi tendiamo a prestare più attenzione a quello che viene messo in evidenza, e meno a quello che è, appunto, “subliminale”. Le “tecnologie” linguistiche dell’implicito consentono di persuadere i destinatari di contenuti anche molto discutibili, che verrebbero probabilmente rifiutati se vagliati criticamente.