Matteo Salvini a Milano prima delle elezioni politiche del 2018

Un'analisi delle informazioni discutibili trasmesse in modo implicito

Discorso di Matteo Salvini in Piazza del Duomo a Milano il 24 febbraio 2018.

Puoi vedere il video del discorso qui.

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Legenda colori annotazione

Ragazzi, siete uno spettacolo! Grazie!

Questa è una piazza di pace, di dialogo, di serenità, di futuro! La violenza non ci appartiene[impl]. La violenza non ha mai risolto nulla[impl]! E il primo applauso lo voglio fare alle forze dell’ordine che, quando c’è in piazza la Lega, sono tranquille. Io non parlerò di passato. Ci sono altre piazze che preferiscono inseguire i fantasmi del passato[vag]. Noi siamo qua per parlare di futuro, e per immaginare il futuro in cui cresceranno i nostri figli. Solo una citazione, per chi sta passando, queste settimane, in campagna elettorale, non a proporre qualcosa per domani, ma a fare il processo alla storia dei fantasmi che non ritornano più[vag+ppp]. E non uso parole mie. Mi chiedo se questo antifascismo rabbioso[ppp+top], che viene sfogato nelle piazze, oggi, a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso, spingere le masse a combattere un nemico inesistente; mentre il consumismo moderno[ppp+top] striscia, si insinua e logora la società già moribonda. Pierpaolo Pasolini, 1973. Dedicato a quelli che guardano al passato perché non hanno un‘idea di futuro[ppp+vag]. Che futuro abbiamo in testa? Che futuro ho in testa? Innanzitutto, oggi la giornata si è aperta con le nubi e con la pioggia, e in questo momento il sole sta baciando Piazza del Duomo, quindi vuol dire che qualcuno in alto ci sta dando una mano; e noi ringraziamo la madonnina e chi vuole riportare un po‘ di serenità in Italia[ppp+vag]. Serenità che prevede che ci siano delle radici ben piantate per terra. E un Paese come il nostro, come diceva Benedetto Croce, non può che definirsi Cristiano. Quindi, partiamo da queste radici, partiamo dalla difesa delle nostre tradizioni, della nostra storia, della nostra cultura, dicendo no a qualcuno per cui il progresso sono gli uteri in affitto e i bambini in vendita[ppp+vag]. Mai, in Italia, col governo Salvini, i bambini e le donne saranno oggetti da comprare in un centro commerciale[impl], e mai, qualcuno, per legge, potrà morire di fame o di sete. Noi vogliamo occuparci di vita, partendo, come diceva il Vangelo di Matteo, dagli ultimi. Noi, al governo, porteremo gli ultimi a essere primi. E penso a quei disabili, ignorati dai governi italiani[vag], che avranno con noi un’attenzione che non hanno mai avuto. Perché è indegno, è indegno di un Paese dare 278 euro al mese a un invalido civile e garantire 1.000 a una cooperativa che si arricchisce sfruttando l‘immigrazione clandestina[ppp+top]. Questa non è generosità, questo è sfruttamento. Anche perché, io ricordo a chi ci segue, ai milioni di persone che ci stanno seguendo, che aiutare un bambino a nascere, a crescere, a mangiare, a bere, a dormire e a studiare in Kenya, costa 70 centesimi al giorno. il governo Salvini, che è un governo buono, che pensa agli ultimi[top], andrà in Africa a garantire un futuro di serenità a quei bimbi senza sradicarli dai loro paesi. 70 centesimi spesi là sono soldi ben spesi. 35 euro al giorno per aiutare qualcuno a spacciare droga davanti alle scuole dei nostri figli[impl] gridano vendetta al mondo. 24 febbraio. Alcuni valori che saranno di guida: coerenza, onestà e altruismo. Coerenza, onestà e altruismo, che sono alcuni dei valori che un esule italiano di qualche decennio fa portò fino all’ultimo dei suoi giorni, visto che morì proprio il 24 febbraio del 1990. Ed è un Presidente della Repubblica che tutti gli italiani si ricordano e si chiamava Sandro Pertini. Onestà, coerenza e altruismo. Le stranezze della storia. Un altro 24 febbraio. Il 24 febbraio di quattro anni fa. Il 24 febbraio del 2014 parlava in Senato e chiedeva la fiducia in Senato il mio omonimo, Matteo Renzi. Non vedo l’ora che arrivi il 4 marzo per mandare a casa Matteo Renzi, e i suoi amici e le sue amiche; e ci siamo quasi. E per mantenere tutte quelle promesse che lui non ha mantenuto[ppp], dando speranza. Quello che ci hanno rubato gli ultimi governi[ppp+top] è soprattutto la speranza. Ed è la speranza che mi stanno chiedendo migliaia di italiani che io sto incontrando nelle piazze in questi mesi[ppp]. Io sto incontrando nelle piazze, e sto toccando con mano, la disperazione di tanti anziani[ppp], costretti a rovistare tra le cassette abbandonate nei mercati, perché la loro pensione non garantisce nemmeno un pranzo e una cena. Io penso alla disperazione dei cinquantenni[ppp], che perdono il lavoro e non lo ritrovano più. Io penso alla disperazione dei tanti operai[ppp], a cui, una multinazionale, con un click, quelle multinazionali moderne, che tanto piacciono a Renzi e agli affaristi, che annunciano la chiusura delle fabbriche perché è più conveniente sfruttare i lavoratori all’estero. Ora, con la Lega al governo, questa gente, se ha preso denaro pubblico dei cittadini italiani, per legge, non potrà licenziare neanche un operaio in Italia per assumerlo dall’altra parte del mondo. Alle parole noi preferiamo i fatti. Io penso alla frustrazione di tanti commercianti[ppp], che oggi non sono qua perché son costretti a tenere aperto il loro negozio, perché non ce la fanno ad arrivare a fine mese. E, in cambio, lo Stato, oltre alle tasse e alla burocrazia[ppp+top], gli offre la concorrenza sleale e scorretta di quelle multinazionali che, con un click, mandano tutto a tutti, ma stanno rendendo dei deserti i centri storici delle nostre città, e magari pagano le tasse all’estero. Noi difenderemo i negozi[ppp] perché i negozi sono vita. Difenderemo i commercianti[ppp] perché i commercianti sono sicurezza. Io penso alla disperazione di quei medici, di quegli infermieri, di quegli operatori sanitari[ppp], che da trent’anni lavorano in ospedale per aiutare anziani e disabili e che qualcuno vorrebbe mandare in pensione a settant’anni. Cancellare la legge Fornero[top] sarà il primo atto del governo Salvini. Questo è l’impegno che ribadisco oggi di fronte ai 50.000 di Piazza del Duomo[ppp]. Qualcuno dice che è giusto fare il camionista, l’operaio, il muratore, il poliziotto, l’insegnante o il panettiere fino a 67 anni. E’ doppiamente ingiusto. Primo, perché farsi restituire dallo Stato i contributi versati  dopo 41 anni di fatica non è un privilegio[impl] ma è un diritto. Secondo, perché mandare in pensione la gente quando se lo merita[impl+top] significa aprire il mondo del lavoro ai tanti ragazzi di 20 anni che scappano all’estero perché in Italia lavoro non ce n’è. Io penso ai tanti imprenditori soffocati da una tassazione che arriva al 70% e da una burocrazia che, invece di aiutare[ppp], complica; e l’impegno che mi prendo con voi è di lasciar lavorare la gente che vuole lavorare, stracciando studi di settore, spesometri, redditometri e tutto quello che fa perdere del gran tempo a gente che vorrebbe semplicemente lavorare, innovare e produrre[ppp].  Penso ai tanti giovani, che io voglio che siano con me sul palco perché sono il nostro futuro. Fate un applauso a questi ragazzi che dovranno stare qua a lavorare e, magari, anche a mettere al mondo quei figli che ormai nascono sempre più di rado. Io SO che in questa settimana ci sarà in alcune città italiane la protesta di tanti di quei ragazzi che vedete sfrecciare in bicicletta per consegnare questa o quella pizza, questo o quel pacchetto a due euro all’ora, e che vengono pagati a cottimo, come in catena di montaggio all’inizio del secolo scorso. Al governo noi ci impegniamo a ridare dignità al lavoro[ppp]. Due euro all’ora non è lavoro, è schiavismo; e lo schiavismo, nell’Italia che ho in testa non c’è e non ci sarà. Io penso anche ai tanti insegnanti, riempiti di promesse da una Sinistra che li ha traditi[vag]. Insegnanti che ogni giorno, ormai, sono aggrediti in classe, anche per colpa di una Buona Scuola che ha cancellato il merito. Nel Paese che ho in testa, oltre ai diritti, torneranno a essere importanti anche i doveri. Oltre ai sì, sarà importante dire dei no. Come si fa a garantire tutto gratis per tutti?[impl] Come si fa a garantire che non verrà bocciato più nessuno?[impl] Che generazione tiri su?[impl] Che studenti tiri su?[impl] Che genitori tiri su?[impl] Quelli che se il figlio porta a casa una nota, invece di prendersela col figlio, vanno a scuola a prendere a cazzotti il professore. La buona scuola deve tornare a essere un luogo di educazione, di rispetto, di regole, di crescita, di convivenza, con gli insegnanti che torneranno a fare gli insegnanti[ppp], e non i poliziotti[impl]. Io ho condiviso e condivido tante iniziative del Presidente Trump che, a differenza di tutti gli altri[vag], mantiene le sue promesse elettorali. Ma quando lui mi dice che pensa a mettere una pistola in mano ai professori[ppp+top], dice qualcosa che nell’Italia che ho in testa non esisterà mai. In classe entrano i libri, in classe entra la cultura, in classe entra il rispetto. Il modello è quello di DISARMARE i delinquenti, come diceva Giulia Bongiorno, e di permettere alle persone perbene di poter difendere se stessi, i propri figli e il proprio lavoro. E’ già pronta, col nostro governo, una legge semplice, che sancisce un principio normale: a casa di un italiano, nel negozio di un italiano, la legittima difesa è sempre e comunque legittima difesa. E’ QUESTO l’idea di Paese che ho in testa: un Paese buono, un Paese di pace, un Paese di dialogo, un Paese che apre le porte a chi merita di avere un futuro da queste parti. Io dò rispetto a chi porta rispetto; e quindi, casa nostra sarà la casa di chi cerca in questo Paese un futuro, serenità e lavoro. Dialogo, sì. Ma chi, invece di scappare dalla guerra, la guerra ce la porta nelle nostre città[ppp+vag], col governo Salvini vince un biglietto di solo ritorno per tornare da dove è arrivato. L’identità si accompagna al rispetto. La tradizione si accompagna al dialogo. E’ per QUESTO che avrò l’onore, la gioia e la voglia di confrontarmi con tutti[top], da Presidente del Consiglio di questo splendido Paese. Anche con chi non la pensa come me. Perché io sono curioso per natura, son disposto al confronto e, se del caso, di fronte a buone idee, anche a cambiare idea. Quindi, sono pronto a girar l’Italia per i suoi 8 mila comuni, ascoltando quello che ha perso la voglia di fare Matteo Renzi. Renzi è caduto[top] perché ha tradito e perché si è chiuso nel suo palazzo circondato dalla sua arroganza. Da Presidente del Consiglio, il mio ufficio sarà l’Italia, da Trento a Lampedusa, tutti i giorni, per ascoltare, per incontrare, per capire, per confrontarmi. Con un obiettivo, che ho tratto dal Vangelo: con noi, gli ultimi saranno i primi; e io penso a chi è stato massacrato da regole europee[ppp+vag], che noi non avremo il diritto, ma avremo il DOVERE di cambiare[top]. Se queste regole europee massacrano i nostri agricoltori e i nostri pescatori, e ci costringono a importare migliaia di tonnellate di olio tunisino, arance marocchine, riso della Cambogia, grano canadese o pesce della Turchia[top], io, queste regole europee, o le cambio o le straccio, perché i nostri figli devono mangiare i frutti della nostra terra, e del nostro mare. Perché significa lavoro e significa salute. Io penso a un Paese che investe nella ricerca e non costringe il meglio dei nostri ragazzi ad andare in giro per il mondo a fare ricerca universitaria. E penso al Professor Giordano e ai suoi studenti e ricercatori delle università italiane che, per cercare lo strumento per vincere contro il cancro e l’Alzheimer, sono dovuti scappare in Pennsylvania, perché qui, al massimo, vinci uno stage o una borsa di studio di qualche mese. L’immigrazione che noi lavoreremo per riportare a casa nostra[ppp+top] è quello dei tanti lavoratori italiani, dei tanti ricercatori italiani che dovranno tornare a riempire le nostre università per cercare di costruirci qua un futuro che gli ultimi governi li hanno costretti a cercare altrove. E penso ai cinque milioni di italiani emigrati all’estero. Fratelli, che ci state ascoltando in questo momento, dal Sud America, dal Belgio, dalla Germania o dall’Australia, voi, se vorrete, sarete i primi immigrati per cui il nostro governo riaprirà queste porte, per potervi permettere di tornare in questo Paese. E’ questo il senso di un Paese normale[ppp+top]. Un Paese normale, che fa a livello nazionale? Quello che la Lega fa dove governa. E’ questa l’unica, grande, enorme differenzafra noi e i Cinque Stelle[ppp+top]: c’è chi chiacchiera e c’è chi fa[impl]. E fare vuol dire, come in regione Lombardia, garantire l’asilo nido gratis a decine di migliaia di famiglie che altrimenti non se lo potrebbero permettere. Fare vuol dire aiutare i disabili gravi e gli anziani non auto-sufficienti.

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