Cari lettori e lettrici di OPPP!, questa settimana ci soffermiamo sullo slogan di Haribo che potreste aver notato in metropolitana: “Liberati dalla maledizione del dolcetto qualunque”.
Questo breve slogan sfrutta particolarmente il meccanismo della presupposizione, che permette di presentare come note e scontate cose che potrebbero non esserlo affatto. L’uso del verbo “liberati” presuppone che il lettore si trovi attualmente in uno stato di ‘prigionia’. Inoltre, l’impiego dell’articolo determinativo nell’espressione “la maledizione del dolcetto qualunque” presuppone l’esistenza di una tale maledizione, dando quindi per scontato che le opzioni di dolci attualmente disponibili siano insoddisfacenti. All’interno di questa presupposizione, come in una matrioska di strategie persuasive, una nuova descrizione definita (“del dolcetto qualunque”) presuppone che esista il dolcetto qualunque (espressione che è anche semanticamente molto vaga!), e fa implicare che questa definizione sia adatta ai dolci della concorrenza.
L’accostamento tra Haribo e la liberazione da questa maledizione, inoltre, implica ulteriormente che l’acquisto dei loro dolcetti rappresenti la soluzione a questa condizione. Per gustare dolci straordinari, la risposta (suggerita implicitamente) è una sola: scegliere Haribo.