Questa settimana la lente di OPPP! si sposta su un tweet di cui si è molto parlato negli ultimi giorni: quello di Marco Rizzo dedicato alla morte dell’ultimo leader sovietico, Michail Gorbačëv. Dal nostro punto di vista, il tweet e la polemica che ne è scaturita sono molto interessanti perché il messaggio che molti hanno giudicato offensivo è del tutto implicito. Vediamo allora quali meccanismi hanno permesso a tante persone di estrapolare il contenuto inteso dal segretario del Partito Comunista.
Il tweet recita: “Era dal 26 dicembre 1991 che avevo aspettato di stappare la migliore bottiglia che avevo”. Cominciamo dalla data. Il 26 dicembre 1991 è il giorno passato alla storia come data ufficiale del crollo dell’URSS: questa informazione è presente tra le “conoscenze enciclopediche” di molti lettori del tweet di Rizzo, ed è comunque facilmente recuperabile da tutti. Inoltre, il fatto che il tweet venga pubblicato proprio nelle ore in cui tutte le agenzie di stampa battono la notizia della morte di Michail Gorbačëv, formale responsabile dell’evento in questione, cancella ogni eventuale dubbio: è proprio a quel fatto, e non a qualcos’altro capitato lo stesso giorno, che Rizzo fa riferimento.
Dunque, Marco Rizzo festeggia (stappando la proverbiale bottiglia) un avvenimento che stava aspettando dalla fine dell’Unione Sovietica, e quindi ad essa legato. E quale potrebbe essere, se non la morte del suo ultimo leader? Infatti, è questo l’unico evento rilevante che può essere dato per scontato nel momento in cui Rizzo pubblica il tweet. Ma perché, in un contesto di unanime cordoglio, Rizzo invece festeggia? Di nuovo, l’interpretazione di questa parte di contenuto è resa possibile dalla conoscenza che i destinatari hanno del mondo: per un comunista come Rizzo, il fallimento di uno stato socialista basato sulla gestione del potere da parte della classe operaia è un evento di cui dispiacersi. E celebrando la morte del responsabile di tale fine egli vuole ribadire la propria posizione politica.
Il messaggio inteso da Rizzo è dunque qualcosa come “in quanto comunista, provo rancore nei confronti di Michail Gorbačëv, l’uomo politico responsabile del fallimento dell’Unione Sovietica, e dunque non mi unisco al cordoglio espresso dal mondo politico in occasione della sua morte: anzi, festeggio”. Come si vede, nessuna parte di questo messaggio è espressa esplicitamente. Eppure, grazie ai meccanismi che abbiamo illustrato, che nell’insieme sono riconducibili alla Teoria della Pertinenza, elaborata dagli studiosi Dan Sperber e Deidre Wilson, il messaggio risulta decodificabile dai destinatari.