Questa settimana commentiamo un recente tweet di Giorgia Meloni che, richiamandosi ad un intervento televisivo di Giulio Tremonti, si scaglia contro il governo in carica. Dimostrando grande capacità comunicativa, Meloni sfrutta molteplici strategie di implicitazione per trasmettere contenuti discutibili sotto la soglia dell’attenzione dei destinatari. Ad esempio, con una topicalizzazione (segnalata anche dalla virgola fra soggetto e verbo: “un esecutivo pendente a sinistra e composto da forze politiche così diverse tra loro, non è in grado di produrre nulla di buono”) il destinatario riceve l’impressione di conoscere già come cosa risaputa che l’esecutivo pende a sinistra. Attraverso una presupposizione da predicato di cambiamento di stato (“Basta…”), presenta poi come noto che il governo abbia finora perso tempo. Per mezzo di un’implicatura, fa dedurre al destinatario che l’attuale governo non sia un governo di Patrioti, non abbia un programma condiviso e non sia legittimato dal voto (“l’Italia ha bisogno di un governo di Patrioti, con un programma condiviso e legittimato dal voto popolare”). L’Italia, infatti, non avrebbe bisogno di un governo di Patrioti, con un programma condiviso e legittimato dal voto popolare, se il governo in carica fosse già tale. Lascia inoltre vago che cosa caratterizzi un governo di Patrioti: così ogni destinatario può riempire questa etichetta con ciò che ritiene essere un governo di Patrioti. Abilmente, però, suggerisce mediante un’ulteriore implicatura che il suo sarebbe un governo di Patrioti. Insomma, un vero capolavoro di linguaggio manipolatorio.