Un saluto ai nostri lettori di OPPP!
Questa settimana vogliamo sottoporvi il commento a uno slogan pubblicitario diffuso sul sito della compagnia aerea Air France: Parigi è sempre Parigi. L’affermazione di qualcosa che è già vero per definizione si chiama tautologia. Dal punto di vista dell’analisi degli impliciti, questa scelta retorica attiva una implicatura conversazionale legata all’apparente ovvietà del contenuto: poiché il messaggio non può davvero essere che Parigi è Parigi, il destinatario è portato a cercare un altro motivo per cui l’emittente abbia prodotto questo contenuto così poco informativo: l’emittente vorrà sicuramente intendere qualcosa di meno ovvio! Ebbene, i significati qui evocati tramite implicatura risultano molto vaghi, perché dipendono dalle diverse immagini che della città di Parigi hanno i diversi destinatari. Qualcuno può associarla a un weekend romantico, qualcun altro ad alcune delizie enogastronomiche, altri ancora ai suoi monumenti storici; e così via. Insomma, a rimanere vaga è l’immagine di Parigi che la pubblicità intende trasmettere. Questa strategia consegna ai riceventi uno scrigno di significati tutto da schiudere, tra i quali ognuno può scegliere quelli più vicini alle sue esperienze, passioni e inclinazioni. Detto altrimenti, la vaghezza di questo slogan consente al ricevente di completare il significato dell’espressione selezionando le rappresentazioni mentali di Parigi che più gli piacciono. In queste condizioni, anche se persone diverse finiranno per essere raggiunte da messaggi molto diversi, tutte ci si troveranno d’accordo.