[1] Si veda in particolare Brocca, Garassino e Masia (2016, 2019, 2020, 2021).
Ai lettori più attenti non sarà sfuggita una piccola novità comparsa da qualche settimana nelle nostre analisi. Alla fine dell’etichetta che racchiude lo scioglimento del contenuto implicito, compare infatti adesso una sigla di due lettere, come ad esempio AU, che vediamo accanto a questa presupposizione nel confronto Speranza-La Russa:
Basandoci su studi condotti dal nostro e da altri gruppi di ricerca[1], ci siamo resi conto che ogni implicito linguistico serve a realizzare un certo obiettivo nella comunicazione: è cioè dotato di una funzione comunicativa. Nel caso dell’esempio riportato sopra, il parlante rende implicita la sua responsabilità su un contenuto che ha la funzione di autoelogio. Immaginiamo per lo stesso contenuto una formulazione esplicita. Speranza avrebbe potuto dichiarare: “Ho servito il Paese ogni giorno con disciplina ed onore”, ma questa formulazione avrebbe potuto avere due conseguenze spiacevoli. In primo luogo, il contenuto sarebbe stato più esposto al vaglio critico degli ascoltatori, che la formulazione implicita invece permette di eludere almeno in parte: “la consapevolezza che” lo presenta come un fatto assodato, anziché come la sua opinione. In secondo luogo, il parlante che si loda pubblicamente viene spesso percepito come supponente ed arrogante. Per questi motivi, l’elogio rivolto a sé assume frequentemente forma implicita.
Al contrario, l’elogio rivolto ad altri è una funzione comunicativa spesso formulata esplicitamente, perché espone il parlante a pochi rischi. Tuttavia, non è nemmeno impossibile formulare un elogio in forma implicita:
In questo esempio, Draghi formula un implicito elogio rivolto al governo precedente, implicando che abbia agito bene, emanando provvedimenti adeguati.
In numerosi casi, gli impliciti svolgono invece una funzione di attacco (TT), circostanza che, al pari dell’autoelogio, ha diversi buoni motivi per essere realizzata in modo implicito: un attacco indiretto è più subdolo e dotato di maggiore potere persuasivo, e permette a chi lo sferra di salvarsi la faccia e proteggersi da eventuali ritorsioni.
Nell’esempio viene implicato ironicamente che Franceschini faccia in modo di stare sempre al governo e che la sua presenza non sia giustificata da reali competenze: la funzione è proprio di attacco.
Un’altra funzione comunicativa che può essere svolta dagli impliciti è la difesa (DI):
Nell’esempio riportato, Salvini implica che non sia sua responsabilità il mancato soccorso di donne e bambini, e che dunque le accuse a lui rivolte siano infondate. L’obiettivo di tale implicito è proprio la difesa.
In altri casi, il contenuto espresso in modo implicito è una opinione personale (OP), non supportata da prove e non universalmente condivisa, ma che viene trasmessa come se lo fosse.
Nell’esempio è presupposto che i cittadini si fossero allontanati dalla cosa pubblica: la funzione dell’implicito è quella di esprimere una opinione soggettiva, su cui probabilmente non tutti sarebbero d’accordo.
L’analisi delle funzioni comunicative degli impliciti è molto interessante, anche perché può essere in contrasto con la funzione che sembra emergere da quanto asserito esplicitamente.
Nell’esempio è presente l’implicatura generalizzata che non tutti i magistrati compiano il proprio dovere: se dunque all’apparenza si tratta di un elogio, la funzione dell’implicito è invece quella dell’attacco.
Inoltre, spesso un enunciato che contiene più impliciti può essere associato a più di una funzione comunicativa:
In questo enunciato, è presupposto che i partiti di cui si parla stiano consumando uno scempio: si tratta di un esempio di attacco. Al contempo, il verbo continueremo attiva la presupposizione che il partito di chi parla abbia già denunciato, e svolge dunque una funzione di autoelogio.
Altre volte, è il singolo implicito a svolgere più di una funzione comunicativa: spesso, infatti, attacco e autoelogio o attacco e difesa coesistono. Torniamo al discorso di Roberto Speranza:
In questa frase, Speranza implica che diverse delle contestazioni che gli sono state sollevate siano poco pertinenti, contemporaneamente difendendo il proprio operato e accusando gli autori di tali contestazioni di aver avviato un procedimento non convincente.
In questa tabella sono riassunte le sigle associate ad ogni funzione pragmatica che trovate nelle nostre analisi:
Funzione pragmatica
Sigla
Elogio di altri
EL
Autoelogio
AU
Opinione soggettiva
OP
Attacco di altri
TT
Difesa
DI
[1] Si veda in particolare Brocca, Garassino e Masia (2016, 2019, 2020, 2021).
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