Cari amici e compagni, cittadini di Roma.

Stamattina parlando con Carlo Leoni, con Goffredo Bettini ho detto: «Speriamo che passi un po' di freddo» perché se no la campagna elettorale, gli ultimi tre giorni sono importanti, la gente che viene a San Giovanni non si può mettere a letto, tornando a casa stasera.

Quindi, resistete perché è arrivata pure la pioggia, ne prendiamo l'aspetto di buon augurio sulla nostra campagna elettorale, ma non vi ammalate, che dobbiamo prendere ancora un sacco di voti.

Vedete, io dirò poche parole di ringraziamento e di incoraggiamento.

Di ringraziamento a voi, e a tutti noi.

Perché in questi mesi abbiamo imparato a conoscerci meglio, a lavorare insieme, e io lo voglio dire a Goffredo Bettini, a Carlo, e a tutti gli altri compagni, abbiamo imparato a volerci bene, a sapere che abbiamo creato un sodalizio, che andrà avanti negli anni, nella nostra città, per il progresso, per il cambiamento, per fare affermare quegli ideali per cui assieme ci siamo battuti in formazioni diverse negli anni passati e che oggi ci vedono assieme, e insieme ci vedranno nei prossimi anni, con grande lealtà, convinzione e amicizia.

Vi ringrazio per questo, perché abbiamo imparato tutti.

Forse anche voi, un po', dall'esperienza delle forze che assieme con noi hanno fatto questa campagna elettorale, questa battaglia nel consiglio comunale, questo scontro nella città, che non è finito.

Credo che, l'incoraggiamento che vorrei rivolgervi, riguarda un punto fondamentale, la battaglia non è finita.

Non è vinta.

La battaglia è ancora difficile.

Dobbiamo prendere la rincorsa, in queste ultime ore della campagna elettorale, per vincere il 21 di novembre, ma per lasciare lontano l'inseguitore, il segretario del Movimento Sociale, Fini, il nostro avversario del primo turno, per poterlo battere con grande forza, con il popolo romano, nel ballottaggio del 5 dicembre.

Io voglio dire grazie alle donne di questa città.

Alle donne del Campidoglio.

A quella maggioranza di dipendenti e lavoratrici del comune, che sono donne e con noi, vi daranno il riscatto di questa città.

Voglio dire, continuiamo le nostre battaglie assieme, alle madri, alle lavoratrici, alle studentesse.

Una donna, a voi cara, guiderà nella nostra giunta, guiderà nel nostro futuro assemblaggio di forze coerenti ed amiche, il lavoro per dare a Roma un piano regolatore dei tempi e degli orari della città che sia all'avanguardia in Italia e in Europa.

Questa è una rivendicazione delle donne del PDS, questa è una rivendicazione del movimento delle donne italiane, lo assumerà la nostra giunta, se vinceremo le elezioni, come uno dei punti qualificanti della nostra battaglia.

Fatemi anche dire che io sono orgoglioso, l'ho detto da marzo... da aprile, l'ho detto in tutti questi mesi di polemiche, di asprezze, e lo dirò, nei prossimi giorni, nelle televisioni e nella conclusione della campagna elettorale.

Io sono orgoglioso di avere avuto, e di avere il sostegno del Partito Democratico della Sinistra.

E saluto, anche qui, le migliaia di cittadini, che ho incontrato in questi mesi, assieme a voi.

Se vinceremo, ci rivedremo in Campidoglio.

Ci rivedremo con i lavoratori dell'industria e dell'edilizia, con coloro che operano nel commercio, nel pubblico impiego, con gli anziani, con coloro che lavorano nella ricerca, che sono nella scuola, nell'università, nell'artigianato, con i lavoratori dei servizi, dei trasporti, con la grande realtà di quel popolo romano della sinistra democratica che raccoglie oggi tante battaglie, per portarle, io spero, ad un approdo nuovo, anche inedito, con forze nuove, con nuovi amici e compagni di strada che rappresentino in questa città le radici antiche di quelle battaglie, e l'innovazione che, sola, può portarci a vincere e a conquistare la maggioranza dei romani.

Lo abbiamo detto fin dall'inizio.

Le elezioni a Roma si vincono con una grande aggregazione.

Non solo perché lo impone la nuova legge elettorale e non c'è più spazio per un orgoglio lecito, legittimo, probabilmente sacrosanto, di battaglie di minoranza.

Dobbiamo conquistare la maggioranza dei romani, perché solo così strapperemo il potere dalle sgrinfie di coloro che lo hanno tenuto, in questi ultimi anni, degradando e infamando la nostra città, ma dobbiamo essere uniti.

Perché Roma ha sempre avuto in questi ultimi anni un'anima moderata, ed oggi, quel nostro giudizio, quella nostra valutazione...

Lo puoi togliere l'ombrello va, che qua forse non piove più.

Quella nostra valutazione, di unità.

Oggi, forse, lo vediamo.

Quell'invocazione, quell'invito, quanto era giusto.

Chi di noi si sarebbe atteso che, nel giro di poche settimane, il Movimento Sociale, la destra, quella destra che come ricordava Goffredo Bettini si richiama apertamente, quasi in segno di sfida, all'eredità del fascismo, potesse conquistare tanti consensi nella nostra città?

E unendo almeno tre componenti, un voto che a Roma è sempre stato forte per il Movimento Sociale, che ha raggiunto anche il 18% nel '72, che oggi potrebbe essere sul 10, sul 15% già per conto suo, saldandolo con una forte componente di quel voto democristiano, legato ad Andreotti, che è sempre stato vicino al voto di destra e del Movimento Sociale, non lo dimentichiamo da dove vengono.

Gli Sbardella, i Ciarrapico, i Giubilo, che sono stati dirigenti ed esponenti della destra romana prima di diventare il perno del sistema di potere andreottiano, negli anni '80, qui a Roma.

Si risalda di nuovo e rapidamente, questa intesa.

E poi, ancora, purtroppo, e questo lo aspettavamo meno, un voto di protesta.

Un voto di protesta che va al MIS, che va alla destra, individuata come una forza antagonista, alternativa a tutti i partiti.

Ecco, queste tre componenti fanno oggi nella nostra città un temibile intreccio, e fanno un temibile intreccio per il risultato elettorale, lo sappiamo, lo dobbiamo sapere.

Ma dobbiamo anche sapere che se vinceremo le elezioni di Roma, potremo far partire, caro Achille, da questa città, e cari amici e cari compagni delle forze di una nuova alleanza dei democratici, possiamo fare partire, intanto il sindaco, e la coalizione di progresso, che si è unita attorno a lui, potremo far partire l'incontro tra le forze che dovranno guidare l'Italia in questa transizione, difficile, insidiosa, verso la democrazia, verso un'alternanza che porti quelle forze di progresso a governare, prima le nostre città, e poi il paese, l'Italia, dopo il dominio dei partiti, della partitocrazia, della Democrazia Cristiana e dei suoi satelliti, oggi, le forze progressiste si candidano, se vincono il 21 novembre e il 5 di dicembre, a governare l'Italia.

Ebbene, queste forze fanno già a Roma un assieme sano, forte e originale.

Gli ambientalisti, la sinistra democratica, i cattolici e i laici, che con noi sono impegnati in questa battaglia.

Io voglio rivolgere però un appello, anche attraverso di voi, a coloro che vogliono votare altre forze della sinistra, altre forze progressiste, non solo perché si uniscano con noi nel secondo turno, ma perché si uniscano da subito con noi, gli elettori delle forze che oggi pensano ad altre candidature, comprendano insieme con noi quanto è necessario battere fin dal primo turno il candidato della destra, battere fin dal primo turno il segretario del Movimento Sociale, dare un segno di speranza, di fiducia, fin dal 21 di novembre, fin da domenica, agli elettori romani in vista del ballottaggio.

Coloro che hanno dei dubbi, leggano in queste ultime ore il nostro programma, un programma serio, un programma concreto, un programma che ha fugato tante incertezze in coloro che lo hanno potuto conoscere.

Fatelo conoscere, aiutateci, perché il frutto di un'elaborazione ricca e forte, sarà lo strumento con cui governeremo Roma, se ci darete la forza per conquistare questa città, per vincere le elezioni.

Io concludo con un riferimento, me lo dovete permettere, all'ineffabile senatore Miglio.

Il senatore leghista ieri ha detto che la capitale d'Italia bisogna spostarla a Frosinone.

Noi abbiamo simpatia naturalmente, e amicizia per Ciociaria e per Frosinone, dove tra l'altro c'è una grande colonia di romani e tanti sono qui nella nostra città, ma sappiamo che c'è un segno di disprezzo, di scherno, di questa supponenza insopportabile, in questa apparente provocazione della Lega nei confronti della capitale.

Bene, noi vogliamo dire, questa è Roma.

Questa è la capitale d'Italia.

Noi la riscatteremo.

Noi restituiremo il Campidoglio alle forze di progresso, faremo tornare in Campidoglio coloro che governano Roma nell'interesse dei cittadini, delle persone più deboli, di coloro che in questi anni sono stati calpestati e macinati dalla macchina di potere del sistema di Andreotti.

Vedete, a pochi passi da qua c'è l'obelisco, che ci ha in verità più di 3000 anni, 3500 anni, l' obelisco di San Giovanni.

Però pochi sanno che l'obelisco di San Giovanni stava al Circo Massimo prima, e qui, sulla piazza di San Giovanni, c'era il Marco Aurelio, che poi fu trasferito sul Campidoglio, a rappresentare la nostra città.

Beh, l'inquinamento, i guasti, che noi troviamo oggi, che ereditiamo dalle amministrazioni degli anni '50, dai rebecchini, e vedete quanti rebecchini oggi si affollano intorno a Fini, noi ereditiamo una Roma guastata, una Roma asservita alla speculazione edilizia, persino il Marco Aurelio, abbiamo dovuto far scendere dal piedistallo del Campidoglio.

Noi riporteremo, il Marco Aurelio.

Certo, riporteremo una copia, probabilmente, ma almeno, oltre alla copia del Marco Aurelio, sopra al piedistallo del Campidoglio, sono tante, le cose che noi vogliamo tornare a fare splendere nella nostra città, tante le glorie, le glorie storiche e artistiche, ma le glorie civili delle battaglie sociali, che in questa città hanno visto capitoli fondamentali e decisivi per la nazione.

Noi raccogliamo, amici e compagni, un'eredità disastrosa in tempi difficili per la nostra nazione.

Raccogliamo un'eredità di una giunta che lascia un'amministrazione scassata, le casse del Campidoglio dissestate, un rapporto di sfiducia tra i cittadini, questa fiducia, la ricostruiamo, la ricostruiremo, l'abbiamo vista crescere nella campagna elettorale, la dovremo fare affermare nel voto di domenica, e poi nel voto del ballottaggio.

Ma io vi dico, non perdete tempo.

Adesso ascoltate Occhetto, e poi torniamo tutti a impegnarci nei nostri quartieri, nei nostri posti di lavoro, per farcela.

Oggi, stasera, a Roma, ci sono ancora 300, 400 mila elettori indecisi, incerti, che non sanno per chi votare.

Lo sapete bene.

Avviciniamoli uno ad uno, convinciamo la gente, abbiamo la forza e la credibilità per farlo, portiamo Roma fuori dalla palude, facciamo tornare in Campidoglio le forze sane, oneste, le forze del progresso, della sinistra, degli ambientalisti, le forze che hanno tenuto le mani pulite in questi anni di Tangentopoli, e con queste mani, pulite, e sicure, vogliono governare Roma, restituire a Roma l'orgoglio di essere la capitale d'Italia, di una grande nazione democratica, e di guidare la riscossa democratica del paese intero.

Evviva noi tutti, forza a noi tutti in questi ultimi giorni per vincere le elezioni e per ritrovarci a festeggiare il nostro successo, che abbiamo sudato, e che meritiamo in Campidoglio, dopo il 21 di novembre.

Dopo il 21 di novembre, ma soprattutto dopo il 5 di dicembre.

Una Roma più pulita, più sana, più onesta, come piace a voi, come piace ai romani, come siete voi in tutti questi anni di coerenza e di battaglie, rimasti, non per testimoniare la bellezza del passato, ma affermare il futuro che amiamo per i nostri figli, per la nostra Roma.