Grazie .

Il presidente poco fa ha illustrato i contenuti veri del decreto sulla scuola e la volontà ferma del governo di lavorare in maniera efficace per una scuola di qualità e nell' interesse degli studenti , dei ragazzi , delle famiglie e anche dei docenti che meritano di essere pagati meglio , meritano di avere il rispetto dei ragazzi a scuola .

Io vorrei toccare ora il tema dell' università

Dico subito che non presenterò oggi la proposta sull' università che pure ho pronto , ma che ho intenzione di presentare solo dopo la conversione del decreto sulla scuola , perché è nostra abitudine iniziare un lavoro , completarlo e poi passare ad un altro argomento .

Semplicemente , oggi ho intenzione di favorire mi auguro una riflessione attorno a numeri precisi sui quali vorrei che si ragionasse e che tutti insieme ci ponessimo delle domande .

Il nostro paese , la nostra università sforna un numero di laureati che è inferiore a quello del Cile .

Abbiamo 94 università e ben 320 sedi distaccate nei posti , diciamo , non certamente nelle grandi nelle grandi città e neanche in posti strategici per l' economia italiana .

Abbiamo 37 corsi di laurea con un solo studente .

327 facoltà universitarie che non superano i 15 iscritti .

Negli ultimi sette anni sono stati banditi 13232 posti .

Nel 99 % dei casi sono stati promossi docenti senza che ci fossero i posti disponibili con un aumento dei costi di 300 milioni di euro .

Non c' è una università italiana nelle prime 150 università al mondo .

Abbiamo 5500 corsi di laurea quando nei paesi europei ce ne sono meno della metà e abbiamo attivato 170000 insegnamenti rispetto ai 90 mila della media europea .

Questi sono numeri sui quali credo che non si possa invocare la responsabilità del ministro Gelmini o del governo Berlusconi .

Sono dati che noi ereditiamo , che sono sotto gli occhi di tutti .

E allora io mi aspetto che anziché bruciare , come è avvenuto in questi giorni , un decreto che peraltro non tocca l' università , a fronte di una disponibilità che io confermo a ragionare con tutto il mondo accademico , però ci sia da parte dei rettori e dei professori un po ' di autocritica .

Perché è chiaro a tutti che una situazione di questo livello , di questa dimensione porta l' università al collasso .

Qualcuno autocritica la sta facendo chiedendo al governo un patto di stabilità .

Ragioneremo dalla prossima settimana su questo tema .

Però io oggi invito e faccio un appello perché rispetto alle proteste ci sia un abbassamento dei toni .

Il governo da sempre è aperto al confronto , anche se mi pare che la disponibilità del governo non venga raccolta e non interessi coloro che cercano strumentalmente lo scontro di piazza .

Sulla natura della protesta è già intervenuto il presidente .

È chiaro a tutti che la sinistra ha scelto la scuola e l' università come terreno di scontro politico .

La protesta è di natura politica alla regia della sinistra e anche quella dei centri sociali .

I mass media stanno dando molto spazio alle occupazioni , alle mobilitazioni che riguardano qualche migliaio di persone .

Io vorrei ricordare che ci sono decine di migliaia di ragazzi che ogni giorno si recano a scuola come nelle università , che studiano e danno esami .

E sono anche un po ' indignata nel constatare la notizia di oggi che in molte scuole e università alcuni gruppi minoritari intendono impedire ai ragazzi di studiare e ostacolano l' ingresso dentro le università .

Ecco , questo non mi sembra un esercizio di democrazia ma un esercizio di prepotenza e mi aspetterei che la sinistra intervenisse nel merito e non andasse a sobillare gli studenti che oggi sono vittima di un sistema universitario che non funziona e che dà a loro , che offre a loro meno opportunità rispetto agli altri ragazzi dei paesi europei .

Rispetto a questa situazione io nelle prossime settimane presenterò un progetto sull' università ma chiedo da subito all' università trasparenza nella gestione dei bilanci .

Va avviata una riflessione seria sui costi , sulla sostenibilità finanziaria delle iniziative dentro le facoltà .

Intendo conoscere le reali situazioni debitorie e creditorie degli atenei , che non possono pensare di prescindere da una gestione trasparente ed efficiente delle risorse .

Non a caso ho avviato controlli in alcune università che sono vicini al dissesto finanziario e sono peraltro quelle dove le occupazioni sono più forti .

Mi riferisco a Siena , Firenze e a Pisa , per citarne alcune .

Quindi il tentativo di riversare sul governo la responsabilità della cattiva gestione che oggi raggiunge il livello di guardia , beh io credo che non sia un tentativo che viene smentito dai fatti .

Quindi , cerchiamo di mettere le carte in tavola , di giocare a carte scoperte e non di usare i problemi che oggi ci sono e che questo governo eredita e che ha la volontà di risolvere per scaricare la responsabilità sul governo stesso .

È un gioco che non , che non funziona , che noi non possiamo avvalorare .

Ripeto , confrontiamoci , ragioniamo , ma partiamo da una situazione in cui la difesa dello status quo non risponde all' interesse dei ragazzi e delle famiglie .

Quindi noi non possiamo ritirare alcune cattive abitudini nell’ utilizzo del denaro pubblico .

Invochiamo più trasparenza .

Invochiamo efficienza ed efficacia nella gestione .

Siamo aperti alle ai contributi alle proposte che dal mondo universitario ci possono arrivare , ci mancherebbe altro .

Però sia chiaro che da oggi si volta pagina e che anche l' università deve fare autocritica e deve cambiare registro .

Questa è una necessità che noi abbiamo .

I conti non ci consentono di ritirare alcune situazioni , alcune modalità nella gestione delle università stesse .

Quindi partiamo da una fotografia dell' esistente e riflettiamo .

Non è certo alzando i toni , insultando il ministro o il governo che si risolvono i problemi .

Noi dall' approvazione , dalla conversione del decreto presenteremo una proposta .

Io ho già dato la disponibilità ad incontrare i rettori della CRUI , ad incontrare il consiglio universitario nazionale , così come anche ACUIS , il consiglio nazionale degli studenti universitari , tutte le realtà del mondo accademico , aperta al contributo , alle proposte , ad una progettualità .

Certo , non con la difesa dello status quo , nemmeno con la volontà di nascondere la gravità , che ci deve far reagire , ci deve far raccogliere la sfida di coniugare un corretto impiego del denaro pubblico con l' elevamento della qualità dell' offerta formativa .

Perché oggi ce lo dobbiamo dire .

5500 corsi di laurea rappresentano un' offerta formativa autoreferenziale , volta a moltiplicare le cattedre e non certo a fare l' interesse dei giovani , che nell' economia della conoscenza hanno tutto il diritto di avere un' università che li prepari al mondo del lavoro e che mantenga le aspettative .

Un ragazzo che frequenta l' università pensa al termine del corso di studi di poter avere un titolo da spendere nel mondo del lavoro e di poter fare , di programmare il percorso di vita .

Io voglio spendere poi una parola sul tema del precariato .

Perché la sinistra a parole continuamente dice di avere a cuore i precari .

Però oggi io non accetto che si attribuisca a questo governo il numero enorme di precari che è stato formato dentro le università e dentro la scuola .

I molti sì irresponsabili della sinistra hanno ingigantito la capacità della scuola e dell' università di assorbire posti di lavoro con il risultato che quelle false promesse si sono tradotte in un posto , in una lista d' attesa e non in un posto di lavoro .

Quindi , questo governo intende lavorare per rivedere come risolvere il tema del precariato .

Certo non è facile e le risorse sono limitate , il numero dei precari è un numero gigantesco .

Però certamente noi non vogliamo ritirare il vizio della politica italiana di creare illusioni che poi diventano cocenti delusioni .

Quindi prendiamo atto che il blocco del turnover è una necessità in questo momento , calcoliamo il fabbisogno effettivo di posti di lavoro dentro l' università e non vendiamo promesse che non siamo in grado di mantenere .

Quindi io concludo invitando tutti a non prescindere nell’ indicare le soluzioni da una fotografia dell' esistente e da una presa d' atto dei problemi enormi che esistono dentro l' università .

Solo con la consapevolezza dell' entità dei problemi si possono individuare le soluzioni .

Pensare di continuare sulla strada degli ultimi 10 anni vorrebbe dire in poco tempo portare l' università al dissesto totale .

E questo noi non possiamo permettere e certamente non vogliamo assumerci parte della responsabilità .